La canzone che troviamo letteralmente ovunque è “Non si nomina Bruno”, direttamente dal nuovo cartone animato della Disney “Encanto”. Oggi non parliamo del film, lo abbiamo già fatto qui, ma proprio della canzone sopracitata e di quanto le voci che mettiamo in giro abbiano un negativo impatto sulla persona.
È immediato il collegamento a un altro film presente su Disney+, ovvero a “Luca”. Lì il riferimento a “Bruno” era un pensiero negativo, alla vocina interiore che ci scoraggia e butta giù, quindi cosa dicevano i due protagonisti della serie? “Silenzio, Bruno”. Zittire quei pensieri che non riescono a farci abbandonare le nostre zone comfort per aprirci al nuovo non è poi tanto diverso dallo scacciarle. Come se le nostre paure portino sfortuna alla vita che vogliamo.
Bruno, nel film “Encanto”, non è altro che il simbolo del male, la vittima del marchiare qualcuno perché diverso. Il suo potere sembra condizionare completamente la sua esistenza. Unico figlio maschio di Abuela, è anche quello che ha avuto il dono peggiore. Un po’ come una Cassandra moderna, il poveretto non può che ritirarsi a guardare da lontano la propria famiglia che lo rinnega in tutti i modi. La prima parte della canzone viene cantata da zia Pepa, la Madrigal in grado di controllare i fenomeni metereologici.
“Era un bel giorno e stavo per sposarmi e non c'erano nuvole, sai. Bruno arrivò sogghignando un po'. […] Disse: Sembra piovere ed un ciclone scoppiò in me. Matrimonio e grandine.”
Bruno ci viene presentato come uno iettatore, il cattivo che con un sorrisetto malvagio sembra voler portare sfortuna al matrimonio della sorella. Come se fosse stato lui ad augurarle il peggio. Basta questo, il credere che sia una previsione negativa a mandare in tilt la neosposa. Tuoni, grandine e pioggia a catinelle… eppure è lei che controlla il meteo, quindi perché prendersela con Bruno?
È poi il turno di Dolores, che parla alla protagonista, Mirabel, descrivendo lo zio come un essere che vive nell’ombra, un cospiratore, con il cugino Camilo che le dà man forte:
“- Il suo bofonchiare mi portava a preoccuparmi, ha lo stesso suono della
sabbia che va via. Quel talento è un fardello enorme, le sue profezie da
incomprensibili forme, la famiglia non capisce e non sa cosa sia. […]
- Lui vive insieme ai ratti, lo saprai, quando fa il tuo nome è tardi ormai. Sa
quel che sogniamo, ride quando urliamo.”
È vero, come scopriamo andando avanti con il film, che Bruno vive insieme ai ratti, ma perché non riesce ad avere altre amicizie all’infuori di quegli animaletti che vivono nell’intercapedine di “casita”. Come può avere dei rapporti umani se la sua famiglia, in primis, lo scaccia al pari di un topo? Ed è tutta colpa di un dono che non ha scelto lui di avere, per una decisione di Abuela che lo ha praticamente rinnegato come figlio. E parlando di difficoltà di relazionarsi con il prossimo, la vita di Bruno è tutta in salita. Non è solo il suo nucleo famigliare ad allontanarlo, ma ci pensa anche il resto della cittadina che vive ai piedi della collina.
È il turno della bellissima Isabela di prendere la parola, insieme alla cugina Dolores.
“- La tua vita sarà come vuoi, nulla
può più deludermi ormai. Disse ‘Con un potere più forte ciò che ami e i sogni
lo avrai’. [...]
- Disse a me che avrei amato un uomo, ma non ricambiata, per colpa di un'altra.”
In realtà qui Bruno vede la sofferenza di Isabela di dover cercare disperatamente di non deludere le aspettative altrui. Con “un potere” il personaggio intende il coraggio di essere se stessi. Infatti poco dopo, nella storia, la ragazza riesce a esprimere il suo vero essere sostituendo alle rose dei cactus. Isabela agogna la libertà di essere ciò che vuole, quello che rinfaccia a Mirabel. Per quanto riguarda Dolores, è innegabile vedere l’attrazione della giovane nei confronti del promesso sposo della cugina. Proprio perché consci del fatto che Mariano sposerà Isabela, non è una vera e propria premonizione sapere che il suo amore sarà solo a senso unico - ma, come vedremo nel film, alla fine l’amore verrà ricambiato eccome.
Nonostante la canzone continui a battere sul fatto che Bruno non vada nominato, che Maribel non debba cercare informazioni su di lui, si vede in realtà come tutti vedano esclusivamente ciò che vogliono vedere. In realtà tutti i personaggi sono incastrati in un qualcosa che li soffoca, ma non se ne rendono conto fino a quando Bruno non verrà “riscattato”. Non è questa, dopotutto, la funzione di un capro espiatorio?
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