Tachicardia. Ansia. Il calore si fa opprimente e il corpo inizia a sudare in maniera scomposta. Le dita, tozze e grosse, si fanno filiformi una volta che la vista è annebbiata.
Bianca si trova in questa situazione, senza memoria e con scarsa cognizione di sé.
Dove si trova? Non riesce a distinguere lo spazio buio e uno strano vapore che emana olezzi di cloro le investe periodicamente i sensi. Distingue a malapena le parti del suo corpo e la sua integrità, ma il resto è tutto cupo.
L’ansia ora diventa paura, Bianca fa fatica a richiamare l’ultimo ricordo recente e cerca disperatamente un appiglio razionale a ciò che sta succedendo.
Pausa. Respiro. Panico. Pianto isterico.
Bianca si sente come una radice che sta per essere estirpata, sente una forza violenta pervaderle i pensieri e non riesce a oltrepassare quella periodica sensazione di soffocamento che la attanaglia.
Adesso i confini dello spazio si fanno più nitidi, una luce alogena la acceca. C’è sempre stata questa luce? Il pavimento sul quale si trova è freddo e grigio, e un corridoio che sembra infinito scorre di fronte la sua vista. Ogni segmento è uguale a un altro, davanti come di dietro, il tutto delimitato da muri color verde acqua e soffitti illuminati a tratti dalle luci alogene che prima hanno accecato Bianca.
Panico. Bianca ora riesce a vedere meglio ma è ancora confusa, non sa cosa potrebbe accadere e sente un freddo immenso e delle vertigini che le portano nausea.
Immagini confuse attraversano la mente di Bianca. Corridoi colorati e pieni di coriandoli, una landa desolata e arida sotto il sole del mezzogiorno e una palude acquitrinosa dall’aria umida e uggiosa.
Bianca respira profondamente ed espira aspettando che le immagini acquisiscano una coerenza.
La confusione tuttavia non passa, diventa sempre più asfissiante, finché Bianca non perde di nuovo i sensi sullo stesso pavimento in cui si è risvegliata.
Tecnico: “L’esperimento è stato un totale fallimento”.
Tecnico 2: “Il trapianto di memorie sembra non aver funzionato, ma potremmo essere vicini al risultato sperato più di quanto immaginiamo”.
Tecnico: “Dopo tutti i tentativi, non possiamo permetterci ancora soggetti che svengono dopo qualche minuto che si sono svegliati. Il soggetto non si è neanche mosso e non ha neanche provato ad articolare una parola di aiuto”.
Tecnico 2: “È vero, ma potrebbe essere stata più conscia di quanto ci potessimo aspettare”.
Bianca ora sogna una luce dall’aspetto divino in un Eden lontano, si trova davanti un albero che sembra offrirle la mela più bella che abbia mai visto. Forse è un ricordo, forse sarà il futuro, o forse… È tutto reale, adesso.
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