Nonostante sia ormai giunta al termine, cercheremo comunque di non fare troppi spoiler, presentandovi i personaggi per come li conosciamo all’inizio. Dopodiché vi diremo perché, secondo noi, è da vedere.
Frank, la cui voce originale è proprio quella di Bill Burr, è il capofamiglia. Cresciuto alla vecchia maniera, e reduce della guerra di Corea, è un padre severo, che cede all’ira, soprattutto con i due figli maschi. Con la femmina, invece ha un rapporto più moderato, seppur i due non abbiano un legame profondo. Frank lavora alla Mohican Airlines, non il lavoro della sua vita, ma di certo riesce a mantenere la famiglia senza problemi.
Sue è la moglie casalinga, la tipica donna di metà Novecento che ha sacrificato i propri obiettivi per un marito e dei figli. Anche se dispensa saggezza e ha perennemente voglia di mettersi in gioco, non è apprezzata come dovrebbe.
Bill è il secondo maschio, quello per cui Frank ha grandi aspettative e forse proprio per questo colui che sente più le pressioni da parte della famiglia. È vittima di bullismo ma non riesce a uscire dal suo guscio per il suo animo sensibile. Per non essere giudicato dalla società, che impone la repressione dei sentimenti da parte degli uomini, si sente sempre quello sbagliato.
Maureen è la figlia più piccola, la principessa di casa. La più dolce e viziata, ma che proprio per questo è in grado di manipolare gli adulti, soprattutto il padre.
Tra i personaggi che gravitano attorno alla famiglia Murphy troviamo anche: Jimmy Fitzsimmons, il bullo che prende di mira Bill; Victor Reynolds, vicino, playboy ed eterno ragazzino; Bob Pogo, il capo di Frank.
Perché vedere la serie animata?
Gli adulti si nascondevano dietro “l’educazione”, quando in realtà scaricavano sui figli le proprie frustrazioni. Ma non sempre i passi avanti sono stati fatti del tutto, un altro esempio è quando Kevin scopre che da bambino ha rischiato di morire annegato in una piscina perché suo padre non lo stava controllando. Frank sminuisce il senso di inutilità del figlio rispondendogli: “Non è vero che non ti stavo controllando, ero solo ubriaco!” Dietro la risata, ci si chiede: che parallelismo possiamo fare con l’oggi? Abbiamo giustamente cominciato a punire i soprusi fisici o le mancanze che i genitori danno ai figli, ma cosa stiamo facendo per i soprusi psicologici? Non crediamo sarà tanto distante il momento in cui in una serie animata sentiremo un padre dire: “Non è vero che ti ho ignorato durante tutta la tua infanzia, ti davo da mangiare e vestire”.
F Is For Family, insomma, fa decisamente ridere, fa sicuramente anche pensare ai cambiamenti della società, ma ci fa anche fare un esame di coscienza, visto che molte puntate potrebbero benissimo avere come sfondo la società degli anni Venti del Duemila. Ovviamente, per i temi trattati e per alcune immagini, ricordiamo che la visione è vietata ai minori di quattordici anni.
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