Una vasta piana si staglia oltre il campanile di un piccolo paese rurale di nome San Tiberio. Il grano sorge senza fatica e sembra fare da elemento scenico per le escursioni dei paesani.
In questi sentieri piani, custoditi da pastori e agricoltori, è giunto da un diversi giorni un pellegrino che vuole indagare sulla leggenda di San Tiberio.
Mentre si reca al paese, tra i campi, l’avventore incontra un pastore che sembra incuriosito di vedere un estraneo. Il pastore allora inizia a parlargli.
Pastore: Chi siete, da dove venite?
Avventore: Sono un avventore alla ricerca del tesoro di San Tiberio.
Pastore: Ricerca del tesoro? Fate attenzione… forze molto più grandi di noi si celano dietro queste lande. Certe conoscenze non sono per esseri umani, allontanatevi prima che sarà troppo tardi
Avventore: Sono qui perché sento di dover compiere un’impresa che verrà ricordata nei secoli… e questa sarà la mia impresa
Pastore: Se siete così sicuri di voler scoprire l’ignoto, fermatevi alla locanda appena giungerete in paese… L’oste è davvero informato su questa leggenda.
L’avventore prosegue, entrando nelle vie antiche del paese e proseguendo il sentiero costeggiato da abitazioni di modeste dimensioni.
L’avventore prosegue e il campanile è lì davanti, sembra celare qualcosa di incredibilmente misterioso e antico.
L’avventore, subito dopo, nota la taverna che il contadino aveva gli aveva indicato. Non esita a entrare, con il desiderio di dissetarsi il prima possibile.
Oste: Un volto nuovo! Scommetto che siete qui per la leggenda di San Tiberio.
Avventore: Avete indovinato, e inoltre ho pure molta sete. Cordialmente, gradirei dell’acqua fresca.
Oste: Ma qui abbiamo solo vino.
Avventore: Mi scusi, non posso sono astemio…
Oste: Non potete cercare il tesoro se prima non provate il mio vino. Coraggio! Questo bicchiere lo offre la casa.
L’avventore si lascia timidamente convincere, e prova il vino. Mentre l’avventore sorseggia, l’oste gli spiega le proprietà del vino.
Oste: questo è un vino speciale… permette al corpo di accedere a nuovi mondi… Mio nonno raccontava che solo così si potrà trovare il tesoro nascosto.
L’avventore annuisce, la voce dell’oste gli sembra ora diversa, come se venisse da un tempo antico.
Oste: dovete sapere che ciò che si narra del campanile. Si dice sia stato costruito in un punto nel quale i pagani si radunavano per praticare sacrifici umani. Non è più rimasta nessuna traccia del culto, ma chissà… recatevi al campanile, magari questa bevanda apre a voi realtà che sono state precluse a noi altri abitanti di questa terra.
L’avventore esce dalla locanda, lasciando prima qualche moneta come mancia all’oste.
Ora guarda verso la chiesa, analizzandola dall’altro lato della piazza. Quel vino sembra che aumenti davvero la capacità percettivo. La struttura sacra sembra ora emanare un’aura tangibile, quasi visibile, che prima appariva all’avventore come un mistero. L’aura sembra che chiami proprio l’avventore, è un invito a entrare nella chiesa.
Un vento sacro trascina l’avventore nella struttura religiosa, accompagnandolo fino alla fine delle navate, davanti al simulacro di San Tiberio.
La chiesa è antica e buia, la luce filtra poco dalle finestre alte e piccole e ogni cosa all’interno è prevalentemente illuminata dalle numerose candele disseminate per tutta la struttura.
Sarà forse perché è circondata da molte candele, ma la statua di San Tiberio sembra riluccicare di luce propria.
Quella statua ipnotizza, porta quasi a un estasi mistica, nonostante non sia una scultura di particolare rilevanza artistica.
La luce d’improvviso inizia a sollevarsi dalla statua, come se stesse evaporando da essa. Quelli che sembrano filamenti di vapore splendente si legano tra loro formando una figura antropomorfa. È proprio San Tiberio che si è manifestato all’avventore!
... continua ...
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