Dal 20 aprile, in sala, potete andare a vedere “La casa - Il risveglio del male”, diretto da Lee Cronin e prodotto da Sam Raimi. La pellicola fa parte della saga lanciata dallo stesso Raimi nel 1981, con protagonista Bruce Campbell. La storia prende il via dal cortometraggio “Within The Woods” del 1978, realizzato con lo scopo di attirare finanziatori per la realizzazione del film vero e proprio.
Il progetto di questa pellicola era rimasto sospeso fino al 2019. Vi era indecisione sul modo con cui poter far proseguire questa saga, anche perché dai film è nata anche una serie tv. Alla fine lo sviluppo continuò quando Raimi scelse Lee come regista, con cui aveva già avuto modo di collaborare.
Il risveglio del male è in tutto e per tutto il reboot della saga, ma anche il quinto capitolo in ordine cronologico. Le premesse, infatti, non cambiano: il male viene risvegliato attraverso la scoperta di alcune registrazioni in vinile e lo sfoglio del libro dei dannati. Le vittime designate, in pieno centro cittadino, sono i membri di una famiglia, tre figli che vivono con la madre. La sorella della donna va a trovarli e durante la notte iniziano a verificarsi degli strani eventi: successivamente a una scossa di terremoto, il figlio maggiore (Morgan Davies) scopre un caveau nascosto al di sotto del parcheggio del loro palazzo, al suo interno vi trova dei vinili e un libro. La curiosità lo spinge a portare in casa quei strani reperti e incuriosito decide di ascoltare ciò che è stato inciso sul disco. Le parole incise sul vinile, però, hanno il potere di risvegliare una forza oscura che immediatamente prende possesso dalla madre, privandola della vita. Da qui iniziano tutti gli attacchi nei riguardi dei tre ragazzini e della loro zia.
Con questo horror tornano in auge degli argomenti assai cari a questo genere. La femminilità, infatti, viene posta al centro del racconto delegata nei più classico dei cliché delle colpe sulla quale il male può far leva. La prima vittima designata è la madre (Alyssa Sutherland) che, in un primo momento, cerca di resistere alla forza oscura affinché essa non prenda anche i suoi figli, ma la sua resistenza si mostra ben presto vana. Dall’altra parte, l’arrivo di sua sorella (Lily Sullivan) mette al centro del racconto la maternità. La donna ha da poco scoperto di esser incinta ed è per questo che ha deciso di “tornare a casa”. Ben presto, a causa della possessione di Ellie, Beth si dovrà far carico della protezione dei tre ragazzi cercando di accettare il suo ruolo di futura madre.
In questo film ci sono tutte le caratteristiche del cinema di Raimi. Nonostante, infatti, non sia lui alla regia, si può comunque ben notare la sua mano. Gli jump scare, il sangue, le immagini e la inquadrature tutte incentrate per poter riuscire a spostare l’attenzione del pubblico dove la camera vuole, su ciò che vuole il regista. L’orrore così si condensa attraverso i volti dei protagonisti, il sorriso di Alyssa Sutherland è dannatamente inquietante e riesce a calamitare tutta la tensione dello spettatore.
Raimi offre paura controllata e intrattenimento misto a sangue. Lo splatter la fa da padrone, ma del resto questo doveva essere un altro capitolo degno di questa saga.
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