Abbiamo già dato alcune anticipazioni su questa serie, tramite le parole dei suoi interpreti e dei suoi creatori, ma è giunto il momento di analizzare un po’ più nel dettagli questa spy-story. Ovviamente stiamo parlando di Citadel, serie tv di Prime Video che abbiamo avuto modo di vedere durante il fan screening organizzato proprio a Roma.
Sappiamo già che sono in produzione altri due spin-off su questa storia, proprio perché l’ambizione con cui è stata creata è quella di riuscire a connettere il mondo delle maestranze così da poter creare una narrazione in grado di intrattenere un ampio e globale pubblico. Tra Italia, India, Messico e Spagna, sono tante le tappe che questo show è stato in grado di coinvolgere proprio per poter riuscire a creare la realtà tangibile di Citadel. Del resto, questa è un agenzia di spionaggio che agisce su tutto il territorio globale, quindi riuscire a stabilire diverse tappe narrative riesce quasi a rendere reale ciò che è stato immaginato.
La prima puntata si apre proprio sulle Alpi italiane. Qui, su un treno ad alta velocità, iniziamo a vedere come si muovono sul campo le due spie più esperte di Citadel: Nadia Sinh (Priyanka Chopra-Jonas) e Mason Kane (Richard Madden). Lo spy-duo viene guidato a distanza da Bernard (Stanley Tucci), mente geniale che si muove nelle retrovie dell’azione; un personaggio complesso che riesce a racchiudere in sé sia il cervello che il braccio dell’azione. Ma qualcosa non va: Nadia si trova faccia a faccia con alcuni esponenti di Manticore, agenzia che si contrappone a Citadel con l’obiettivo di raderne le radici. Durante lo scontro, quando il treno deraglia, Nadia e Mason vengono creduti morti, ma in realtà hanno solo perso i loro ricordi e nei successivi otto anni vivono delle vite normali lontano dall’azione.
Ci spostiamo, infatti, in Oregon luogo in cui Mason ha ripreso in mano la propria vita mettendo su famiglia. Il richiamo all’avventura avviene in fretta, Citadel non è morta ed è pronta a risorgere dalle proprie ceneri. Bernard, infatti, richiama sul campo Mason promettendogli di fargli recuperare i ricordi grazie all’iniezione di un siero in grado di sbloccare il cip impiantato nelle spie per impedir loro di rivelare i segreti dell’organizzazione. Inutile dire che la fiala di Mason andrà distrutta e che, di conseguenza, dovrà entrare sul campo senza ricordare il proprio addestramento.
Proprio per questo Richard Madden aveva sottolineato la complessità di portare in scena questo personaggio. È facile intuire che l’assenza di memoria sia anche un deus ex-machina per poter permettere l’andamento della narrazione. Alcune delle battute, fin dalle prime interazioni tra lui e Nadia, fanno intuire che nasconda qualcosa. È probabile che la trappola nella quale sono caduti sia stata causata da lui stesso, ma al momento sono solo supposizioni che attendono conferma. Quindi Mason è in tutto e per tutto un personaggio diviso in due: da una parte la potente spia, dall’altra l’uomo che entra in azione per poter cercare di salvare la famiglia che si è costruito.
Dall’altra parte, invece, abbiamo tutta la letalità che Nadia riesce a portare in scena. Protagonista e non semplice spalla, Nadia concretizza in sé aspetti non canonici per la femme fatale che siamo soliti vedere nelle spy-story. Tutte le Bond Lady ci hanno abituato a un tipo di rappresentazione femminile tutta curve, che qui ritroviamo comunque, per esempio nel rossetto rosso. Nadia è potente, forte, decisa e sicuramente si ritroverà a dover lottare tra cuore e azione.
Ciò che è interessante di questa serie, già dalle prime due puntate, è proprio la complessità dei personaggi. Un universo ricco e in espansione che riuscirà davvero a interconnettere diverse realtà, diversi costumi e diverse usanze. Noi non vediamo l’ora di conoscere gli ulteriori risvolti così da poter sapere chi avrà la meglio tra Manticore e Citadel.
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