mercoledì 19 maggio 2021

#Arte: Pablo Picasso

Se dovessimo provare a parlare di tutti gli esponenti di arte figurativa che hanno segnato la storia dell'arte non ci basterebbe tutta una vita; Berthe Morisot, Koson Ohara e Alphonse Mucha sono solo alcuni degli artisti di fama mondiale di cui vi abbiamo parlato, e non vediamo l'ora di farvi conoscere moltissimi altri personaggi.

Nell'articolo di oggi spostiamo il focus su Pablo Picasso, un artista che, lo ammettiamo senza problemi, non gradiamo particolarmente, ma che ha comunque senza dubbio lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte e plasmato il concetto di "arte e bellezza" che la società aveva nel XX secolo (e non solo).
Pablo Picasso, abbreviazione di Pablo Ruiz y Picasso, a sua volta abbreviazione dell'infinito nome che gli venne dato alla nascita: Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Maria de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Picasso, nasce il 25 ottobre 1881 a sud della Spagna a Malaga, in Andalusia.
Figlio del pittore e docente alla Scuola delle Belle Arti di MalagaJosé Ruiz y Blasco e di Maria Picasso y Lópezde Oñate - di origini genovesi -, fu fin da piccolo incoraggiato dal padre che sostenne il suo talento artistico e lo introdusse allo studio dei grandi maestri della storia dell'arte e all'arte della pittura.
Nel 1889 (quando aveva otto anni), il pittore dipinse la sua prima opera, Il Picador, e fu ben chiaro fin da subito a tutti l'incredibile talento del bambino, tanto che quando nel 1895 - a quattordici anni - si trasferì a Barcellona con la famiglia dopo la morte della sorella minore avvenuta lo stesso anno, il pittore si inserì all'istante nei maggiori circoli d'arte, partecipando alla vita intellettuale della città catalana che in quegli anni era nel pieno fervore del Modernismo (o Art Nouveau).
Aprì il suo primo atelier dopo un anno - nel 1896 - con l'appoggio e l'aiuto del padre, e proprio qui
Pablo Picasso e Manuel Pallarès
videro la luce gli oli su tela che segnarono l'inizio ufficiale della carriera del giovanissimo Pablo Picasso: La primera comunión (letteralmente La prima comunione) e Ciencia y caridad (letteralmente Scienza e carità), guadagnandosi con quest'ultima tela una menzione d'onore alla mostra nazionale di Belle Arti a Madrid.

Proprio a Madrid si trasferì per un brevissimo periodo della sua vita, nel 1897, incoraggiato dalla sua fama e dal suo successo e a causa dei continui disaccordi con il padre che lo voleva a studiare a Monaco di Baviera. Lì venne ammesso all'Accademia Reale San Fernando ed ebbe la possibilità, grazie alle sue frequenti visite al Museo del Prado e all'atmosfera della Capitale, di dare una svolta incisiva alla sua formazione artistica.
Come abbiamo detto, Picasso rimase nella città madrilena per un brevissimo periodo: infatti, nell'inverno del 1898 si ammalò gravemente di scarlattina e fu costretto per ben otto mesi ad Horta de Sant Joan, ospitato dai genitori del pittore Manuel Pallarès (1876-1974), carissimo amico di Picasso con cui rimase amico per settantotto anni e che conobbe quando avevano rispettivamente tredici e diciannove anni.

Ritornato a Barcellona dopo la malattia, venne a conoscenza d'Els Quatre Gats (letteralmente I Quattro Gatti) nella Casa Martí, un ostello adibito a ristorante e birreria ispirato al famosissimo locale Le Chat noir (letteralmente Il Gatto nero) di Parigi.
L'idea del locale fu così tanto vincente che Els Quatre Gats divenne uno dei luoghi d'incontro preferiti della "Rinascenza catalana" e ospitò artisti e personaggi di ogni tipo.
Qui Picasso, assiduo frequentatore del locale, conobbe e fece amicizia con Ramon Casas (1861-1931), Miquel Utrillo (1862-1934), Santiago Rusiñol (1866-1932) e Carlos Casagemas (1880-1901), e sempre qui, nel Febbraio e nel Luglio 1900, inaugurò le sue due prime mostre personali.

Non si può parlare di Pablo Picasso senza menzionare i due periodi storici più importanti della sua vita, nonché i più conosciuti: il Periodo Blu e il Periodo Rosa.

La Vie, Pablo Picasso, 1903.
"Le sue immagini, non solo malinconiche, ma profondamente depresse, non ispirarono affetto nel pubblico o negli acquirenti. Non era stata la povertà a portarlo a dipingere i poveri della società, ma piuttosto fu averli dipinti a renderlo povero."

L'inizio del cosiddetto "Periodo Blu" è incerto, ma si pensa che ebbe inizio quando, dopo la scoperta della morte di Casagemas (che dopo essere venuto a conoscenza dei numerosi tradimenti subiti da parte dell'amata, si suicidò il 17 Febbraio 1901 con un colpo di pistola alla tempia), che portò Picasso a vivere stati depressivi sempre più profondi.
Il Periodo Blu è caratterizzato principalmente da una palette monocromatica nei toni del blu e blu-verde e da personaggi e ambientazioni sempre più tristi e dolorosi: prostitute, malati, ubriachi, mendecanti. Furono proprio questi personaggi - pervasi da solitudine e disperazione -, uniti alle atmosfere depresse e fredde dei quadri, a far cadere Picasso in un profondo stato di povertà; Le persone non erano interessate a esporre - da nessuna parte - questo tipo di opere.

