Chi sta scrivendo questo articolo è fan della penna di Neil Gaiman, conosce bene i suoi scritti e la bravura -non che conoscenza- che quest’uomo possiede nel lavorare con la mitologia. Che si tratti di fumetti o libri, quest’uomo riesce a giocare con il mito per poter costruire una grande critica della società moderna, inserendo nei suoi scritti dei personaggi che riescono a essere attuali nonostante la loro epicità. Quando Netflix aveva annunciato di essere a lavoro su una serie Tv che avrebbe riguardato il personaggio di Sandman, ci eravamo messe in allarme. Consapevoli di quanto le produzioni della piattaforma siano in grado di stravolgere completamente le opere da cui prendono spunto per i loro adattamenti, eravamo spaventate da ciò che avrebbero potuto fare con questa monumentale opera fumettistica. Fortunatamente abbiamo avuto modo di ricrederci, tanto da poter dare nuova fiducia alle produzioni di Netflix quando coinvolge direttamente i creatori originali.
Che Neil Gaiman sia, infatti, stato direttamente coinvolto nella produzione della sceneggiatura della serie è abbastanza evidente. Nonostante i cambiamenti, infatti, essa risulta essere davvero un piccolo capolavoro che speriamo che vada avanti nella sua produzione. Possiamo, difatti, paragonare questa serie tv alla stessa riuscita che American Gods ha avuto su Prime Video.
Il mondo di Sandman, in particolare, ha una grande peculiarità: dalla sua storia originale sono nati diversi spin-off fumettistici che fanno in tutto e per tutto parte del contesto DC Comics. Alcuni dei suoi personaggi, infatti, abbiamo avuto modo di vederli già trasposti in scena rimescolati e masticati dalla Warner nel corso degli anni. I cambiamenti che, infatti, ci sono stati in questa serie, sono dovuti principalmente ai diritti che le produzioni cinematografiche hanno sui differenti personaggi. Abbiamo avuto modo di vedere Lucifer, ad esempio, che si allontana di molto da quella che è la stesura di Gaiman e che, in questa serie, ha nuova vita attraverso la prestanza fisica di Gwendoline Christie (visivamente perfetta per quelle che sono le tavole di Sandman). Allo stesso modo, in molti ricorderanno il personaggio scritto da Alan Moore, John Totleben e Stephen Bissette: ovvero John Costantine, trasposto cinematograficamente da Keanu Reeves nel film del 2005 e da Matt Ryan all’interno dell’Arrowverse. Proprio quest’ultimo è stato accantonato preferendo l’inserimento della sua antenata Johanna Costantine per una questione di diritti commerciali. Tuttora è, infatti, in lavorazione una serie tv su questo personaggio con proprio Matt Ryan come interprete, lavorazione che cancellerà la serie tv andata in onda fra il 2014 e il 2015.
Sorvolando, però, su quelle che possono essere le differenze tra fumetto e trasposizione, arriviamo a parlare di questa serie. Le puntate di Netflix riescono perfettamente a far entrare lo spettatore all’interno del mondo di Morfeo, l’uomo del sonno e i personaggi che si muovono intorno a lui ci vengono presentati attraverso una narrazione ben strutturata. Ogni singolo episodio, infatti, riesce ad alternare storyline orizzontali a momenti verticali nei quali si sviscera il singolo tassello di un puzzle. Abbiamo una storia che pilota i primi episodi che, non solo ci presenta i poteri Morfeo, ma anche con che tipo di umanità egli ha a che fare. La risoluzione e conclusione di questa prima parte narrativa, però, viene alternata a momenti nei quali è possibile indagare i singoli soggetti. È come se, in un certo senso, si volesse fermare la narrazione davanti a ciò che è eterno e imperturbabile, ma allo stesso tempo la si volesse portare avanti insieme alla caducità della vita umana. Un mix interessante che spinge lo spettatore a prestare attenzione davanti ogni singolo dettaglio sapientemente inserito. A ciò si aggiunge anche la costruzione della mitologia e del mito di Morfeo stesso e delle figure archetipali che lo affiancano. I fratelli dell’omino del sonno sono: Morte, i gemelli Desiderio e Disperazione, Destino, Distruzione e Delirio. Gli eterni che lavorano per l’umanità, senza la quale loro non esisterebbero. Ognuno di loro ha un reame da dover governare, attraverso il quale entrano più o meno in contatto con l’umanità. È straordinario come siano riusciti a rendere reali e tangibili i personaggi disegnati sul fumetto di Sandman, anche se nella serie non abbiamo ancora visto tutte le loro manifestazioni.
Sandman è una serie che potrebbe tranquillamente rientrare nei nostri Must To Watch, ma per farlo vogliamo aspettare la seconda stagione. Sentiamo di aver avuto solo un assaggio di ciò che potrebbe essere veramente espresso e, anche in questa recensione, non vogliamo ulteriormente approfondire gli aspetti visibili in ogni singolo personaggio, ma al contrario vogliamo consigliarvene caldamente la visione. In ogni caso, sicuramente, l’ultima puntata entra a pieno diritto in quelle “da dover guardare”, perché ci siamo sentite tanto affini con tutta la storia.
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