Viaggiare vuol dire mettersi in gioco. Percorrere nuove strade e conoscere nuovi volti ci permette di venire in contatto con realtà distanti dai nostri usi e costumi. In questa sezione del blog ci divertiamo a raccontare i nostri spostamenti per poter cercare di portare, tra le nostre pagine virtuali, delle esperienze che possano essere un po’ dei diari di bordo. Oggi vi parleremo di due città della Polonia: Poznan e Breslavia. Entrambe sono nella parte occidentale della nazione, più vicine alla capitale tedesca che a Varsavia.
Per quanto, probabilmente, non sia estremamente nota all’estero, Poznan è in realtà un punto nevralgico in grado di legare il cammino tra Berlino e Varsavia. È la quinta città per grandezza ed è un importante centro culturale ed economico, ma soprattutto vi è un polo universitario da non sottovalutare. La sua architettura è prettamente medievale, tanto che essa è stata l’ex capitale della Polonia durante quel periodo. In seguito, nel X secolo, divenne la città Regia del Regno di Polonia. Le prime tracce della odierna città risalgono all’8000 A.C. ed era per lo più composta da cacciatori nomadi di renne. Nel corso del tempo, successivamente ai primi insediamenti avvenuti nel primo millennio A.C., le sue terre subirono numerose dominazioni da quelle delle prime popolazioni indoeuropee a quelle slave. Proprio nell’VIII secolo, gli slavi edificarono la zona attorno all’attuale cattedrale, evento che creò un vero e proprio nucleo centrale per la città.
La sua collocazione è sul fiume Warta, elemento che contraddistingue tantissimo il suo clima ben più umido delle città più interne nonostante magari queste affaccino sulla Vistola. Novembre, di quest’anno, è stato contraddistinto da giornate particolarmente miti rispetto a quello degli anni passati, ma le prime ore del giorno erano comunque caratterizzate da un fitto strato di nebbia. Alzarsi dal letto e vedere il cielo denso faceva quasi presupporre che non sarebbe stata una bella giornata, ma in realtà il sole riusciva a scaldare il resto del giorno. Le ore di luce sono di gran lunga inferiori alle nostre, è quasi straniante vedere come la notte arrivi già intorno alle quattro del pomeriggio. Siamo molto più a nord di quanto non sia il Bel Paese e questo si vede.
La sua architettura risente moltissimo delle dominazioni che si sono susseguite, ma si presenta per lo più medievale anche grazie al suo centro storico. Il Municipio venne realizzato dall’architetto svizzero Giovanni Battista di Quadro, nel 1550. L’edificio non è più usato per la sua mansione amministrativa, infatti dal 1939 è principalmente un edificio museale. La sua particolarità è data dall’orologio posto sulla sua parte frontale; sopra di esso vi sono due feritoie dalle quali ogni giorno, a mezzogiorno, un meccanismo automatico fa uscire due capre in metallo che si scontrano per dodici volte. Proprio le caprette, infatti, sono un po’ il simbolo mascotte della città. Tale rappresentazione è in onore di un fatto realmente accaduto durante l’inaugurazione dello stesso orologio: i due animali si scontrarono nella piazza provocando ilarità e sgomento nei cittadini che stavano assistendo all’evento. Si decise, dunque, di ricordare il fatto ponendo il meccanismo che le avrebbe fatte scontrare in eterno.
Le facciate dei palazzi che circondano il centro storico hanno un’architettura molto simile a quella del municipio. Sono particolarmente colorati e caratteristici nei loro toni pastello. È stato un peccato aver visitato la città durante un periodo di grande rinnovamento. In questi giorni, infatti, si stanno svolgendo dei lavori di rinnovamento sulla tram via, ciò ha spinto i lavori al rifacimento di buona parte del manto stradale sia delle zone del centro che di quelle vicino all’università.
La sua essenza medievale emerge proprio a contrasto con la sua crescente modernità. Accanto alla stazione centrale, per esempio, campeggiano i palazzi e i castelli che adesso sono usati dall’università per poter condurre i loro corsi di studio. Ma, come abbiamo già detto, l’istruzione universitaria è centrale in questa città tanto che a quaranta minuti dal centro vi è un vero e proprio campus che racchiude i suoi cinquemila studenti suddivisi in diversi campi.
La cattedrale racconta su di sé anche gli esiti della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1945, infatti, durante la liberazione della città dai tedeschi si dovette operare un ulteriore restauro. La cattedrale venne riaperta al culto il 29 giugno del 1956 e una decina di anni dopo Papa Giovanni XXIII la insignì del titolo di Basilica Minore.
La città è nota per essere composta da numerose isole: Piasek, Ostrów Tumski, Kępa Mieszczańska, isola Bielarska, isola Słodowa, isola Tamka, isola Młyńska e altre isole minori. L’intera area della città si trova nella pianura della Slesia, a un’altezza media di cento metri sul livello del mare. Il fiume che l’attraversa è l’Oder, corso d’acqua che attraverso la Repubblica Ceca, la Germania e la Polonia e sfocia nel Mar Baltico. Per molti aspetti la sua architettura è simile alla già citata Poznan.
Breslavia si trovò coinvolta all’interno di vere e proprie lotte religiose, cosa che si riflette proprio nella forte odierna presenza di tutte e quattro le principali religioni. Le sue chiese, infatti, si alternano in quasi un gioco competitivo. Nel 1518 e nel 1523 la riforma protestante prese letteralmente il controllo della città quando Jess Hess impose il rito protestante. L’imperatore Rodolfo II favorì la Controriforma cattolica dal 1610.
A oggi hanno perso il loro significato politico e sono all’incirca 350. Dislocati in diversi punti della città, esistono anche delle mappe per poterli trovare, sono intenti a svolgere delle mansioni quotidiane: dal leggere al giornale al cercare altri gnomi con la lente.
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