Miles Morales è tornato nuovamente in sala con una nuova avventura. Dal primo giugno è al cinema: Across The Spider-Verse, il secondo capitolo della saga animata targata Sony-Marvel.
Riprendiamo la narrazione dove si era spezzata l’ultima volta: al termine di “Into the Spider-Verse”, Miles aveva dovuto salutare i suoi nuovi amici e il senso di solitudine è tornato a essere il suo principale compagno. Su Terra-65 le cose non vanno nel migliore dei modi, Gwen non riesce a trovare la sua band e quello stesso sentimento che attanaglia Miles per lei è anche fin troppo familiare. Gli Spiderman, di ogni singolo universo, per un motivo o per un altro, attraverso i loro eventi canonici, provano le stesse sensazioni. Elemento che avevamo avuto modo di vedere, all’interno dell’MCU, proprio con l’ultimo Spiderman di Tom Holland.
“Dopo essersi riunito con Gwen Stacy, l'amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene catapultato nel Multiverso, dove incontra una squadra di ‘Spider-Eroi’ incaricata di proteggerne l'esistenza. Ma quando gli eroi si scontrano su come affrontare una nuova minaccia, Miles si ritrova contro gli altri ‘Ragni’ e dovrà ridefinire cosa significa essere un eroe per poter salvare le persone che ama di più”.
Il film di animazione riesce a compiere una delle più grandi imprese: soddisfare i fan dell’amichevole Spider-Man di quartiere. Inserendo con meticolosa attenzione dettagli su dettagli, infatti, riesce a soddisfare chi ha a lungo sfogliato gli albi a fumetti e ha visto i film e i cartoni animati. Piccoli easter eggs che premono sull’attenzione del pubblico affinché ci si possa render conto dei particolari. Sì, bisogna aver letto o visto tutto per poter cogliere ogni singolo riferimento, ma è questo l’elemento che è in grado di unire e unificare la narrazione e la collaborazione tra Sony e Marvel.
E mentre si continua a dibattere su Terra-616 e Terra-19999, il destino del Multiverso è sempre più in bilico. Gli Spider-Eroi fanno sempre più da intersezione tra i diritti cinematografici e non, rendendo tutto canonico allo stesso identico modo. È interessante come venga rappresentato il multiverso, al di là della rete da ragno che collega le sorti di ogni singolo eroe. Le visioni che al momento ci sono state fornite sono diverse e sono forvianti, a volte in contraddizione tra di loro. In questo caso, abbiamo modo di notare un flusso ramificato simile a ciò che abbiamo visto con Loki. Di conseguenza tra Doctor Strange che glitcha tra un universo e l’altro e un ragazzino un po’ troppo cervellotico che ancora non sa come poter essere Spider-Man adesso che nessuno si ricorda più di lui, siamo ancora nell’incertezza.
Across The Spider-Verse si pone come punto di giunzione per dare la propria personale visione del multiverso. Un capitolo che fa da ponte a una trilogia che ancora deve esplodere in tutta la sua magnificenza. Non manca di certo l’azione, anzi è stupendo vedere come i ragni possono intellettualmente scontrarsi.
Il tema centrale però non sono tanto i superpoteri, ma principalmente l'essere figli e l'essere genitori. All'interno di tutta la narrazione, infatti, tra senso di crescita e di responsabilità spicca l'incapacità che i due ruoli portano con sé. Tutti siamo stati stati figli, ma nessuno ha mai detto agli altri come esserlo. Chi, invece, diventa genitore deve confrontarsi costantemente con la sfida più grande: riuscire a tenerli al sicuro. E mentre i figli cercano il proprio spazio nel mondo, padri e madri devono imparare a ridimensionare la propria presenza nella loro vita. Un continuo tira e molla che si può affrontare solo passo dopo passo. Qui, una volta tanto, siamo davanti alla responsabilità più grande di tutte, quella da cui derivano i poteri più enormi. Il rapporto, quindi, si concentra sulla fiducia e sulla possibilità di condivisione dei segreti, delle passioni, dei propri spazi. Essere Spiderman concretizza in sé tutta la voglia di crescere e di esplorare il mondo.
Ancora una volta, inoltre, la meraviglia di questo film sta nelle sue animazioni. La grafica e lo stile cambiano a seconda del “ragno” che viene in quel momento inquadrato. È stupendo osservare come le matite siano cambiate nel corso del tempo, grazie al personale apporto dei diversi autori, e come ciò venga restituito in tutti i suoi singoli personaggi. Gli amanti di Spider-Gwen non possono fare a meno di apprezzare il modo con cui le tavole cambino colore secondo la propria emotività. Esattamente come nel fumetto, infatti, tutto viene restituito per poter dare la massima coerenza. Inoltre, in questo volume, abbiamo anche le spiegazioni per cui siano state compiute alcune variazioni sulla storia di Miles Morales e di conseguenza tutto diviene possibile.
Across The Spider-Verse ci fa rendere conto di quanto effettivamente potente sia la narrazione dell’amichevole ragno di quartiere. Lui ha da sempre fatto capire quanto ogni eroe minimo possa essere comune e possa riuscire a fare di tutto. Il proprio cervello è la propria forza e Miles Morales ci fa insegna, ancor di più, quanto si possa essere artefici del proprio destino canonico o meno che sia.
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