"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."
Non sappiamo bene come dirvelo, ma in questo articolo si parlerà molto probabilmente di abuso sessuale e pedofilia.
Anche se cercheremo di non pararne in modo troppo esplicito e diretto, crediamo sia bene fare questa premessa.
"Lolita", romanzo dello scrittore e critico letterario russo Vladimir Nabokov, è senza ombra di dubbio una delle opere scritte più controverse di sempre.
Pubblicato per la prima volta nel 1955, ma nato poco più di quindici anni prima, il romanzo è stato nel corso della seconda metà del '900 d'ispirazione a due trasposizioni cinematografiche divenute successivamente iconiche: "Lolita" (1962), diretto da Stanley Kubrick e con una sceneggiatura scritta dallo stesso ideatore del romanzo e "Lolita" (1997), diretto da Adrian Lyne.
Humbert Humbert (voce narrante dell'intero libro) è un professore francese di trentasette anni traferitosi a Ramsdale, nella Nuova Inghilterra, a seguito di un esaurimento nervoso. Per riprendersi e dedicarsi interamente alla scrittura affitta una stanza a casa della vedova Charlotte Haze, madre della dodicenne Dolores.
Humbert Humbert si innamorerà follemente di quest'ultima, tanto che arriverà a sposare sua madre pur di rimanerle sempre accanto; di contro quest'ultima perderà la testa per il professore.
I due intratterranno una vera e propria relazione, che diventerà sempre più contorta e malata nel corso del libro.
Per quanto il pubblico si sia sforzato di rendere la ragazzina un modello da seguire e una sorta di icona, sessualizzandola al massimo (anche grazie al film di Adrian Lyne, ricolmo di ambientazioni e costumi anni '50 oggettivamente incredibilmente aesthetic), c'è da ricordare che Dolores - o "ninfetta", come la chiama spesso il professore - è letteralmente solo una bambina, a malapena pre-adolescente tra l'altro. Per tutti quelli che invece dicono che la ragazzina "se l'è cercata", con il suo carattere smaliziato, ribelle e a tratti provocatorio nei confronti del quasi quarantenne, forse non hanno ben chiaro un concetto molto semplice: è più che normale per le bambine essere infatuate di uomini più grandi di loro, a volte anche molto più grandi di loro; è normale soprattutto se - ci teniamo ad aggiungere - queste soffrono in qualche modo la mancanza del padre.
Quello che non è affatto normale è che un uomo adulto provi in primis piacere e dia in secondo luogo corda alle provocazioni innocenti di una ragazzina che è, letteralmente, solo una ragazzina che si comporta come tale e che non si rende conto delle conseguenze delle sue azioni.
Sì, questo discorso vale anche per chi dice che "oggi le dodicenni sono molto più consapevoli e hanno una mentalità da sedicenni"; e vero, ma ciò non toglie che biologicamente parlando prima di una certa età si è immaturi. Punto.
Dobbiamo ammetterlo, a leggere questo libro ci abbiamo messo quasi cinque mesi, e una volta finito stavamo - non ironicamente - per dare di stomaco
Non perché non sia scorrevole, ma per un dettaglio che sembra insignificante: il punto di vista di Humbert Humbert. Ergo, il punto di vista di un pedofilo (accentuato, in particolare, nella versione cinematografica di Kubrick).
E stare nella testa e nei pensieri di un pedofilo, entrare nelle sue fantasie, sbirciare nel suo passato e prendere parte ai suoi ragionamenti più profondi non è facile, e vi assicuriamo che alla fine delle 383 pagine rimarrete con un senso di nausea e amaro in bocca indescrivibile.
Per non parlare dei sentimenti contrastanti che ci ha fatto provare, ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.
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