La trama segue le avventure di Yuzuru Otonashi, un ragazzo che si trova catapultato in un mondo dove la prima persona che vede è una giovane con un fucile in mano che sta sparando una raffica di proiettili contro un’altra, ma impassibile. Attraverso il dialogo, Yuzuru scopre di essere morto sulla Terra e di star vivendo in una specie di limbo – ambientato in un liceo -, in cui non può morire nuovamente, ma solo resistere per non scomparire. Ma resistere contro chi? Così veniamo a sapere che la ragazza con il fucile si chiama Yurippe, leader dell’associazione SSS (Shinda Sekai Sensenm – Fronte del mondo dei morti). Lo scopo è quello di scovare Dioe di combatterlo perché quello che hanno in comune tutti i personaggi della SSS è che hanno avuto una tragica vita, segnata dall’ingiustizia.
In ogni puntata veniamo a sapere del turbolento passato dei vari membri: una
ragazza, il cui sogno era quello di diventare una musicista, perde la vita per
una lesione celebrale provocata dal padre mentre cerca di vivere con la sua
musica; un’altra, dopo un incidente, è rimasta bloccata a letto e non è mai
riuscita a camminare, aveva il sogno di una vita fatta di movimento e amore, un’altra
ancora non è riuscita a proteggere i fratelli dalla brutale aggressione di
alcuni malviventi, un altro è morto durante una partita a baseball
importantissima e così via. Sono tutti lacerati dal rimorso e dal desiderio di
rivalsa perché, se un Dio c’è davvero, allora perché permette tutte queste sofferenze?
Perché non fa nulla?
Si trovano tutti bloccati nel limbo e a “controllarli” c’è Kanade (che Yuri chiama “Tenshi”) una giovane priva di emozioni che
sembra rivestire il ruolo di guardiano e di far scomparire le persone presenti
in quel mondo. Ma che succede quando si sparisce? Yurippe non vuole scoprirlo e
convince Otonashi ad aiutarla nella sua impresa di cercare Dio. Oltre ai membri
della SSS, però, ci sono anche dei personaggi non giocanti (NPC) che
frequentano le lezioni come normali studenti, non dotati di libero arbitrio, ma
che servono a rendere normale la scuola. Ma, a parte questi ultimi, nessuno è
destinato a rimanere lì in eterno, soprattutto perché vivono nel tormento del
loro passato. Otonashi, però, ha una particolarità: ha completamente perso la
memoria. Riuscirà ad avere indietro i suoi ricordi?
Ma Dio, in tutto questo, chi è? C’è chi, tra i personaggi “giocanti” che proverà a elevarsi a divinità, ma solo a parole.
“In quanto conosciamo il dolore di vivere, abbiamo il diritto di diventare Dio.”
Malgrado
sia Otonashi il protagonista, sarà Yurippe a scoprire l’identità di chi ha “programmato”
quella realtà e, una volta libera dalle preoccupazioni e dai rimpianti, sarà destinata
anche lei a reincarnarsi, raggiungendo un traguardo che le era stato negato in
vita. L’anime, in un certo senso, punta a focalizzare l’attenzione sul
raggiungimento degli obiettivi - e se ci seguite su Radio Sapienza, sapete
quanto questo argomento ci tocchi nel profondo - prima che sia troppo tardi. La
morte è inevitabile, quindi tanto vale cercare di perseguire i traguardi per
non essere tormentati dai ricordi e dalla possibilità del “potevo fare
diversamente”.
Se avete voglia di piangere e, perché no, anche ridere, “Angel
Beats” fa proprio al caso vostro. Sono solamente tredici episodi (più due speciali
di tre puntate facoltative), ma per noi vale la pena vederli.
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