lunedì 22 maggio 2023

#Anime: Magica magica Emi

Nuova settimana, “nuova” streghetta dello Studio Pierrot. Dopo “L’incantevole Creamy” ed “Evelyn e la magia di un sogno d’amore” è giunto il momento di “Magica Magica Emi”.     

Forse è uno di quegli anime che proprio tutti conoscono, come se fosse un
’eco trasmessa di generazione in generazione. Grazie alla sigla italiana la trama è facilmente intuibile, ma abbiamo deciso di parlarne lo stesso, nel caso non la ricordiate o conosciate.

Il titolo originale è “Mahō no sutā Majikaru Emi” (trad. “La stella della magia Magical Emi”). L’autore del manga è Kiyoko Arai ed è uscito per la prima volta nella rivista giapponese “Ciao” dall’agosto 1985 al 1986. In Italia è ancora inedito.
L’anime è stato trasmesso in Giappone per la prima volta sulla Nippon Television dal 7 giugno 1985 al 28 febbraio 1986: in Italia su Italia 1 dal 9 agosto 1986. 
Lo strano braccialetto
che indossa sempre Mai
è il dono di un folletto
che è sempre accanto a lei.

C’è un cuore sul bracciale
che è magico perché
può sempre trasformare
Mai in Emi, Emi in Mei


Mai ha dieci anni e una passione sconsiderata per la magia. Il suo sogno è quello di diventare una famosa e brava prestigiatrice, proprio come il suo idolo e icona della magia anni trenta Emily Howell.

La passione è supportata anche dalla sua famiglia: la madre Annie, (ricordiamo che utilizzeremo i nomi della versione italiana solo per facilitarci nei ricordi) rappresenta la seconda generazione di maghi della “Magic-Art”, compagnia fondata dai genitori di lei, quindi dai nonni di Mai. Purtroppo ha abbandonato il mestiere quando, sposatasi con Enrico ha deciso di aiutarlo nella gestione della pasticceria “Cookie”. Questo farà nascere in entrambi un senso di malinconia: Annie prova nostalgia per aver mollato la carriera, Enrico prova lo stesso ma per aver fatto in modo che la moglie lo seguisse nell’attività.
Alla famiglia si aggiunge Giuppi, il fratello minore di Mai anche lui amante della magia e, al contrario della sorella, sembra esserne molto più portato.

Durante un trasloco nella villa dei nonni, Mai nota una sfera di luce che corre per tutta la casa. Sembra essere l’unica ad accorgersene, così decide di seguirla, fino a quando questa luce si infila nello specchietto portatile a forma di cuore che le aveva regalato il nonno. Quando Mai apre lo specchietto, non trova più la sua immagine riflessa, ma un insieme di tante sfere lucenti. È difficile per lei capire cosa stia accadendo, anche perché la luce è così intensa che Mai non riesce a vedere nulla, e in pochi istanti un folletto passa dal piccolo specchio a uno più grande, materializza un braccialetto e lo avvolge al polso della bambina. Qui il folletto comincia a spiegare a Mai tutto quanto, ma la luce continua a renderla cieca, così il folletto Moko si infila in uno scoiattolo volante di peluche e i due possono iniziare a parlare senza problemi.

Moko dice a Mai che lo specchietto sarà in grado di realizzare il sogno che lei porta dentro, quindi la spinge a utilizzare la magia fin da subito.
Mai, un po’ titubante, decide di utilizzarlo alla fine di uno spettacolo dei Magic-Art che stava andando a rotoli. Si trasforma così in un’abile prestigiatrice dal nome Magical Emi che salva lo spettacolo.

Magica magica Emi
Magica magica Emi
gira e spera, spera e gira
quel che vuoi si avvererà.

Magica magica Emi

Magica magica Emi
che magie, che magie
tu sai fare quando vuoi.

Tra il pubblico siede il signor Bartolomeo, noto produttore televisivo rimasto incantato dal talento di Emi, così è deciso ad averla nei suoi spettacoli, figurandosi già la mole di pubblico incollato davanti agli schermi a vedere la maghetta ancora sconosciuta. Quando parla con lei, Emi/Mai accetta all’istante, estasiata da come il suo sogno custodito nel suo cuore per anni, si sia avverato nel corso di una sola serata.

Bartolomeo ha avuto ragione fin da subito: Magical Emi cattura il pubblico di tutte le età, soprattutto la fascia dei più giovani e ben preso ai suoi spettacoli di magia vengono aggiunti la danza e il canto, facendola divenire un’idol a tutti gli effetti.

Mille stelle dal tuo cilindro
vengon fuori come farfalle
han formato l’arcobelano
tutto splende, oh che incanto!

Gli spettacoli di Emi sono diversi da quelli di tutti gli altri: riesce in imprese straordinarie con una semplicità unica nel suo genere, come se il tutto fosse di un altro pianeta (in effetti…) ed è difficile per i più capire dove finisca l’illusionismo e inizino veri e propri incantesimi. Proprio per questo l’agenda di Emi è fitta di impegni e spettacoli per tutto il Giappone.

Nel frattempo Mai continua ad allenarsi nella magia, anche grazie all’aiuto dei nonni, fino al giorno del “Premio Emily – Magic Festival”, dove partecipano tutti i maghi desiderosi di vincere la statuetta ricordo della famosa prestigiatrice anni Trenta. I giovani dei Magic-Art si aggiudicano il premio della giuria, mentre l’ambita statuetta va a Magical Emi. Questo, però, non rende felice Mai.

La vita è una magia    
tra sogno e realtà    
e con la fantasia     
più bella diverrà.

E Mai di fantasia
ne ha molta in verità    
per Emi la magia    
non è sogno ma realtà

Dalla vittoria del premio nasce in lei un senso di vergogna, consapevole del fatto che lo abbia vinto solo ed esclusivamente grazie alla magia. Quando poi scopre dai nonni che metteranno fine alla compagnia il giorno del loro ultimo spettacolo, previsto per il 28 febbraio, si sente smarrita e insicura. In lei si accentua l’idea che non è davvero capace, che non è meritevole del suo successo in quanto non giunto onestamente.         
Rende consapevole Moko dei suoi timori e a nulla valgono le parole rincuoranti del folletto, che le ricordano che dopotutto lo specchietto vede i sogni che custodisce nel cuore, quindi in un certo senso, dentro di sé lei è già Magical Emi e di conseguenza il premio è più che meritato.     
Mai, però, non ne è del tutto convinta e sa che l
’unico modo per scoprirlo è mettere fine a Emi, anche a costo di dire addio a Moko.     
A differenza delle due streghette precedenti, infatti, il potere dato a Mai non ha né una data di scadenza, né una missione da svolgere. Se Mai lo volesse, potrebbe utilizzare la magia di Moko per tutta la vita.


Lo spirito caparbio e integro di Mai la porta alla decisione tanto sofferta: rinuncerà alla magia e dirà addio al suo magico amico, ovviamente il tutto in grande stile: nell’ultimo spettacolo della compagnia Emi si trasforma davanti a tutti in Mai e in quel momento Moko torna per sempre nel luogo misterioso dal quale è arrivato.

Mai dentro di sé può solo farsi una promessa: lavorare sodo per diventare, un giorno, dello stesso livello di Emi.

Forse per noi Mai/Emi è la streghetta che più ci è rimasta nel cuore, proprio per l’immenso coraggio che ha avuto nel rinunciare a tutto e inseguire il proprio sogno senza un aiuto esterno a questo mondo, anche se ciò le è costata maggiore fatica.

Nessun commento:

Posta un commento