Il quarto articolo... Guardate, di solito non raccontiamo questi retroscena ma questo va scritto. Perché proprio questo è il quarto articolo della settimana, le parole che avanzano quando non c'è più niente da dire.
Noi consegniamo per 4muses almeno quattro articoli per la settimana, affinché ci sia materiale da permettere la pubblicazione di due articoli al giorno dal lunedì al sabato. La nostra programmazione è quindi settimanale.
Ebbene, questo è il quarto, quello che deve fare più schifo degli altri, quello che ci salva da un eventuale vuoto.
E il quarto articolo non deve essere per forza situato nel fondo della settimana, puoi pubblicarlo anche all'inizio per toglierti subito questo peso.
E quindi sono qui, a districarmi tra le parole per poter dire che sto facendo il quarto articolo, che lo porterò a termine prima della settimana.
Ma di cosa stiamo parlando, il mio quarto articolo della settimana scorsa è una sceneggiatura di un tizio che parla a un termosifone, c'è altro da aggiungere?
Il quarto articolo è quell'impegno che rimandi fino all'ultimo, quel lavoro che ti sei dimenticato di svolgere, il triste post che non riceve like sui social.
Il quarto articolo è tutto questo. Ha anche una foto che non corrisponde al contenuto.
Il quarto articolo è quel racconto scritto a quindici anni di cui ti vergogni ma che alla fine decidi di dare in pasto al mondo.
E se qualcuno avrà da lamentarsi di qualcosa, dirò: "Gente, ma che pretendete! È il quarto articolo!"
La responsabilità mi bussa alla porta e mentre ho tante cose da fare non faccio niente.
Ebbene, io vi dico con assoluta sincerità, con estrema lucidità e chiarezza, che il quarto articolo è sia quella responsabilità sia quel non fare niente.
È antitetico, sfuggevole, non sai dove vuole andare a parare e se deve andare a parare.
È quella barzelletta orrenda che fa così schifo e pietà da farti ridere, e allora ti senti in colpa per il solo fatto di aver riso.
È l'autobus che vedi andare via mentre stai arrivando di corsa in fermata, e allora ti fermi ad aspettare il prossimo, ma sono le tre del mattino e quello successivo passerà tra quarantasette minuti.
Sappiatelo il quarto articolo è ovunque, dovete esercitarvi a vederlo, a parlarne, magari lo creerete pure voi e ce lo manderete, così ci regalerete la possibilità di non scriverlo noi.
"La poesia del quarto articolo
non è affatto profonda,
non è affatto necessaria
e non ha neanche le rime"
(Anonimo, La poesia del quarto articolo)
Nessuno conosce con certezza l'autore di questo componimento, anche se una leggenda narra che sia stato scritto da Umberto Eco. Altri studi filologici ritengono che probabilmente sia stato lasciato in anonimo perché l'autore non voleva prendersi la responsabilità di questa cosa.
Il quarto articolo è la casa senza balcone. È il gratta e vinci che ti fa vincere la stessa somma che hai impiegato per comprare quello stesso gratta e vinci, allora ne vuoi comprare un altro, ma davanti il bancone si è creata un'enorme fila, e allora ti metti in coda e aspetti una decina di minuti, come se ti sentissi in dovere di stare lì. Allora quando è il tuo turno ricompri quel gratta e vinci, ma sta volta perdi. E poi all'uscita del bar trovi un vigile che ti sta facendo la multa, proprio in quel momento. Te la saresti risparmiata se fossi andato via subito senza volerne comprare un altro.
Il quarto articolo è un viaggio in treno senza biglietto, le frasi scomposte che si dicono la mattina quando nel dolore del risveglio devi riprendere coscienza.
Il quarto articolo lascia più domande che risposte.
E cosa più assurda, il quarto articolo finisce all'improvviso.
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