Nel 1904 il pittore si recò e si stabilì definitivamente a Parigi, dove affittò una vecchia fabbrica al numero tredici di Rue Ravignan, riconvertita nel 1889 in atelier.
Lo studio fu assiduamente frequentato da numerosissime personalità di spicco, tra cui André Derain (1880-1954), Maurice Denis (1870-1943), Max Jacob (1876-1944), André Salmon (1881-1969) e Guillaume Apollinaire (1880-1918), e Picasso si lasciò alle spalle sempre di più il suo periodo di depressione profonda.
Nonostante il suo continuo stato di povertà, questo fu uno dei periodi più belli della sua vita; con i suoi amici e colleghi, infatti, si divertiva a frequentare i cabaret di Montmatre, a "fare Degas" (cercando di emulare il suo carattere fumantino e irrequieto) e, di tanto in tanto, si lasciava andare ai piaceri dell'oppio; proprio in questo periodo, aiutato certamente dalla relazione con la scrittrice e modella Fernande Olivier (1881-1966) conosciuta nell'atelier di Parigi, le tristi tonalità e ambientazioni dei quadri del Periodo Blu lasciarono spazio al rosa, al rosso e all'arancione, così come ad ambientazioni
Los dos hermanos, Pablo Picasso, 1906.
decisamente più spensierate (arlecchini, figure circensi, pagliacci). Questo periodo fu successivamente nominato dagli storici dell'arte "Periodo Rosa", e durò dal 1904 al 1906.

Nel 1906 visitò insieme alla compagna Gósol, un paese nei Pirenei. Lì venne a contatto con la statuaria iberica preromana, che non badava né alle proporzioni, né alla prospettiva, né all'armonia; da questo momento nacque il concetto estetico che diverrà successivamente il suo marchio di fabbrica e che lo renderà ancora più conosciuto: il Cubismo.
Fu sono un anno dopo, nel 1907, che venne alla luce una delle sue opere più famose del pittore: Les demoiselles d'Avignon (conservato al MoMA di New York).
Soggetti dell'opera: cinque donne nude in un bordello barcellonese, realizzate in modo scomposto, innaturale e geometriche.

Negli anni del suo periodo cubista si legherà strettamente a George Braque (1882-1963), e i due lavoreranno a strettissimo contatto, tanto che creeranno opere simili a tal punto da risultare indistinguibili; proprio in questo periodo la fama e la notorietà di Picasso raggiungeranno il picco più alto della sua carriera.
La fase cubista durerà ben dieci anni, in cui il pittore si mostrerà sempre più affascinato dalla semplificazione delle forme, ma nel 1917, anche a seguito di un viaggio in Italia, il suo stile pittorico si stravolgerà nuovamente e tornerà a un modello rappresentativo più tradizionale chiamato "periodo neoclassico".

Conosciuto sicuramente per l'importanza che ebbe a partire degli anni '30 del Novecento, Picasso viene considerato una delle voci rivoluzionarie del cosiddetto "secolo breve".
La sua fama non diminuì affatto, ma mutò la sua reputazione: sotto il regime di Hitler cominciò a essere denigrato e additato come autore di un'arte degenerata eppure, tra il 1930 e il 1939, furono numerosissime le mostre da lui organizzate in giro per il mondo. Famose sono quelle di New York, Parigi, Inghilterra e Spagna.
In quest'ultimo paese fece ritorno nel 1934, ma il clima era tutt'altro che calmo: dal luglio del 1936 al marzo del 1939, infatti, la Spagna fu teatro di una sanguinosa guerra civile che vide scontrarsi le truppe fedeli al governo repubblicano con le milizie nazionaliste di Francisco Franco. Picasso fu profondamente turbato dalle ferocità e dalla violenza che si trovò costretto a vivere, e in pochissimi mesi - dall'aprile al giugno 1937 -creò quella mastodontica opera simbolo del '900 che tutti conosciamo: Il Guernica.
Nonostante la nomea di "il più degenerato degli artisti"; i militari nazisti non infastidirono mai Picasso, ma gli venne imposto di non esporre più le sue opere al pubblico.
Morì a Mougins, - comune francese nel dipartimento delle Alpi Marittime -, l'8 aprile 1973 alla veneranda età di novantuno anni, stroncato da un edema polmonare acuto.

Molte sono gli avvenimenti della vita di Picasso che non siamo riuscite a inserire in questo articolo, e questi sono solo i punti salienti della sua esistenza.
Vero, sul piano artistico Picasso potrà non essere il nostro preferito, ma arrivati alla fine di questo articolo, speriamo voi abbiate compreso il perché la sua vita ci sta così tanto a cuore.

Piccola curiosità: quando nel 1911 venne rubata la Gioconda, Picasso finì nella lista dei sospettati, a causa dell’amico poeta Apollinaire che, condotto in commissariato per un interrogatorio, fece il nome dell’artista. Vennero entrambi rilasciati dopo qualche ora. L’opera invece fu recuperata due anni dopo, nel 1913, a rubarla era stato un italiano, Vincenzo Peruggia.


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