“Every lovely word starts to float away
and it feels like another day...
Now I'm dancing with the thought of you
and all of this just felt so true”
and it feels like another day...
Now I'm dancing with the thought of you
and all of this just felt so true”
- Dancing with the thought of you, Xeuphoria
La neve si posa gentile sui marciapiedi e sulle strade, delineando il palcoscenico serale di una città ampiamente illuminata dalle decorazioni natalizie e dalle luci dei negozi. Centinaia di persone vestite con abiti pesanti si accalcano nelle vie del centro, donando alla folla un incessante movimento indefinito. Il brusio di voci, che fa da sfondo, diventa quasi un coro natalizio che celebra la festività.
Egli cammina tra la folla, mentre distratto osserva le luci colorate e qualche albero che sembra sfoggiare le proprie decorazioni. D’un tratto, un pensiero sposta la sua attenzione su se stesso, guidandolo verso l'introspezione.
Quest’anno dovrà passare il Natale da solo e l’idea lo demoralizza significativamente. E qualunque pietanza deciderà di servirsi, il suo tavolo verrà apparecchiato solo per una persona. Nessuno che condividerà il pasto con lui, nessuno con cui si scambierà i doni. L’immensa vacuità di tale immagine gli procura quasi nausea.
Inevitabilmente i suoi pensieri lo riportano al Natale scorso, quando lei faceva ancora parte della sua vita. La sera della vigilia gli aveva preparato la cena, un gesto che lui aveva apprezzato molto. Non perché lui non sapesse cucinare o si rifiutasse di farlo: aveva invece gradito il pensiero, la cura e l’affetto manifestati da quell’azione. Quelle attenzioni erano un fuoco perpetuo nel gelido inverno.
Al giorno di Natale diede un particolare significato. In antichità, tale data fu scelta per celebrare l’avanzare della luce a scapito del buio. Per lui, la luce che avanzava splendeva in lei, che la proiettava sul domani delle loro vite.
Ora si vergogna a ripensare tutte quelle illusioni che aveva sognato a occhi aperti. Tutte quelle immagini sono così lontane, così sfuggenti… È accaduto realmente? O è stato solo un sogno?
Tra un pensiero e l’altro, il clima peggiora e il vento incalza con crescente insistenza tra le strade del centro.
Distratto dal freddo che s’abbatteva sul suo corpo, prende la decisione di tornare velocemente a casa. Il gelo è sempre più intenso e le strade sono sempre più confuse: la bufera è alle porte.
Rientra a casa rapidamente, ma in fondo che differenza fa? La tempesta sembra voler raggiungere l’interno dell’abitazione, come se lui l’avesse portata, come se fosse parte di lui.
Tra i diversi cimeli presenti, lo attira un carillon elettrico. Lo aveva ricevuto in regalo da lei il Natale scorso. Lui ha da sempre amato il suono di questi oggetti, come se avessero in sé qualcosa di magico, come se il meccanismo del loro funzionamento andasse oltre le loro componenti. Il suono che producono ha un che di sublime che non sembra proprio di questo mondo.
Aziona l’oggetto, che inizia a suonare una lenta melodia. Il suono si sovrappone a quello del vento insistente, lasciando quest’ultimo come un sottofondo. E mentre lui ascolta, una sensazione agrodolce lo pervade.
Sente quasi materializzare i ricordi del Natale precedente, combattuto tra la gratitudine di averli vissuti e l’amarezza della loro inattualità.
Quando la melodia s’interrompe, il vento sembra farsi più prepotente, ma lui distratto dalle sue emozioni e dalle sue riflessioni, non sembra neanche più farci caso.
“Come può qualcosa di così meraviglioso svanire da un giorno all’altro, com’è possibile che la bellezza sia così effimera”.
“E ora che è tutto svanito, quale altra luce potrò mai celebrare?”
“Il Natale non è che un periodo dell’anno, siamo noi a renderlo speciale. Sei stata tu a portarmelo, e ora, senza te, rimane solo neve che si deposita sul mio cuore”.
[Info]
Il racconto è stato scritto da Gianluca Boncaldo!
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