Nel corso della storia, sono state tante le donne che, per coercizione psicologica degli uomini (ma non solo), hanno avuto ripercussioni gravi nella loro vita. Ma a volte basta anche una sola diceria per mandare a rotoli la reputazione di una persona.
Questo è il caso della Regina Giovanna di Castiglia, e oggi racconteremo la sua storia. Forse non tutti hanno familiarità con questa regnante spagnola, ma è passata alla storia come “Giovanna la pazza” (Juana la loca).
Sciogliamo
subito il primo dubbio: era davvero pazza? No, o almeno, non all’inizio. A
tacciarla di pazzia fu per lo più suo padre, i cui intrighi trascinarono
Giovanna in una spirale di morbosità affettiva e la resero una vittima
inconsapevole di ciò che le stava accadendo intorno. Vi basti pensare che dei
suoi settantacinque anni di vita, quarantasei li passò in carcere.
Se uno non è
pazzo, ci diventa; ma andiamo con ordine.
Giovanna
nacque nel 1479 a Toledo da Ferdinando di Castiglia e Isabella d’Aragona. A sedici
anni venne promessa sposa a Filippo I, detto “il Bello”, duca di Borgogna, erede
di Massimiliano I d’Asburgo (imperatore del Sacro Romano Impero). Il matrimonio
serviva per evitare un’alleanza di Massimiliano con i Francesi, e il loro erede
avrebbe governato su un vastissimo regno. Così Giovanna partì dalla Spagna alla
volta delle Fiandre.
Dopo tre giorni in mare, le sue navi s’imbatterono in una
tempesta, ma questo non spaventò la futura regina, anzi: racconterà a una delle
sue figlie quanto lei, in quel momento, si fosse sentita in sintonia con il
mare in burrasca. Nonostante arrivò dal suo futuro sposo fradicia e
infreddolita, Filippo se ne innamorò immediatamente. Nel 1496 si sposarono a
Lier, il giorno stesso dell’arrivo di lei nelle Fiandre.
Giovanna
era una donna forte, ma non era ben vista dalla società. Era sensuale negli
atteggiamenti, cosa disdicevole per una donna dell’epoca e aveva un
rifiuto per la religione cattolica. Sua madre, Isabella, la
costringeva ad assistere ai roghi in cui gettava gli infedeli e gli eretici,
cosa che traumatizzò non poco la giovane. Inoltre, proprio per questo suo
allontanamento, si ritenne che si fosse avvicinata alla cabala giudaica ed era
sospettoso il fatto che andasse spesso a cavallo in solitaria.
Dal matrimonio con Filippo nacquero sei figli; la loro passione fu travolgente,
ma ancora più forte fu la gelosia che provava Giovanna nei confronti del
marito. Non era strano per un sovrano giacere con delle concubine o avere in
dono delle donne, ma lei era tutt'altro che contenta. Le sue scenate di gelosia
(all’epoca considerate “isteria”) divennero via via più gravi, al punto che
arrivò a minacciare di lanciarsi dalla finestra.
Andò nel 1503 in Spagna per l’investitura di Principessa delle Asturie, nel mentre, però, diede alla luce il quarto dei sei figli; la madre fece di tutto per obbligare Giovanna a restare, ma le forti pressioni psicologiche della genitrice e la lontananza da Filippo sfociarono in crisi che alimentarono voci già persistenti sulla sua precaria salute mentale. Rientrata nelle Fiandre nel 1504, scoprì nuovamente suo marito a letto con un’amante e sfregiò la rivale con un paio di forbici.
Lo stesso anno morì sua madre, e questo vuol dire solo una cosa: le spettava il regno di Castiglia. Suo padre, Ferdinando, cercò di sposarsi velocemente nella speranza di un erede maschio. Inoltre affermò di essere interessato a lasciare la Castiglia solo se il marito di Giovanna, Filippo, avesse firmato un documento in cui attestava l’infermità mentale della consorte, regnando in sua vece. L’accordo durò appena due mesi, perché Filippo morì. Le urla della donna furono strazianti, continuava a premere le labbra su quelle del defunto consorte, come per risvegliarlo. Dato che l’ex regnante voleva essere sepolto a Granada, durante tutto il tragitto del corteo funebre, Giovanna chiese continuamente di aprire la bara per vedere se il marito si fosse svegliato.
La vita di Giovanna non migliorò, anzi, peggiorò con un’epidemia di peste che, miracolosamente, si risolse quando Ferdinando tornò a sostenerla. Quest’ultimo allontanò la figlia dalla reggenza, facendo alimentare l’ipotesi che fosse stato lui stesso ad avvelenare Filippo. La donna venne rinchiusa nel Real Monastero di Santa Clara. Nel 1516 Ferdinando morì e così i regni di Castiglia e Aragona passarono a Giovanna e a suo figlio Carlo. Lui, sedicenne, era destinato a diventare uno dei sovrani più potenti d’Europa. Non liberò la madre, anzi, quando andò a trovarla perché avesse la benedizione di regnante, la trovò cambiata e con l’ultima figlia avuta con Filippo, Caterina, al suo fianco.
Carlo provò a liberare la sorellina, arrivando anche a sequestrarla, ma
la pazzia della madre lo sconvolse a tal punto che gliela riportarono.
Intanto il
popolo era ostile a Carlo e voleva Giovanna sul trono, quindi iniziarono le
rappresaglie; lei, però, appoggiò il figlio, che quindi riuscì a sedare le
rivolte. Non contento, però, la fece esiliare e mettere sotto stretta
sorveglianza, permettendo ai suoi aguzzini di arrivare persino a torturare la
donna in caso di necessità. Definita “Giovanna la pazza”, venne ricondotta a
palazzo, allestito come un carcere. Si aggirava per le stanze come un fantasma,
vaneggiava di streghe e mostri avuti in sonno. Suo nipote, che sarebbe divenuto
Filippo II di Spagna, provò a farla convertire negli ultimi anni di vita che le
rimanevano, ma senza successo.
Si spense nel 1555, dopo quarantasei anni di
prigionia.
Quindi, adesso, dopo questo articolo, rimettiamo la parola a voi: era pazza o la fecero impazzire?
Nessun commento:
Posta un commento