Da oggi nelle librerie e negli store digitali è disponibile il libro “Due settimane in settembre” di Robert Cedric Sherriff, lo scrittore e sceneggiatore inglese che durante la Prima Guerra Mondiale si unì al reggimento dell’East Surrey e negli anni Trenta approdò a Hollywood come sceneggiatore di successo. Noi abbiamo avuto la possibilità di leggere la sua prima traduzione italiana in anteprima grazie alla Fazi Editore. Quando uscì nella versione originale, nel 1931, fu letteralmente un successo strepitoso, cadendo però negli anni nel dimenticatoio. Poi, durante il periodo buio della pandemia, il premio nobel per la letteratura nel 2017, Kazuo Ishiguro, si ritrovò a leggerlo e lo consigliò in quanto buon romanzo su cui riflettere in una situazione come quella che ci siamo trovati ad affrontare. Ma adesso vediamo insieme di cosa parla il libro.
Ci troviamo inevitabilmente negli anni Trenta, la famiglia Stevens si sta preparando per la vacanza estiva a Bognor, sulla costa inglese. Il signor Stevens deve avere tutto sotto controllo e organizza nei minimi dettagli la permanenza a Vistamare: la pensione dove andranno ad alloggiare. La signora Stevens, sua moglie, non è euforica del viaggio, ma entrambi i genitori sono incerti su come la prenderanno i due figli maggiori, Mary e Dick: dopotutto ormai cominciano a essere grandi, hanno un lavoro, quindi potrebbero benissimo annoiarsi e questo rattristerebbe i due coniugi. L’unico veramente euforico è il piccolo Ernie, che, con sottobraccio la sua barchetta a vela, è pronto a farle solcare i mari in vista di incredibili avventure. Durante la permanenza nella dimora estiva, tutti i personaggi si ritrovano a fare i conti con la propria situazione: il signor Stevens opta per una passeggiata nella natura per trovare il proprio equilibrio nella più completa solitudine, mentre i figli affrontano le prime difficoltà della vita da adulti. Dick ha trovato lavoro in una cartoleria grazie al padre, ma quel lavoro lo demotiva, lo rattristisce e grazie a un flusso di coscienza si ritrova sì ad apprezzare le piccole cose, ma anche a capire cosa vuol fare davvero da grande. Mary, invece, mente alla famiglia e si ritrova a fare amicizia con una giovane della sua età disinibita che le darà la possibilità di vivere una romantica avventura estiva facendole conoscere un aitante giovane.
Si tratta di un romanzo famigliare, dove tutti i personaggi abbandonano la casa e la quotidianità per lasciarsi alle spalle pensieri e preoccupazioni, seppur per un breve periodo. Non c’è spazio per la tristezza in vacanza. La famiglia Stevens come ogni anno si ritrova a Bognor, ma ognuno nella solitudine e nel silenzio ritrova il proprio centro, il proprio equilibrio. Questo lasciar da parte il vecchio permette loro di far spazio al nuovo, di riscoprirsi mentre contemplano la natura intorno a loro. Le onde del mare accompagno i loro sogni e i loro desideri, mentre i giovani fanno i conti con chi sono: Dick, per esempio, è combattuto tra ciò che vuole lui e la delusione che potrebbe suscitare nei genitori, soprattutto nel padre. Scopre una nuova passione, ma che fare con la cartoleria? Suo padre è così contento di quel lavoro che gli ha procurato. Mary, invece, si ritrova a mentire ai propri genitori per uscire di soppiatto con una ragazza appena conosciuta che le svela le “tecniche da rimorchio”. La madre, la signora Stevens, si gode la vacanza con un bicchiere di porto tra le mani, mentre il piccolo Ernie guarda al mondo con gli occhi del bambino che è, meravigliandosi delle piccole cose. Durante il viaggio, guarda fuori dal finestrino e sogna, immagina, trovando anche nei lavori più monotoni la bellezza e lo stupore.
Ognuno dei cinque personaggi protagonisti del romanzo si gode la vacanza come momento di riflessione personale, con la certezza che il futuro sarà diverso. Nessuno sa se l’anno prossimo si ritroveranno ad andare ancora una volta tutti insieme a Bognor, a soggiornare nella comoda pensione Vistamare e ad affittare la cabina con veranda, ma il domani è costantemente incerto, quindi perché non godersi la vacanza e i piccoli momenti che regalano gioie e ricordi indelebili nella memoria?
Questo è sicuramente un libro leggero che ci riporta alla mente le vacanze in famiglia, visitando i luoghi della nostra infanzia, a quando eravamo piccoli e una barchetta giocattolo diventava un enorme veliero nelle nostra immaginazione, quando ci sedevamo sotto l’ombrellone in compagnia dei nostri affetti. Una storia da leggere comodamente sotto l’ombrellone all’estinguersi dell’estate, ma che ci permette di far tesoro di tutte quelle esperienze che il più delle volte diamo per scontate. A causa della Pandemia, un po’ tutti ci siamo ritrovati a rallentare il nostro quotidiano, a dar importanza a piccoli gesti e abitudini che avevamo perso di vista a causa del nostro incessante correre dietro all’irrefrenabile vita del secondo decennio del Duemila.
Se avete voglia di un romanzo ricco di elementi e capace di catturare l’attenzione del lettore con la sua semplicità disarmante, “Due Settimane in Settembre” di R. C. Sherriff fa proprio al caso vostro.
Se avete voglia di un romanzo ricco di elementi e capace di catturare l’attenzione del lettore con la sua semplicità disarmante, “Due Settimane in Settembre” di R. C. Sherriff fa proprio al caso vostro.
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