È con grande orgoglio che torniamo a recensire un libro di Nicola Rocca: “Partita con la morte”, oggi siamo più felici di farlo perché abbiamo avuto l’onore di leggerlo mesi prima la sua data di uscita e non possiamo fare altro che ringraziarlo davvero di cuore! È stata una gradita opportunità.
“Partita con la morte” fa parte della saga del detective Walker, (gli altri capitoli/casi di cui vi abbiamo parlato sono: “Gigolò”, “La morte ha l’oro in bocca” e “Il discepolo”) quindi già eravamo a conoscenza del genio e dell’estro del commissario che ormai reputiamo quasi un amico.
Il thriller è disponibile su Amazon a partire dal 6 novembre, oggi ve ne parliamo senza farvi troppi spoiler.
“Partita con la morte” fa parte della saga del detective Walker, (gli altri capitoli/casi di cui vi abbiamo parlato sono: “Gigolò”, “La morte ha l’oro in bocca” e “Il discepolo”) quindi già eravamo a conoscenza del genio e dell’estro del commissario che ormai reputiamo quasi un amico.
Il thriller è disponibile su Amazon a partire dal 6 novembre, oggi ve ne parliamo senza farvi troppi spoiler.
Qual è il motivo che spinge qualcuno a uccidere? Ce ne sono diversi, a dire la verità. La mente umana è affascinante proprio perché nasconde, a volte in modo neanche troppo velato, impulsi e interessi macabri, di cui spesso ci vergogniamo. Bisogna ammettere qualcosa che difficilmente riusciamo a dire a voce alta: se siamo attratti dai programmi crime, la nostra voglia di nutrirci del raccapricciante è quasi del tutto soddisfatta. Quasi, appunto. Tutti possiamo essere potenziali assassini, sia che ne abbiamo il coraggio o no.
Se ciò vi spaventa, smettete con la lettura e non acquistate il libro, se invece ciò vi affascina… beh, proseguite.
Il movente è probabilmente la parte più importante in un caso di omicidio. Il perché si sia arrivato a un certo punto può addirittura cambiare le sorti di una condanna. Scatto di ira, regolamento di conti, vendetta, odio, divertimento… sono così tante le sfumature dietro il gesto che nessuno di noi può dirsi esente dal compierlo.
Ma proprio perché sono così tanti i perché dietro, che in questo caso Walker incontra parecchie difficoltà. Che non se la prenda il caro detective, ma senza la botta di fortuna necessaria, difficilmente sarebbe arrivato alla risoluzione del caso, e noi con lui.
Siamo nei paesini della bergamasca: Carvico, Sotto il Monte, Calusco d’Adda… luoghi sconosciuti ai più, anonimi, che solo a sentirli nominare danno l’idea di tranquillità e forse di un po’ troppa noia. Eppure, improvvisamente, prima i telegiornali locali, poi quelli nazionali, iniziano a parlare di loro, tutta Italia impara le stradine a memoria, affascinata e coinvolta emotivamente dal “Mostro dei Tre Colpi”, come viene da subito definito il misterioso assassino.
Ritorniamo indietro nel tempo, al decennio 1974-1985 quando il “Mostro di Firenze” terrorizzava le campagne limitrofe al capoluogo toscano. Anche qui le vittime sembrano essere scelte casualmente, ma il modus operandi è sempre lo stesso: i corpi vengono ritrovati in luoghi isolati, accanto ci sono i bossoli espulsi e le vittime riportano sempre tre ferite. Si conosce da subito l’arma del delitto, il resto rimane sconosciuto a lungo.
Quando sono i piccoli paesi a essere colpiti, il dramma è serio: come si può sospettare di qualcuno, quando tutti conoscono tutti? E chi può essere il colpevole, se i pochi tipi loschi hanno tutti un alibi di ferro?
Sembra proprio che Walker stia combattendo una partita di scacchi con la morte, dove un suo rimanere fermo dà modo all’avversario di agire e uccidere. Ma come può il commissario muoversi, se non sa che da parte andare?
Non diremo di più, per non rovinarvi nulla! Sappiate, però, che se il mistero e il dark vi affascinano, questo thriller fa proprio per voi!
Se ciò vi spaventa, smettete con la lettura e non acquistate il libro, se invece ciò vi affascina… beh, proseguite.
Il movente è probabilmente la parte più importante in un caso di omicidio. Il perché si sia arrivato a un certo punto può addirittura cambiare le sorti di una condanna. Scatto di ira, regolamento di conti, vendetta, odio, divertimento… sono così tante le sfumature dietro il gesto che nessuno di noi può dirsi esente dal compierlo.
Ma proprio perché sono così tanti i perché dietro, che in questo caso Walker incontra parecchie difficoltà. Che non se la prenda il caro detective, ma senza la botta di fortuna necessaria, difficilmente sarebbe arrivato alla risoluzione del caso, e noi con lui.
Siamo nei paesini della bergamasca: Carvico, Sotto il Monte, Calusco d’Adda… luoghi sconosciuti ai più, anonimi, che solo a sentirli nominare danno l’idea di tranquillità e forse di un po’ troppa noia. Eppure, improvvisamente, prima i telegiornali locali, poi quelli nazionali, iniziano a parlare di loro, tutta Italia impara le stradine a memoria, affascinata e coinvolta emotivamente dal “Mostro dei Tre Colpi”, come viene da subito definito il misterioso assassino.
Ritorniamo indietro nel tempo, al decennio 1974-1985 quando il “Mostro di Firenze” terrorizzava le campagne limitrofe al capoluogo toscano. Anche qui le vittime sembrano essere scelte casualmente, ma il modus operandi è sempre lo stesso: i corpi vengono ritrovati in luoghi isolati, accanto ci sono i bossoli espulsi e le vittime riportano sempre tre ferite. Si conosce da subito l’arma del delitto, il resto rimane sconosciuto a lungo.
Quando sono i piccoli paesi a essere colpiti, il dramma è serio: come si può sospettare di qualcuno, quando tutti conoscono tutti? E chi può essere il colpevole, se i pochi tipi loschi hanno tutti un alibi di ferro?
Sembra proprio che Walker stia combattendo una partita di scacchi con la morte, dove un suo rimanere fermo dà modo all’avversario di agire e uccidere. Ma come può il commissario muoversi, se non sa che da parte andare?
Non diremo di più, per non rovinarvi nulla! Sappiate, però, che se il mistero e il dark vi affascinano, questo thriller fa proprio per voi!
Sempre dello stesso autore, ma fuori la collana del detective Walker, abbiamo recensito: “Scheletri nell’armadio”, “Infanticidio”, “Omicidio in famiglia” e “Chi era mio padre?”
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