For the first time in history
it’s gonna start raining men
(Start raining men)
It's raining men
Hallelujah
it’s raining men!
it’s gonna start raining men
(Start raining men)
It's raining men
Hallelujah
it’s raining men!
Sì, sappiamo che l’avete letta cantando e così abbiamo fatto noi mentre scrivevamo questo articolo. Ma perché abbiamo scelto questo pezzo delle "The Weather Girls"? Perché era inevitabile il riferimento alla canzone “It’s raining men” guardando il quadro di René Magritte “Golconda”.
Si tratta di un olio su tela dipinto nel 1853 e il titolo, “Golconda” appunto, rimanda all’omonima città indiana che possedeva tombe, resti di città e cinte murarie: una sorta di zona monumentale. Nella parte meridionale di questa cittadina, si estraevano e lavoravano i diamanti. Il nome divenne simbolo di sconfinate ricchezze, anche se gli europei rubarono quanto possibile e abbandonarono la città a se stessa.
Magritte dipinge una scena insolita: si tratta di uomini perfettamente immobili, tutti uguali e dalla postura rigida. Alle loro spalle si staglia un cielo azzurro e dei palazzi contro cui le figure proiettano alcune ombre. I personaggi non sono tutti rivolti nella stessa direzione, chi a destra, chi a sinistra e chi frontale, ma nessuno guarda in alto o in basso. Se ci allontaniamo di un passo, le figure più lontane ci appaiono come gocce di pioggia.
Si tratta di un quadro che può avere una doppia lettura: una positiva, nel senso che gli uomini hanno imparato a volare e ascendono al cielo; un’altra, più inquietante, invece ne sottolinea la somiglianza, perché sono tutti totalmente identici, vestiti di nero, con la bombetta in testa, come se stessero andando a lavoro senza entusiasmo.
Magritte, come sempre, lascia allo spettatore la libera interpretazione ma, da grande osservatore, sottolinea la perdita dell’individualità valida ieri come oggi. Siamo tutti uguali, tutti omologati perché questo ci permette di arrivare alla fine della giornata. Una critica che possiamo muovere anche alla società moderna, che premia molto spesso la produttività e meno la creatività del singolo, in una costante rincorsa all’economia. Certo, oggi noi abbiamo alcuni lavori legati ai social che premiano la creatività, ma non hanno ancora l’impatto necessario per essere equiparato agli altri lavori. Pensate all’artista: in epoca antica era una professione davvero importante che si è persa nel corso degli anni, soprattutto quelli incentrati verso il capitalismo e la produzione in serie.
Ma gli uomini stanno davvero volando o stanno cadendo? Perché, posti in verticale, potrebbero fare entrambe le cose e, così facendo, scivolano inevitabilmente verso l’oblio dell’omologazione. Non c’è distinzione alcuna tra le figure e la posa comune non può che dare allo spettatore l’ansia. L’uomo si annulla, diventa parte dello sfondo e noi osservatori, ne siamo gli insofferenti testimoni, mentre perdono completamente ciò che li rende unici e speciali.
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