Abbiamo avuto modo di vedere, tra i film in corso a Venezia79, in anteprima “Il signore delle formiche”. Adesso che è in sala, ci sembra doveroso attenzionare una storia vera che racconta uno spaccato importante del nostro paese, purtroppo ancora attuale. Un modo per inquadrare, storicamente, il pregiudizio che ha contraddistinto il nostro tessuto sociale sull’argomento dell’omosessualità. È, infatti, assurdo quanto molto spesso quello stesso modo di pensare, ancora oggi, si riversi nelle nostre strade.
La storia trasposta dal regista Gianni Amelio segue lo sviluppo giudiziario che ha visto coinvolto Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio). Lo scrittore e drammaturgo venne, difatti, accusato di aver plagiato la mente del suo giovane amante. Era inaccettabile, nell’Italia degli anni ’60, l’idea che un giovane ragazzo potesse infatuarsi di un uomo più grande o che trovasse affascinante la sua cultura.
L’accusa di plagio indicava la forza coattiva con cui Braibanti avrebbe agito nei riguardi di Ettore (interpretato da Leonardo Maltese). Con la sua poesia, con le sue parole, avrebbe plasmato la mente del giovane tanto da fargli perdere la testa. Inutile sottolineare, come viene anche mostrato nel corso del film, che: se da una parte Aldo ha subito la gogna mediatica, Ettore ha subito le terapie di riorientamento sessuale. L’attenzione sulla relazione e le relative accuse furono formalizzate dalla famiglia di Ettore, in quanto incapaci di poter accettare l’omosessualità del figlio.
Per raccontare le vicende, sullo sfondo, troviamo il giornalista Ennio Scribani (Elio Germano). Il personaggio di Germano è un elemento chiave sull’uso del linguaggio del periodo, in quanto -nonostante sia stato poco evidenziato nella pellicola- la parola omosessuale era praticamente censurata nella stampa. Interessante, però, come si cerchi di contestualizzare le parole e i termini usati perché ciò che oggi viene letto in chiave offensiva è differente da ciò che in passato era considerato tale. L’omosessualità era un’offesa alla morale, altri termini, invece, non lo erano. In tal senso, questo film ci fornisce la chiara idea di come la cultura cambi e di quanto il passato non vada letto o visto con gli occhi di adesso. La storia va letta per poter imparare a non commettere gli stessi errori.
Il signore delle formiche riesce a parlare dello strato socio-culturale degli anni ’60. Lo fa attraverso i costumi, la sceneggiatura e soprattutto attraverso la ricostruzione dei fatti. Amelio porta in luce una storia che va attenzionata per poter cercare di indirizzare la società di oggi verso una direzione differente.
L’interpretazione dei suoi attori da un forte schiaffo emotivo al pubblico, è facile entrare in empatia con Aldo e con tutto ciò che è stato costretto a vivere solo in nome dell’amore.
Nessun commento:
Posta un commento