“Perché non hai mai paura/Tu lanci la
ragnatela e vai!/Ti butti nell'avventura/Sei un eroe, non molli mai!”
cantava Giorgio Vanni nella sua più recente sigla del cartone animato dell’uomo
ragno. Ed è proprio di lui che parliamo oggi, del film più atteso dell’anno: “Spider-Man No Way Home”.
Capitolo che
mette la parola fine al contratto tra la Marvel
e la Sony, questo è il capolinea
dell’eroe che combatteva a colpi di ragnatele, del Peter Parker attuale. Lo
abbiamo conosciuto negli anni prima come Toby Maguire, poi come Andrew Garfield
e infine come Tom Holland. Ma bando
alle ciance, inziamo subito!
Questo capitolo si svolge a pochissima distanza dal precedente film, “Spider-Man Far From Home”, nella cui scena finale vedevamo J. Jonas Jameson incriminare il nostro eroe per la guerriglia di Londra e per la morte di Mysterio (Jake Gyllenhaal), rivelando infine chi si cela dietro l’eroe di quartiere. Il mondo, così, viene a sapere che sotto la maschera di Spider-Man si cela Peter Parker (Tom Holland).
La bellezza di questo film è che, nonostante la lunghezza (centoquarantotto minuti circa), non ci si annoia mai. Riusciamo a empatizzare con Tom Holland che con la sua recitazione ci fa piangere come fontane (letteralmente) quando vede l’amata zia May morire tra le sue braccia e di come quel lutto lo porti a sfogare tutta la sua rabbia sul suo assassino, Goblin. La furia cieca non gli permette di ragionare lucidamente e sarà proprio il Peter di Toby a farlo riflettere: il cattivo, che ha ucciso la sua amata zia, con la propria morte non ridarà vita alla donna e il dolore non verrà mai cancellato. La vendetta non serve a nulla. Se pensiamo, poi, che Goblin non è “lucido”, il suo omicidio sarà ancora più vano.
Tutti e tre gli Spider-Man devono convivere con un lutto importante: quello di Andrew che ha visto la sua Gwen morire sotto i suoi occhi e quello di Toby che ha subito la morte di suo zio Ben. Riescono, quindi, a comprendere cosa l’uomo ragno di Tom provi. All’inizio, però, lui non ci sta, non vuole crederci ed è umano: crediamo sempre che il nostro dolore sia maggiore degli altri, per poi renderci conto che è a pari livello. Riuscendo a capire che l’unione fa la forza, i tre si uniscono per combattere il male, ma non per ucciderli, quanto per salvarli. Non è necessario compiere un massacro. E si piange… e anche tanto.
Però, d’altro canto, si ride anche. Mentre i tre Spider-Man creano le cure per i villain, Ned si comporta ancora più da linea comica del solito, chiedendo a Toby e Andrew se hanno un migliore amico, alludendo a un Ned alternativo. È il primo a rispondere, ammettendo che sì, ce l’aveva, fino a quando non si è trasformato a sua volta in un cattivo che ha provato a ucciderlo. È grazie a lui che il film assume dei connotati più leggeri, altrimenti dalla sala non sarebbe uscito indenne nessuno e senza gli occhi lucidi.
Alla fine, guariti i cattivi, Dr Strange fa per rimandare tutti nel proprio universo, fino a quando non realizza che lo spazio-tempo è in rotta di collisione, che gli intenzionati a uccidere Spider-Man stanno arrivando da altri universi e quindi rimane una sola decisione da prendere: tutti devono dimenticare chi sia Peter Parker, tutti devono scordare la vera identità di Spider-Man. Sarà come se non fosse mai esistito. Personalmente possiamo dire che è un buon espediente per l’addio definitivo del personaggio che torna nelle mani della Sony. Nessuno ricorderà la sua esistenza, quindi verranno meno i buchi di trama a lui legati nella IV fase della Marvel. Nel dirsi addio, MJ e Peter promettono di ritrovarsi, un giorno. E così è: senza più nessuno che conosca la vera identità di Spider-Man e tutti gli annessi e connessi, la ragazza e Ned riescono a entrare nel MIT, quando lo stesso Peter va a conoscere MJ nel bar in cui lavorava. Un senso di deja-vu la pervade, alludendo che potrebbero presto tornare a essere una coppia.
E per quanto riguarda la post-credit scene…niente, Eddie e Venom non ha ancora risolto i loro problemi di coppia e li vediamo seduti a un bar sbronzi, prima di sparire per l’incantesimo del Dr. Strange. Sul bancone, però, rimane una melma “viva”: il simbionte non è sparito da quell’universo.
Che dire, noi ci siamo davvero emozionate con questo film, quindi se anche a voi è piaciuto, scrivetecelo nei commenti.
Un ottima recensione al mio supereroe preferito :D guardato 3 volte al cinema e mi ha fatto emozionare tantissimo tutte e 3 le volte *-*
RispondiEliminaGrazie per il commento! Anche noi siamo molto legate a Spider-Man e non vediamo l'ora che lo mettano su Disney+ per fare un altro rewatch!
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