Dall’8 settembre al 20 novembre a Roma si terrà la trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival. Si tratta di una manifestazione di quattrocento artisti provenientI dai cinque continenti per settantaquattro giorni di musica, teatro, danza, nuovo circo, arte digitale e attenzione per l’infanzia. Sotto la presidenza di Guido Fabiani e la direzione Generale e Artistica di Fabrizio Grifasi, il calendario è molto fitto, per un totale di ottanta spettacoli e centocinquantacinque repliche.
Alla conferenza stampa, tenutasi il 7 settembre scorso presso l’Istituto Culturale Olandese, si è discusso sul fatto che fosse giusto o meno portare avanti questo progetto a fronte emergenze sociali e internazionali che sono sorte a seguito della crisi pandemica da cui ne stiamo uscendo piano piano. La risposta è venuta spontanea, in quando il teatro è un’espressione di forza, di idee e dialogo, di confronto culturale. Con queste prerogative, sarebbe stato inutile fermarsi.
Alla conferenza, ha partecipato Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio, che ha voluto focalizzare l’attenzione su ciò che la cultura ha rappresentato per noi che eravamo chiusi in casa durante la pandemia. “Pensate che contributo ha dato la cultura, come un libro, la musica, film, spettacoli. Senza l’appoggio della cultura, sarebbe stata una catastrofe ancora maggiore. Il Romaeuropa Festival si svolge qui e la Capitale”, ha asserito, “ha un grande compito sulle sue spalle, perché è cultura, ma deve anche saperla sempre reinterpretare, perché non c’è niente di peggio che adagiarsi sugli allori. La cultura è sempre stata importante e Roma è una città di pace: in quanto romani abbiamo”, ha continuato Tagliavanti, “la funzione di accogliere e ascoltare tutti quelli che vogliono discutere di pace. Dove c’è cultura, non c’è guerra. Questo è importantissimo. Se io conosco la cultura degli altri, i suoi artisti, mi viene meno voglia di litigarci, anzi, mi verrà curiosità.”
Come dicevamo, questo evento è giunto alla sua trentasettesima edizione, ma vediamo cosa ci sarà di nuovo quest’anno. Ne citiamo solo alcuni, il programma completo potere trovarlo sul sito Romaeuropa Festival: ci sarà l’esecuzione live di “In C”, di Terry Riley con Sasha Waltz, la coreografa che guiderà i suoi danzatori ad accompagnare l’Ensemble Casella del Conservatorio A. Casella dell’Aquila; Alex Braga porterà in live uno show audiovisivo con il suo Spleen Machine, in cui verranno creati degli NFT e regalati agli acquirenti del festival e del concerto per porre l’attenzione sull’interazione tra artista e tecnologia, per un nuovo futuro sostenibile. Inoltre l’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani porta un nuovo format: “Le parole delle canzoni”, in cui musicisti e scrittori si incontreranno per dar vita a un dialogo sulla pratica della scrittura nel cantautorato e nella scena pop italiana. Tra gli ospiti ci saranno Laila Al Habash, Zerocalcare, Giovanni Truppi e Giulia Caminito.
Sul discorso dell’inclusività, ci sarà la sezione “LineUp!” di Giulia di Giovanni e Matteo Antonaci che esploreranno la parità di genere e le nuove sonorità urban e pop. Contamineranno e reinventeranno i suoni dell’’R’n’B artisti come LaHasna, la performer italo-marocchina, la cantante NAVA, la songwriter LNDFK, poi ancora Joan Thiele ed Eliasi. Per la sezione Eclissi Talk, ci sarà uno speciale “waiting for Coming Out Day” in collaborazione con Gay Center per portare in scena i podcast di Pietro Turano e della Cross Production.
In una produzione in continuo divenire, si inserisce il manifesto firmato da ICK Dans Amsterdam, diretta da Emio Greco e Pieter C. Scholten, dal nome “We Want It All” che farà da apripista al corposo evento del Romaeuropa Festival 2022. Un opening davvero importante di due personaggi del mondo artistico che si sono conosciuti ventisette anni fa. Pieter veniva dal mondo del teatro, Emio aveva invece tantissimo da dire, di raccontare con il corpo e insieme hanno buttato giù il manifesto, con l’urgenza di comunicare con il pubblico, le cui frasi esplicative sono: “Io sono curioso, il mio corpo è curioso e io sono/seguo il mio corpo.” Non c’è una fine nel loro spettacolo, non c’è un inizio, ma un qualcosa che deve ancora arrivare, infatti il sotto testo stesso di “We Want It All” è “Is this the end?”. In questo progetto viene ripreso l’iconico “I want it all” di Freddie Mercury e trasformato in un urlo collettivo, in un bisogno primordiale di fronte al presente. È un “voglio tutto e lo voglio adesso.” Lo spettacolo, svoltosi l’8 e il 9 settembre, si è articolato in corpi in movimento, in bilico tra passato e futuro, innocenza e colpa, malinconia e gioia, da Bach a Marilyn Manson, passando per la chanson francesce.
Per i giovani che sono interessati a partecipare all’evento, Romaeuropa festeggia i suoi trentasette anni offrendo a duecento ragazzi tra i quattordici e i trent’anni di assistere gratuitamente agli eventi del festival scaricando l’applicazione “Lazio Youth Card” e aderendo al progetto culturale della Regione Lazio.
Sul discorso dell’inclusività, ci sarà la sezione “LineUp!” di Giulia di Giovanni e Matteo Antonaci che esploreranno la parità di genere e le nuove sonorità urban e pop. Contamineranno e reinventeranno i suoni dell’’R’n’B artisti come LaHasna, la performer italo-marocchina, la cantante NAVA, la songwriter LNDFK, poi ancora Joan Thiele ed Eliasi. Per la sezione Eclissi Talk, ci sarà uno speciale “waiting for Coming Out Day” in collaborazione con Gay Center per portare in scena i podcast di Pietro Turano e della Cross Production.
In una produzione in continuo divenire, si inserisce il manifesto firmato da ICK Dans Amsterdam, diretta da Emio Greco e Pieter C. Scholten, dal nome “We Want It All” che farà da apripista al corposo evento del Romaeuropa Festival 2022. Un opening davvero importante di due personaggi del mondo artistico che si sono conosciuti ventisette anni fa. Pieter veniva dal mondo del teatro, Emio aveva invece tantissimo da dire, di raccontare con il corpo e insieme hanno buttato giù il manifesto, con l’urgenza di comunicare con il pubblico, le cui frasi esplicative sono: “Io sono curioso, il mio corpo è curioso e io sono/seguo il mio corpo.” Non c’è una fine nel loro spettacolo, non c’è un inizio, ma un qualcosa che deve ancora arrivare, infatti il sotto testo stesso di “We Want It All” è “Is this the end?”. In questo progetto viene ripreso l’iconico “I want it all” di Freddie Mercury e trasformato in un urlo collettivo, in un bisogno primordiale di fronte al presente. È un “voglio tutto e lo voglio adesso.” Lo spettacolo, svoltosi l’8 e il 9 settembre, si è articolato in corpi in movimento, in bilico tra passato e futuro, innocenza e colpa, malinconia e gioia, da Bach a Marilyn Manson, passando per la chanson francesce.
Per i giovani che sono interessati a partecipare all’evento, Romaeuropa festeggia i suoi trentasette anni offrendo a duecento ragazzi tra i quattordici e i trent’anni di assistere gratuitamente agli eventi del festival scaricando l’applicazione “Lazio Youth Card” e aderendo al progetto culturale della Regione Lazio.
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