Visto con gli occhi da bambino, il Natale è un momento che potremmo definire magico. Babbo Natale scende dai camini e soddisfa i desideri di tutti i più piccoli che sono stati buoni. Crescere fa diventare un po’ più disillusi, tanto da non sentire più lo spirito natalizio. Si perde l’essere fanciulli, di conseguenza si è più attratti dalle versioni più violente di Babbo Natale, quasi come se si volesse appagare questa “magica rottura”. È arrivato, con buona probabilità, in sala “Una notte violenta e silenziosa” proprio per poter rispondere a questa mancanza di magia.
Il film si apre mostrandoci un Babbo Natale (David Harbour) un po’ stanco del proprio lavoro. Un compito che svolge da così tanti anni da averne perso il conto, ma da spingerlo a lasciare aperto il pagamento al bar. Si entra, dunque, immediatamente in sintonia con questo Babbo Natale. Anche perché, in fin dei conti, è molto più facile credere all’umana fragilità che alla magia incondizionata che lo renderebbe capace di fare tutto il giro del mondo in una sola notte.
Nonostante lo stato di ebbrezza con il quale si muove da una parte all’altra con la propria slitta, la situazione si complica quando si ritrova bloccato all’interno di una villa dei Lightstone in un momento decisamente particolare. Riuniti sotto lo stesso tetto i Lightstone sono vittime di un gruppo di mercenari intenti a distruggere il nucleo familiare che di base non era chissà quanto unito.
Quella diretta da Tommy Wirkola è una commedia irriverente che si prende molto gioco dello spirito natalizio. Attraverso le citazioni di alcuni dei film cult del periodo natalizio, infatti, si intavola una storia ricca di violenza di irriverenza. Questo Babbo Natale fuori dalle righe, infatti, ci trasporta all’interno di un contesto paradossale e divertente. L’interpretazione di David è perfetta per quest’ambientazione, anche perché chi lo ha imparato a conoscere sa perfettamente quanto l’attore sia dedito a interpretazioni di personaggi folli.
L’intrattenimento è alto, specie se si è stanchi delle solite storie natalizie che ripetono in continuazione lo stesso schema narrativo. Il linguaggio scurrile, non corretto, i rudi modi di fare di questo Babbo Natale irrompono con prepotenza all’interno di un immaginario nel quale l’uomo è sempre allegro e sorridente. Ma vi immaginate dover fare un lavoro in cui persino le principali ditte di e-commerce, oramai, sono diventate più veloci della stessa magia?
Gli elementi classici della narrazione natalizia ci sono tutti: una famiglia in crisi, delle relazioni umane fallimentari, un’unione costretta dalle formalità dei festeggiamenti. Un mix che esplode in questo trittico che rende omaggio, ma allo stesso tempo si rinnova. Del resto non va dimenticato che il produttore è David Leitch, quindi l’accostamento con l’irriverenza di Deadpool si concretizza facilmente sotto i nostri occhi. Allo stesso modo, infatti, viene messo in scena un anti-eroe che, nonostante tutto, riesce a risollevare la situazione e aiutare una famiglia in difficoltà.
Questa pellicola è perfetta per poter uscire dalla visione dei soliti stucchevoli cult natalizi, specie nel periodo in cui ci si avvicina alla fine dell’anno. Recuperate questo film, prima che arrivi la Befana!
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