Ed eccoci qui, Santo Stefano. Siamo al giorno dopo Natale, ancora troppo pieni da ciò che si è mangiato nei giorni scorsi, ma allo stesso tempo pronti per mangiare ancora. Natale vuol dire famiglia, lo sappiamo bene tutti. Ci si riunisce, si sta insieme, ci si organizza e si affrontano le solite domande: “e il fidanzatin*?”
Un tormento. I parenti che ci vogliono vedere “accasati” sono in agguato, dietro ogni singola forchetta vi è uno sguardo in più, un non detto, fino al momento in cui quella domanda viene pronunciata. E se si è gli unici single a tavola, allora, il panico dei giorni che precedono Natale inizia a farsi sentire. La pressione sociale, per Gianna (Pilar Fogliati) è divenuta così insostenibile da esser disposta a mentire. Lei Odia il Natale, o forse è il Natale ad avere un problema con lei, non è ben chiaro.
Tutto, quindi, inizia con una bugia: “Sì, a Natale non sarò da sola, conoscerete il mio ragazzo”. Come fare se, però, non si ha nessuno da portare a cena? Lo si cerca in un disperato countdown in cui tutte le nostre amiche son pronte a metter bocca e a dare consigli. La cosa importante? Non perdere se stessi.
Gianna, nella sua disperata ricerca dell’amore, farà l’unica cosa realmente importante per se stessa: capire chi è, rischiare, mettersi in gioco e comprendere che cosa vuole. Perché sì, non si può essere emotivamente disponibili se non si è chiari con i propri desideri e per metter i puntini sulle i bisogna imparare a uscire dalla propria confort zone. Ciò non vuol dire scendere a patti con il miglior offerente, al contrario si deve restare focalizzati. L’amore è un compromesso, lo sappiamo tutti, ma si sceglie di accompagnarsi e non di prevalere o sottomettersi.
In quella che potremmo definire a tutti gli effetti una commedia, il pubblico accompagna Gianna nei suoi voli pindarici. La ragazza si concede a piccole e grandi confessioni, durante il susseguirsi dei giorni, parlando direttamente con la telecamera. La narrazione della serie, infatti, si alterna tra i momenti dedicati al racconto a quelli in cui la quarta parete viene abbattuta e la protagonista si interfaccia col suo spettatore. Noi siamo complici di Gianna mentre si muove tra le vie di Venezia. Siamo coinvolti nella narrazione, cosa che permette una maggior immedesimazione in ciò che la storia sviluppa.
Odiare il Natale è facile, ci sono fin troppe aspettative e troppe attese. L’incontro con la famiglia è l’elemento perfetto per poter ironizzare e raccontare qualcosa di originale. Ci troviamo davanti a una storia che mette a nudo le difficoltà di trovarsi faccia a faccia con l’imperfezione che molto spesso si nasconde all’occhio esterno. Siamo tutti imperfettamente imperfetti, esattamente come gli amori che viviamo e che mettiamo alla mercè di tutti. Sotto le feste nessuno parla delle difficoltà affrontate durante il corso dell’anno, si va a cena e si passano dei momenti di convivialità in totale tranquillità.
Odio il Natale si inserisce perfettamente nel periodo delle feste. Una serie leggera, facile da guardare, dalla durata di mezza giornata. Un ottimo modo per poter passare Santo Stefano senza uscire dalle mura domestiche.
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