Sebbene le sue opere siano quasi tutti ritratti femminili con lo sguardo spento, oggi ci concentriamo su quel quadro della sua produzione artistica che, insieme a un altro, ne è l’eccezione: “Ritratto frontale di Jeanne Hébuterne”. Si tratta di un olio su tela, realizzato nel 1919 in cui viene rappresentata il vero amore dell’artista livornese: l’omonima pittrice francese che fu per lui musa di diversi dipinti.
Rappresentata a mezzo busto, completamente rivolta verso lo spettatore, la donna del ritratto ha un sorriso dolce, le pennellate le danno una forza magnetica, uno sguardo in cui viene sottolineata la devozione dell’uomo nei confronti della sua musa. Nelle prime rappresentazioni della Hèbuterne, gli occhi vennero rappresentati come blu, ma in questa realizzazione possiamo vedere il colore marrone, quasi come se fosse una donna diversa, se non fosse riconoscibile dai tratta somatici rappresentati. Perché gli occhi sono, quindi, diversi dagli originali?
Diciamo innanzitutto che Modigliani si rifiutava di rappresentare le pupille dei soggetti dei suoi quadri. In esse si cela l’anima e non poteva dipingere ciò che non conosceva. Sono davvero pochi i ritratti che hanno entrambe le pupille, infatti anche in un’opera dove rappresentò un suo amico solo un occhio era completo. La motivazione fu “Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, mentre con l’altro guardi dentro di te”. Con Hèbuterne, invece, a cui sono presente entrambe le pupille, probabilmente la rappresentazione degli occhi scuri si rifà al fatto che aveva finalmente raggiunto il suo scopo: conoscerne l’animo.
Modigliani, però, era sempre stato cagionevole di salute e nel gennaio del 1920, cominciò a delirare e gli fu diagnosticata la meningite tubercolare. Il suo perdere la testa lo portò ad aggrapparsi con tutte le sue forze alla sua amata, incinta al nono mese del loro secondo figlio. Venne ricoverato prontamente all’Hòpital de la Charité e, in coma, fu circondato dai suoi amici e da una devastata Jeanne. Alla sua morte, sopravvenuta il 24 gennaio dello stesso anno, la francese non riuscì a sopravvivergli. Che volesse suicidarsi era stato chiaro sin dall’inizio, dato che subito dopo la morte del marito venne condotta in una stanza d’albergo, dove una cameriera trovò un rasoio sotto il cuscino. Trascinata a forza nella casa paterna, sfuggì al controllo del fratello e il 26 gennaio si gettò nel vuoto dalla finestra del quinto piano dell’appartamento, morendo sul colpo.
Questo amore malsano fu d’ispirazione a cantanti e scrittori.
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