mercoledì 9 aprile 2025

#TheBeatles: Yesterday

Il brano di oggi è il più iconico di tutti i tempi: pubblicato nel 1965 nell’album “Help!”, ha più di 1600 cover e 7 milioni di passaggi radio-televisivi nel ventesimo secolo. Nel 1997 vince il Grammy Hall of Fame Award e nel 2000 MTV e Rolling Stone lo eleggono canzone pop numero uno di tutti i tempi.


Stiamo parlando di “Yesterday”, brano scritto interamente da Paul McCartney – ma accreditato lo stesso anche a John Lennon – nato in un modo così misterioso, e dal destino così scritto che potremmo definire metafisico.
 
Yesterday
(Ieri)
All my troubles seemed so far away
(Tutti i miei problem sembravano così lontano)
Now it looks as though they’re here to stay
(Ora sembra che stiano qui per rimanere)
Oh, I believe in yesterday
(Oh, credevo nel ieri)

Per il testo complete basta cliccare qui.

Quando Paul si trasferisce a Londra da Liverpool, lo fa andando a vivere a casa della sua fidanzata dell’epoca, Jane Asher. Lì aveva un’intera mansarda solo per lui che, seppur piccola, era provvista di tutto quello di cui aveva più bisogno: un letto e un pianoforte. Mentre stava sognando, improvvisamente, gli viene in mente una melodia. Si alza subito per suonarla al piano ripetitivamente, cercando di ricordare dove l’avesse già sentita, ma la risposta non arriva. Chiede aiuto a chiunque in casa Asher – la madre, Margaret, era insegnante di musica alla prestigiosa scuola Guildhall – ma nessuno sembra saperlo.
Andando negli studi di Abbey Road, chiede anche a John e George Martin, ma ancora, nessuno sa niente. Quando qualche giorno dopo contatta anche l’amica Alma Cogan – cantante con un’ampia conoscenza dei brani popolari – e quando anche lei gli conferma che non ha mai sentito nulla del genere, Paul decide di lavorare sul brano.
Parte dalla melodia, con un testo totalmente assurdo e privo di senso: “Scrambled eggs, oh my baby, how I love your legs, scambled eggs” (trad. “Uova strapazzate, o piccola, quanto amo le tue gambe, uova strapazzate”).

Poco dopo i Beatles partono in giro per l’Europa per registrare il film “Help!” e Paul chiede se può avere sempre un pianoforte in scena, così durante le pause continua a lavorare sul brano. Lo fa in modo talmente ossessivo che si prende una bella strigliata dal regista del film, Richard Lester, stanco di sentire a ripetizione quella melodia.
Quando trova una pausa di qualche giorno, Paul ne approfitta per fare una vacanza in Portogallo insieme a Jane e nel tragitto in macchina, in direzione di Albufeira, mentre lui è quasi addormentato nel sedile posteriore, canticchia ancora quel motivetto, provando a dare un senso alle parole, ma le uniche che gli arrivano sono le sillabe “yes-ter-day” e “sud-den-ly”. Parte da qui, con il sentore di dare un tono triste alla canzone, perché lui stesso ama le canzoni tristi. Il testo arriva subito, lì, in macchina, sempre mezzo addormentato.

Tornato a Londra, lo porta completo alla band ma Ringo, George e John si accorgono presto che non riescono a mettere mano sulla melodia, così decidono di renderlo un brano totalmente solista di Paul, che accetta, seppur incerto. Solo George Martin ha l’idea di metterci un quartetto di archi… ed è così che è nato “Yesterday”.

Alla sua uscita rimane per undici settimane nella classifica dei 100 dischi più venduti negli Stati Uniti, secondo Billboard Hot 100.
Rimane primo in classifica per quattro settimane, con un milione di copie vendute in appena cinque.

Anche se è facile pensarlo, i fan e gli esperti musicali hanno subito associato il brano a una dedica per la madre, morta otto anni prima per un cancro. Paul ha sempre negato, ma solo da maturo ha capito che in un certo senso questa spiegazione ha una sua logicità: seppur scritta in modo inconscio, non è da escludere che stava processando il lutto per la madre.

Quando ho scritto Yesterday mi ero da poco trasferito a Londra da Liverpool, e stavo cominciando a vedere un nuovo mondo di possibilità che si apriva davanti a me. Tutti i miei ieri coprivano un lasso di tempo piuttosto limitato, a quel tempo. Adesso la canzone mi sembra addirittura più importante – sì, più commovente –, perché è passato tanto tempo da quando l’ho scritta. Lo ammetto, è un aspetto dello scrivere canzoni e del suonare musica che amo molto.

- Paul McCartney

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