lunedì 17 maggio 2021

#Arte: Il paradosso della pipa

Se avete studiato un minimo di arte al liceo, vi sarete di certo imbattuti nell’opera di René MagritteQuesta non è una pipa” ("Ceci n'est pas une pipe"), frase inserita nel dipinto “Il tradimento delle immagini” (La Trahison des images). Si tratta di un olio su tela dipinto, appunto, da Renè Magritte tra il 1928 e il 1929, ad oggi conservato nel Los Angeles County Museum of Art.

Sfondo monocromatico e con la raffigurazione di una inconfondibile pipa, la didascalia confonde non poco lo spettatore. Ma perché Magritte ha scritto proprio “Questa non è una pipa”?
Perché, effettivamente, non lo è.

“Chi oserebbe pretendere che l'immagine di una pipa è una pipa? Chi potrebbe fumare la pipa del mio quadro? Nessuno. Quindi, non è una pipa.”
[Magritte R.]


Il suo ragionamento non fa una piega. Lo scopo dell’artista, nella rappresentazione di quest’opera, era quello di sottolineare la differenza tra l’oggetto reale e la sua rappresentazione, tra la pipa e il disegno di una pipa. Questo modo di pensare entra fortemente in contrasto con la pittura classica, che cercava di legare quanto più possibile l’immagine alla realtà.
Il problema sta nel legame tra nome e oggetto: alla domanda “che cos’è?” viene spontaneo rispondere “una pipa”, perché possiamo vedere la struttura in legno, la fascetta dorata, il bocchino per il fumatore. Una pipa perfetta, pronta per svolgere la sua funzione. Ma non è una pipa reale, solo una sua rappresentazione.

Il modo di pensare di Magritte deriva dal suo essere un surrealista.
Il surrealismo è un movimento artistico avanguardista che si sviluppa ad inizio Novecento, quando il poeta André Breton pubblica nel 1924 “Il Manifesto Surrealista”. Si tratta di un automatismo di risposta a un’epoca predominata dal razionalismo e culminata con la Prima Guerra Mondiale. I surrealisti criticavano la razionalità cosciente, per poter liberare il potenziale dell’inconscio, così da arrivare a conoscere quello che è oltre alla realtà (surrealismo rimanda a qualcosa che è sopra al reale) in cui sogno e veglia sono insieme e convivono in modo armonico. René Magritte gioca molto sull'estraniamento dalla realtà e le sue opere sono sollecitazioni visive che ci portano a riflettere.


Il messaggio di Magritte é chiaro: rappresentazione non significa realtà, l’immagine di un oggetto non è l’oggetto stesso. Questo rimanda al mondo della comunicazione umana, fatta di codici e segni che la costituiscono. La pipa dipinta dall’artista fa parte del mondo dei segni creati dall’uomo, ma non è una pipa vera, solo una sua rappresentazione ideale e possibile, non fisica, non tangibile. Il linguaggio fallisce nel descrivere la realtà, perché mette in conflitto ciò che vediamo (una pipa) e ciò che leggiamo (“Questa non è una pipa”). Diamo per scontato i codici, il linguaggio che usiamo tutti i giorni, per questo con quest’opera si parla del “Paradosso di Magritte”, ma adesso rimandiamo la domanda a voi: si tratta davvero di un paradosso o l’artista ha davvero centrato il punto sul linguaggio umano?

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