Del resto, si sa… l’amore non è bello se non è litigherello. Ma se si fosse tanto felici con il proprio partner, tanto appagati, tanto disposti a scendere a compromessi, pensereste che qualcosa non vada in voi?
Diciamo che queste sono le domande che potrebbero fare da premessa a “Happily”; una dark-comedy che gioca sull’idea di amore perfetto costruita all’interno delle commedie romantiche, destrutturandolo e saturandolo verso l’estremo. Questo è un film del 2020 che ha subito diversi rallentamenti nella sua distribuzione a causa del Covid, noi di 4Muses abbiamo avuto la possibilità di vederlo in anteprima per l’Italia proprio durante l’Heroes International Film Festival. Non conosciamo ancora la data di distribuzione italiana.
Tom e Janet sono una coppia che sta insieme da anni, sono così perfetti l’uno per l’altra da suscitare l’invidia dei loro amici. Sembrano essere ancora, dopo anni, vittime di quel folle innamoramento che non è mai sceso nella “sopportazione”. Hanno ancora le farfalle nello stomaco tanto che, anche quando sono con gli altri, finiscono col mettersi le mani addosso senza troppo pudore. Sono, però, un difetto che una sorta di “angelo” deve cercare di riparare. Non possono esistere delle coppie così ben assortite, non possono esistere degli amori così soddisfacenti: l’uomo è fatto per accontentarsi e, in un certo senso, tradire. Le avventure che la coppia vivrà, dal momento in cui questo angelo incontrerà le loro vite, saranno il cuore di questo film e ci racconteranno qualcosa di ben più sordido e divertente delle solite commedie romantiche.
Quello che palesemente salta all’occhio guardando questo film è l’assurda felicità che contraddistingue questa coppia. Persino per noi, che stiamo osservando e descrivendo questo amore, ci sembra appropriato sottolineare l’ossessione sentimentale e amorosa che intercorre tra i due; proprio perché sono schifosamente felici. Allo spettatore, così come agli amici dei due, è palese che qualcosa non vada; sembriamo davvero progettati per non riconoscere quel tipo di amore incondizionato come innaturale e finto, il che fa anche sorridere. Sembra quasi che Happily voglia giocare con il suo spettatore facendoci rendere conto di quanto effettivamente siamo disillusi nei confronti dell’amore anche se molto spesso ci fermiamo a guardare le commedie romantiche. L’amore, quello perfetto, esiste solo nei film e sfidiamo chiunque di voi a dire il contrario.
Tra le quattro coppie (esclusa quella protagonista) che si muovono in scena intercorrono sentimenti con la quale è ben più facile entrare in empatia. Quelli che abbiamo davanti sono esseri umani e, in quanto tali, sono fallibili. Le loro relazioni si basano su segreti, bugie e sotterfugi, eppure è più facile credere che le loro siano relazioni normali piuttosto che l’amore che provano l’uno per l’altro i protagonisti. A ciò si aggiunge anche la malsana invidia che queste coppie hanno nei riguardi dei due protagonisti. Un sentimento che li porta ad allontanarli e a criticarli. Perché sì, l’erba del vicino è sempre più verde e loro lo hanno costantemente sotto gli occhi; il che li porta a provare un certo grado di insoddisfazione nei riguardi di ciò che hanno gli altri. Sono pronti, quindi, non solo a giudicarli, ma soprattutto a far di tutto affinché la loro perfezioni scoppi.
Senza scendere troppo nei dettagli; il film diretto da BenDavid Grabinski sembra essere destinato al pubblico più di quanto in realtà ci si possa aspettare da una commedia. Parla dell’invidia che molto spesso si prova nei confronti degli altri e ci spinge a riflettere e a ponderare anche sui nostri comportamenti. Siamo bravissimi a vedere cosa hanno gli altri senza considerare quello che stiamo lasciando andare noi per primi. E se gli altri sono più felici di noi, di certo, non è colpa loro… siamo noi stessi gli artefici della nostra felicità.
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