In Alice in Borderland ("Alice nella Terra di confine", giocando con la favola di "Alice nel Paese delle Meraviglie") viene raccontata la storia partendo dalle vite di tre ragazzi, Arisu (Kento Yamazaki) – il genio della compagnia, fissato con i videogiochi e nullatenente -, Karube (Keita Machida) – amico di Arisu, un barista che aspetta il giorno decisivo per fare la proposta di matrimonio alla sua amata – e Chota (Yuri Morigana) – lavoratore che mantiene economicamente sua madre. La trama parte da una Tokyo (a Shibuya per la precisione) affollata, dove tutti e tre i ragazzi vengono cacciati di casa o da lavoro per un motivo o per un altro, così decidono di sfruttare la mattinata per far baldoria. Un gioco pericoloso si trasforma in un incidente stradale, così sono costretti a nascondersi nei bagni della stazione per non essere presi. È lì che tutte le loro convinzioni vengono meno. Buio, silenzio, i telefoni smettono simultaneaente di funzionare. Quando escono dal loro nascondiglio, si rendono conto che non c’è più nessuno a Shibuya. La città è completamente deserta, a eccezione di loro tre. Uno schermo si illumina, rivelando ai ragazzi l’inizio di un game. In quel momento per loro comincerà un’atroce lotta per la sopravvivenza.
Nella serie tv viene posto il dilemma morare di cosa l’uomo è disposto a fare pur di sopravvivere, cosa o chi sarà disposto a sacrificare al solo scopo di vivere un giorno in più.
“Fin dove si spingeranno per sopravvivere?”
Alice in Borderland ha superato a pieni voti le nostre aspettative. I caratteri di ciascuno dei personaggi vengono analizzati nel profondo, dove ogni loro mossa o azione ha una motivazione ben precisa, non esagerata e ogni trauma non passerà in ventiquattro ore – come succede fin troppo spesso nei film o nelle serie tv in generale – ma lascerà ferite profonde che avranno ripercussioni continue nella trama. Ognuno dei personaggi plasma il proprio carattere da un desiderio di rivalsa, da una sorta di vendetta per la vita deprimente che aveva prima di arrivare nella terra di gioco. La domanda “Che facevi prima di venire qui?” sarà un modo molto utile per capire il background dei personaggi, per capire cosa li spinge a voler sopravvivere, a lottare contro tutto e tutti. Per molti la carta vincente sarà la disperazione, perché sono partiti da una vita passata al prendere schiaffi dalla vita stessa per poi trovarsi in un mondo dove l’unica regola è “vivi”. Alla disperazione non c’è scampo, in nessun caso e l’unico modo per chiedere perdono per i propri errori è quello di affrontare i propri demoni e imparare a conviverci. Bisogna stare nella disperazione per rafforzare il carattere, perché solamente toccando il fondo può ricominciare la salita.
All’appello
mancano ancora molte informazioni, questo perché saranno disponibili - forse - nella prossima stagione, che uscirà nel 2022. Noi ve la consigliamo caldamente,
quindi…che state aspettando?
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