Noto come caso editoriale prima in Giappone e poi a livello mondiale, questo romanzo (uscito nel 2021) di neanche trecento pagine ha conquistato il nostro cuore per la delicatezza della storia. Nel libro, viene raccontata la storia da Nana, un gatto maschio nato come randagio e poi preso in casa da Satoru Miyawaki. La loro è un’amicizia quasi simbiotica, costruita passo dopo passo. Nana, chiamato così per la coda a forma di uncino da ricordare un sette, conosce il suo padrone umano per caso, mentre si era addormentato sulla station wagon argentata dell’umano. Satoru, da sempre innamorato dei felini, inizia a stringere con lui un legame “di pancia”, sfamandolo ogni volta che faceva ritorno a casa dal lavoro. In una delle sue passeggiate, però, Nana ha un incidente e con le poche forze si trascina fino a casa dell’umano che, rivivendo il trauma di un altro suo gatto morto per lo stesso motivo, lo porta in una clinica veterinaria, lo fa curare e completa il percorso riabilitativo del micio portandolo a casa propria. Passano insieme cinque anni, fino a quando Satoru non fa entrare Nana nel trasportino, lo carica sulla station wagon argentata e cominciano insieme un viaggio per il Giappone.
Satoru non può più vivere con il felino, nonostante il loro sia un legame dell’anima, ma il viaggio sarà anche un modo per ripercorrere l’infanzia drammatica del ragazzo protagonista. Nana, grazie all’incontro con gli umani amici del suo padrone e con i loro animali, riuscirà a spiegare al lettore quanta affinità può esserci tra un gatto e il suo padrone.
Se avete pianto con storie tipo “Io & Marley” o “Hachiko”, questo romanzo fa proprio al caso vostro. Nana è un gatto che ha un passato da randagio, sa cacciare e cavarsela in ogni situazione, ma tiene comunque a cuore il suo umano e i suoi amici. Sveglio e intelligente, capisce Satoru senza neanche il bisogno di parole e fa di tutto per rimanere al suo fianco fino alla fine, a costo di passare giorni interi in mezzo alla neve.
Si tratta di una sorta di fiaba moderna molto dolce, capace di toccare le corde dell’anima e di colpire per la semplicità del linguaggio e la magia di ciò che le parole evocano. Grazie a Satoru e Nana, viaggiamo per il Giappone, dai campi di susuki fino alle pendici del monte Fuji, scoprendo le diverse sfumature dell’amore e tornando bambini, quando la vita sembrava solo un gioco.
Leggendo questo romanzo ci rendiamo conto di quanto bisogna sempre vivere il momento, perché non sappiamo mai quando il nostro viaggio avrà fine. In questo a sorprenderci è proprio Nana che, con la sua testardaggine, fa di tutto per arrivare al suo obiettivo, quello di non separarsi da Satoru, di vivere insieme a lui fino alla fine dei suoi giorni. Non siamo riuscite a trattenere le lacrime una volta giunte alla parte finale, in cui il loro legame si dimostra più saldo che mai, soprattutto quando verrà spiegata la ragione per cui Satoru non potrà più occuparsi del suo amato gatto.
Un romanzo leggero, che permette di ridere, sorridere, ma anche piangere come una fontana. Questo libro ha toccato le corde della nostra anima e non è necessario avere o aver avuto un gatto per commuoversi con “Cronache di un gatto viaggiatore”. Quindi, seguirete il nostro consiglio e lo leggerete?
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