Vi abbiamo già parlato del film “Ultima notte a Soho” e non abbiamo voluto inserire spoiler in quella recensione, ma oggi vorremmo scendere nei dettagli parlandovi più approfonditamente della protagonista: Eloise (Thomasin McKenzie). Vi faremo degli spoiler sul film, proprio per poter cercare di porre l’attenzione su tutte le caratteristiche che la riguardano. In particolare ci concentreremo su archetipi e simbolismi che è possibile individuare con un’attenta visione al cinema.
Non ci soffermeremo a parlarvi della trama, ma ci teniamo a precisare che Eloise dalla Cornovaglia ha deciso di trasferirsi a Soho, a Londra, per poter inseguire i propri sogni di Fashion Designer. Lei vorrebbe fare la stilista e, lasciandosi alle spalle la nonna (suo unico legame familiare), non ha molto da perdere. La madre è morta suicida, e questa è una delle prime informazioni che ci vengono fornite dalla stessa ragazza una volta arrivata nel suo dormitorio. Qui c’è un ambiente che un po’ ricorda quello che è possibile respirare in Suspiria, specialmente nella versione di Guadagnino. Le compagne del dormitorio non sono particolarmente accoglienti e la sua compagna di stanza la tratta davvero come se fosse l’ultima ruota del carro. Il confronto tra donne è immediato e spiccato, ma del resto il mondo dell’arte è un ambiente settoriale in cui o si è preda o predatore; e il volto angelico e innocente della stessa Eloise non la dipinge certo come una predatrice.
L’ostilità delle sue compagne di dormitorio, ben presto, la porta a prendere una decisione: quella di trasferirsi. Decide, così, di prendere un monolocale a Soho e di vivere al piano superiore di una palazzina (un duplex) amministrata dalla Signora Cooper (Diana Rigg). La Signora Cooper è una donna molto particolare e le impone la regola del non portare i ragazzi al piano superiore durante le ore notturne; una regola assai fondamentale che preannuncia ciò che avremo modo di vedere man mano la narrazione andrà avanti.
Una volta arrivata all’interno di questo appartamento, Eloise inizia ad avere dei sogni così vividi da restarle impressi sulla pelle. Una volta chiusi gli occhi, infatti, viene trasportata all’interno degli anni ’60, in quella che sembrerebbe essere la straordinaria vita di Sandy (Anya Taylor-Joy). La bionda, con la sua sinuosità, con il suo talento e la sua bellezza, iniziano ad ispirare il talento e la vita della stessa Eloise. Sandy diviene la sua musa, la disegna come modella per i propri capi e cerca in qualche modo di somigliarle. Lei, così bella, così libera, così fresca, è decisamente all’opposto di ciò che Eloise è in realtà: mora, piccoletta e ancora acerba nelle sue esperienze.
Man mano che i sogni si fanno più intensi e il mistero sulla vita di Sandy si infittisce, Eloise è portata ad essere spaventata da questi sogni e il mondo onirico prende le sembianze di un vero e proprio incubo. Sandy, infatti, raggirata dall’uomo di cui si era infatuata, non diventerà mai la stella che cavalca i palchi dei più famosi club, quanto più una donna sfruttata per appagare il sesso maschile proprio sul letto nella quale la stessa Eloise si addormenta ogni sera. Quello stesso letto è stato, però, spettatore di atroci delitti che in un primo momento designeranno Sandy come la principale vittima.
Tutto questo serve per poter cercare di esplicare al meglio quello che viene vissuto dalla stessa Eloise, perché le sue reazioni e le sue azioni saranno profondamente condizionate proprio dalle visioni che lei avrà ogni singola notte. Noi lo possiamo intuire, attraverso quella che è la visione del film: lei non ha mai avuto un ragazzo. Ovviamente non ci viene detto, ma possiamo pensare ciò per il modo con cui si approccia all’altro sesso e per il fatto che venga dalla Cornovaglia e che quindi abbia fatto poche esperienze di città. Questo elemento, quello della verginità, la fa sembrare in tutto e per tutto un archetipo dell’immaginario femminile, quello della Final Girl. Per definizione, la ragazza finalista è colei che riesce a sopravvivere all’assassino e a smascherarlo all’interno delle narrazioni horror. Questo film non viene categorizzato all’interno di questo genere cinematografico, ma ne presenta comunque alcuni elementi.
Sarà, infatti, Eloise ha scoprire chi è realmente il colpevole delle visioni che lei ha, chi realmente sia stato ucciso e chi realmente sia Sandy. Sarà la protagonista a lottare con le unghie e con i denti per la propria libertà, per cercar di fare giustizia e per poter cercare di trovare una soluzione al mistero che ha iniziato ad affliggerla in sogno.
Eloise ha tutte le caratteristiche per essere una final girl.
Se dovessimo formulare una sorta di checklist potremmo immediatamente spuntare:
- Verginità
- Rapporto stretto con l’assassino
- Cambiamento ed evoluzione della propria personalità
- Superamento delle proprie paure
La final girl, dunque, raggiunge lo stadio di maturazione non attraverso il sesso, ma letteralmente attraverso il bagno di sangue. Lei non perde la propria verginità, nel letto in cui crede che Sandy sia stata uccisa e di solito si sa che il primo rapporto sessuale viene proprio suggellato dalla perdita di sangue per la parte femminile. Eloise, intenta ad approcciarsi col suo compagno di classe, non perde la verginità, ma viene oniricamente cosparsa del sangue di Sandy. Del resto i liquidi nei film dell’orrore sono tutto, ma di questo ve ne parleremo in un altro articolo.
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