Ogni volta che sentiamo il termine “nuova era” ci viene facile associarla alla famosa “Età dell’oro”, di conseguenza pensiamo a scenari Orwelliani in cui gli esseri umani prendono coscienza del loro essere schiavi e decidono di vivere in piena libertà.
Al contrario de “La fattoria degli animali”, però, nel nostro immaginario la pace e l’armonia regnano sovrani, ed ecco spiegato perché non crediamo che questa era sia a noi vicina.
Comunque sia, però, facciamo di tutto per avvicinarci dal creare, passo dopo passo, un mondo più inclusivo dove abbondanza e amore siano veramente alla portata di tutti.
“You may say that I’m a dreamer, but I’m not the only one” (trad. “Potreste definirmi un sognatore, ma non sono l’unico”) cantava John Lennon e di certo anche lui aveva in mente questo mondo olistico, dove tutto è Uno e dove tutti facciamo parte di questo Uno.
Lo scenario alla peace & love, però, non è così moderno come possiamo pensare, ha bensì origine antichissime. In ogni filosofia e credo, infatti, il punto di partenza e il punto di arrivo è sempre nell’essere tutt’Uno, in quella che viene appunto definita “Età dell’oro”.
Al contrario de “La fattoria degli animali”, però, nel nostro immaginario la pace e l’armonia regnano sovrani, ed ecco spiegato perché non crediamo che questa era sia a noi vicina.
Comunque sia, però, facciamo di tutto per avvicinarci dal creare, passo dopo passo, un mondo più inclusivo dove abbondanza e amore siano veramente alla portata di tutti.
“You may say that I’m a dreamer, but I’m not the only one” (trad. “Potreste definirmi un sognatore, ma non sono l’unico”) cantava John Lennon e di certo anche lui aveva in mente questo mondo olistico, dove tutto è Uno e dove tutti facciamo parte di questo Uno.
Lo scenario alla peace & love, però, non è così moderno come possiamo pensare, ha bensì origine antichissime. In ogni filosofia e credo, infatti, il punto di partenza e il punto di arrivo è sempre nell’essere tutt’Uno, in quella che viene appunto definita “Età dell’oro”.
Eta dell’oro nella mitologia classica
Molto probabilmente il primo ideatore di questa teoria filosofica fu Esiodo, dove ne: “Le Opere e i giorni” descrive la vita dei primi uomini strettamente legata a quella degli dèi, dove l’abbondanza prosperava facilmente in terra, per questo non c’era bisogno di lavorarla e di conseguenza l’uomo non conosceva la fatica; assieme a essa progredivano la pace e l’armonia quindi non c’era bisogno di avere leggi, né quello di creare eserciti o armi.
Il tutto cominciò a decadere con il furto del fuoco di Prometeo, che sancì la divisione tra dèi ed esseri umani, i primi timorosi di non ricevere più rispetto e lode, i secondi incapaci di comprendere come mai gli altri facessero di tutto per tenerli all’oscuro del controllo di tale elemento.
Da qui inizia la discesa dell’umanità verso le ere successive: argento, bronzo, eroi e ferro; a questo una promessa: il tutto è destinato a ricominciare e quindi prima o poi tornerà la famigerata età dell’oro.
Anche il nostro amato Virgilio è d’accordo con questa visione e ce lo fa sapere nella quarta egloga delle Bucoliche, con una piccola differenza: le ere non sono decadimento della società, bensì il semplice processo del passare delle stagioni che, proprio come in natura, è un continuo alternarsi di abbondanza e privazioni. Paragona l’età dell’oro alla primavera e all’estate con i suoi frutti e cibo a volontà, alle quali succedono poi l’autunno e l’inverno.
A riportarci nell’oro sarà un fanciullo divino che consegnerà al mondo il suo Impero di pace e prosperità.
Età dell’oro nell’induismo
Anche nell’induismo è presente un tempo di pace e armonia, definito il Satya Yuga (trad. “Età dell’Essere” o “Età della Verità”).
Proprio come abbiamo visto prima, anche in questa parte di mondo si crede al decadimento dell’essere umano nell’oblio della materia, fino al momento in cui l’essere divino riuscirà a rinascere e a stabilire l’ordine, ritornando nuovamente al Sarya Yuga.
Età dell’oro nella mitologia nordica
Neanche a dirlo, anche per i popoli del nord Europa si tornerà a un mondo dove umani e dèi vivono in pace e armonia tutti insieme.
Questa era avrà inizio alla fine del Ragnarǫk (trad. “destino degli dèi”): la grande guerra che metterà la parola fine al mondo come lo conosciamo noi tra atroci sofferenze (come la morte degli dèi più importanti quali: Odino, Thor, Loki…) per tutti gli esseri viventi che dovranno destreggiarsi tra il fuoco e le varie calamità naturali.
Alla fine, però, è promessa una rigenerazione per tutti perché solo due umani sopravvivranno a tutto quanto: Lif (dal significato “vita”) e Lífþrasir (dal significato “desiderio di vita”) i quali saranno destinati a creare una nuova umanità vicina a quella “originale”, nata per vivere nell’abbondanza e in pace.
Età dell’oro nell’astrologia
Anche secondo l’astrologia lo scorrere del tempo è suddiviso in ere che hanno un particolare significato per l’umanità. In particolare, l’essere umano ha cominciato a fare la sua comparsa durante l’Era del Leone (10.799 a.C. – 8639 a.C. circa), andando poi a ritroso (in questo caso, infatti, si devono contare i segni zodiacali andando all’indietro) si è passati all’erà del Cancro (8639 a.C. – 6479 a.C.), dei Gemelli (6479 a.C. – 4319 a.C.), del Toro (4319 a.C. – 2159 a.C.), dell’Ariete (2159 a.C. – all’anno 0) e quella attuale dei Pesci (dall’anno 0 al 2161 d.C.).
La prossima era sarà quella dell’Aquario che, astrologicamente parlando, è il segno opposto del Leone. Tali segni sono le due facce della stessa medaglia, dove il primo (l’Aquario) è l’evoluzione del secondo (il Leone). Se durante l’era del Leone gli uomini vivevano in pace e armonia, nella più totale sintonia con il creato, così tornerà a essere quando inizierà ufficialmente l’era dell’Aquario, con una consapevolezza maggiore di come rimanere in questo stato, proprio perché si è imparato maggiormente dai propri errori.
Imparare dai propri errori
Ed è proprio questa la chiave per mettere fine alla ripetizione e spezzare il cerchio che siamo destinati a ripetere di continuo.
Non è fondamentale credere ancora oggi in queste fasi, ciò che conta è guardarsi dentro, apprendere dai propri errori per non ripeterli e per dare alle generazioni future la possibilità di vivere nel mondo che i nostri antenati – con i loro miti e leggende – hanno promesso.
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