Quando abbiamo parlato dell’opera di Velazquez “Las Meninas”, abbiamo citato un’altra da cui l’artista prese spunto, ovvero “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck. Quest’ultimo fu un pittore fiammingo, nato a Maaseik nel 1390 circa e morto a Bruges nel 1441, che perfezionò la tecnica della pittura a olio, che andò a sostituire piano piano in Europa l’uso delle tempere.
“Ritratto dei coniugi Arnolfini” viene realizzato nel 1434, ad oggi conservato nella National Gallery di Londra. Molti ritengono che l’opera abbia un qualcosa di misterioso e adesso insieme cerchiamo di capire il perché.
In una stanza da letto, rappresentata in ogni minimo dettaglio, i due novelli sposi sono vestiti con abiti lussuosi e si tengono per mano. Giovanni Arnolfini ha la mano destra alzata, mentre sua moglie, Giovanna Cenami, solleva leggermente il vestito, tenendolo stretto in grembo. Tutta la scena è intrisa di una forte spiritualità, come si evince dai volti imperscrutabili dei due protagonisti del ritratto.
La mano alzata dell’uomo sembra nell’atto di impartire una benedizione, o nell’atto di compiere un giuramento solenne. Le ciabatte rappresentate in un angolo, lascerebbero intendere che i piedi di entrambi siano scalzi, non solo quelli di lui, il che farebbe pensare a una promessa matrimoniale davanti a dei testimoni.
Come avevamo detto per Velazquez, importante è la rappresentazione, alle spalle dei protagonisti, dello specchio, che riflette qualcosa che si trova esattamente nella posizione dello spettatore: si tratta di una figura vestita di un blu acceso e un’altra con un abito rosso, il che farebbe pensare ulteriormente a delle nozze casalinghe, che non erano inusuali per l’epoca.
Sono i dettagli che rendono l’opera avvolta dal mistero: vicino a Giovanni possiamo notare delle arance, una frutta molto costosa per l’epoca, come a indicare lo status sociale dei due novelli sposi. Si tratta infatti di due soggetti appartenenti all’alta borghesia, che facevano parte della comunità di mercanti e banchieri italiani residenti a Bruges.
Sullo specchio sono posti dieci intarsi, che rappresentano la passione di Cristo. Una sola candela è presente sul lampadario. Il letto è a baldacchino, con la tappezzeria e i cuscini di un acceso rosso. Tutti i simboli presenti nell’opera rimandano a una scena matrimoniale. La donna, in un atteggiamento di sottomissione verso il marito e con la mano posta sul grembo, fa pensare a un augurio di una prossima gravidanza, il che è avvallato dal vivace verde che colora la veste di lei. Il cane, ai loro piedi, è un ulteriore simbolo di fedeltà coniugale, esattamente come la candela che, essendo unica, rappresenta Dio, che veglierà sulla vita dei coniugi, o può anche rappresentare quanto la vita terrena sia delicata e fragile, esattamente quanto una piccola fiammella.
Sullo specchio sono posti dieci intarsi, che rappresentano la passione di Cristo. Una sola candela è presente sul lampadario. Il letto è a baldacchino, con la tappezzeria e i cuscini di un acceso rosso. Tutti i simboli presenti nell’opera rimandano a una scena matrimoniale. La donna, in un atteggiamento di sottomissione verso il marito e con la mano posta sul grembo, fa pensare a un augurio di una prossima gravidanza, il che è avvallato dal vivace verde che colora la veste di lei. Il cane, ai loro piedi, è un ulteriore simbolo di fedeltà coniugale, esattamente come la candela che, essendo unica, rappresenta Dio, che veglierà sulla vita dei coniugi, o può anche rappresentare quanto la vita terrena sia delicata e fragile, esattamente quanto una piccola fiammella.
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