Blockbuster, serie sbarcata a Novembre 2022 sulla piattaforma Netflix, viene cancellata un mese dopo per la scarsa popolarità ricevuta. Creata da Vanessa Ramos, già autrice di serie come Superstore e Brooklyn Nine-Nine. Da quest’ultima serie viene anche Melissa Fumero, la razionalissima Amy Santiago, che in Blockbuster interpreta Eliza Walker, metodica, organizzata e amabile. La serie non si poneva grandi obiettivi se non quello di puntare sul senso nostalgico dei millenials. Purtroppo non possiamo ammettere che lo scopo sia stato raggiunto.
Torniamo un secondo indietro nel tempo: a metà degli anni Ottanta, in seguito a una crisi nel settore petrolifero, David Cook decise di gettarsi nel mondo delle videocassette, utilizzando le proprie competenze in ambito informatico. Fu così che, nel 1985, aprì il primo Blockbuster con la classica insegna giallo-blu a Dallas, in Texas. Nel corso degli anni poi cambiò proprietà, gestioni e subì fusioni fino a che non diventò una potenza multi-milionaria con circa novemila negozi nel 2004. Il fenomeno di Blockbuster fu un punto di riferimento per un’intera generazione che se voleva vedere un film doveva noleggiarlo fisicamente. Anche il marketing di Blockbuster era geniale per il suo tempo: innanzitutto le persone potevano scegliere quanti film volevano, che venivano registrati su una card, con l’obbligo di riconsegnarli dopo uno o massimo tre giorni. Chi non avesse rispettato tale limite doveva pagare un sovrapprezzo. Contando sulla sbadataggine delle persone, i ricavati di Blockbuster crebbero in modo esponenziale. Inoltre il franchising offriva anche una varietà di snack, bibite gadget che l’acquirente poteva scegliere di acquistare insieme alla videocassetta.
Si trattò di un’idea innovativa, fuori tempo, che perdurò fino a metà degli anni 2000 quando si sviluppò la tv via cavo e in seguito fallì completamente con le piattaforme streaming. Chiusero tutte le filiali tranne una, che ancora sopravvive, a Brend, in Oregon. È da qui che parte la storia della serie. Timmy Yoon, manager dell’ultimo Blockbuster presente, cerca di destreggiarsi tra la gestione del negozio e la vita privata. Far appassionare le nuove generazioni a noleggiare film sembra sempre più difficile, ma anche grazie all’aiuto dei suo dipendenti, Timmy riesce a mantenere attivo l’interesse fino all’ultimo. Con l’inserimento di personalità giovani, la serie vuole ridurre quel gap generazionale e portare un po’ della cultura anni 90 nella semplicità degli anni 2000.
Blockbuster segue la linea di una serie puramente comedy, volta a far divertire senza pretese ma nonostante questo non ha raggiunto le aspettative pensate. Si voleva omaggiare il legame umano, la bellezza di qualcosa di reale come una vetrina allestita con i film nuovi usciti, l’esserci di un essere umano non dietro a uno schermo. Elementi che sono presenti, ma come una nuvola diffusa non sempre facile da decifrare: i valori espressi e la nostalgia.
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