Il progetto 4Muses è nato nella primavera del 2020 quando nessuno, probabilmente noi in primis, si sognava di puntare mezzo centesimo su quella che era la nostra idea. Giorno dopo giorno, però, questo progetto per noi è diventato un vero e proprio lavoro, con tanto di persone che su di noi scommettono, eccome. Siamo orgogliose di ciò che stiamo costruendo, e questo passa attraverso le nostre parole, sia scritte che verbali. È stato facile? No. Abbiamo mai preteso qualcosa da qualcuno? No.
-Treccani
Quando ho cominciato con 4Muses, ammetto che le persone più vicine a me erano più che scettiche. E ci sta, come spiegato prima, lo ero anch’io. Ho dovuto fare - vale per tutte e quattro - un grande lavoro su me stessa, rinunciando piano piano a tutte le false credenze da me imposte.
Tutti noi esseri umani siamo collegati gli uni agli altri, ma nel mio cammino di vita non è stato assolutamente facile cedere al farmi aiutare, e di conseguenza vedere queste connessioni. Io, infatti, non sono capace a chiedere aiuto. Non so dire di cosa ho bisogno, e sono sempre cresciuta nel self-service, nel: “Chi fa da sé, fa per tre”. E per carità, questo mi ha aiutata tantissimo, perché ho imparato a organizzarmi il lavoro, ho sviluppato la mia caparbietà e posso confermarvi che ho una forza incredibile, e so che nonostante tutto, se cado mi rialzo. Non perdo mai la speranza, essendo una sognatrice convinta.
Contare anche sugli altri, però, non deve sfociare nel: mi appoggio sugli altri. Chi mi conosce sa bene quanto io ci sia sempre per tutti, e quanto ho sofferto proprio perché non avevo alcun limite. Ho imparato a mie spese che non posso, però, aiutare tutti. Spesso la persona a cui non dai aiuto, ti indica come egoista. Ecco, no. Cominciamo ad ammettere a noi stessi che chi non ci aiuta non è egoista, e forse scopriremo che siamo noi a esserlo.
“Egoismo s. m. [der. del lat. ĕgo «io»]. – Atteggiamento di chi si preoccupa unicamente di sé stesso, del proprio benessere e della propria utilità, tendendo a escludere chiunque altro dalla partecipazione ai beni materiali o spirituali ch’egli possiede e a cui è gelosamente attaccato. ”
-Treccani
Avendo, al contrario, sentimentalismo da vendere - e in effetti sto lavorando sul ridimensionarlo - ho sempre voluto aiutare tutti per non diventare egoista. Ora sto apprendendo che l’egoismo si nasconde troppo spesso nella persona che pretende aiuto.
E badate bene, io adesso ignoro certi tipi di messaggi - anche qui, chi mi conosce bene sa quanto per me sia difficile ignorare, visto che lo considero un gesto estremamente maleducato - semplicemente perché vedo nel loro contenuto qualcosa che non mi piace e che ha questo significato: “Se tu riesci e io no, e quindi non mi aiuti, ti faccio sentire in colpa.”
“Umiltà s. f. [dal lat. humilĭtas -atis]. –2. a. Sentimento e conseguente comportamento improntato alla consapevolezza dei proprî limiti e al distacco da ogni forma di orgoglio e sicurezza eccessivi di sé. ”
-Treccani
Quando chiedo aiuto alle altre Muse, o ai miei amici più stretti, ascolto cosa mi dicono. Se la loro risposta è: “Esci dal tuo bozzolo, così non andrai da nessuna parte. Rimboccati le maniche e lavora sodo”, o parole ancora più dure, io ringrazio ed eseguo. Pensavo di non avere l’umiltà, e invece mi sono accorta che il mio sacco interiore ne è pieno. L’umiltà non vuole dire sminuirsi, bensì vuol dire accettare i propri limiti e imparare a capire che l’Universo non ruota attorno a noi, e solo per noi. Di conseguenza, non possiamo esigere da nessuno un qualcosa che dobbiamo fare noi per primi.
Vogliamo qualcosa? Usciamo di casa e prendiamocelo. Perché, ragazzi, le cose non cadono dal cielo. Le collaborazioni non arrivano perché siamo belli e simpatici. Se tutto il nostro lavoro è: “Attendo che quel mio amico sfondi, così poi porta pure me”, beh, sorpresa! Quell’amico è meglio ci perda.
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