ATTENZIONE: questa è la seconda parte di un racconto, se non hai ancora letto la prima, puoi trovarla qui.
Il santo inizia a parlare all'avventore, che mantiene uno sguardo stupito.
San Tiberio: Avete uno spirito nobile e affidabile… Io, San Tiberio, ho scelto di mostrarmi a voi perché so cosa cercate e so che le vostre intenzioni sono buone e so che la vostra volontà è d’acciaio.
Avventore: No… non è possibile questo, sono gli effetti del vino…
San Tiberio: Il vino che avete appena bevuto è vendemmiato da grappoli che crescono in queste terre. Credetemi, sotto questo suolo vi è qualcosa di terribilmente sbagliato e spaventoso, qualcosa che ora potete vedere pure voi. Il vostro animo ha resistito alla corruzione di quel veleno, e ora lo può utilizzare per vedere la verità. È per questo che ho capito che voi siete l’eroe che questo luogo irredento sta cercando da secoli.
Avventore: Permettetemi di essere spaventato, queste cose non capitano tutti i giorni… Sono venuto qui solo per interessi archeologici, voglio solo fare delle scoperte… Non sono un eroe.
San Tiberio: Non sono gli uomini a scegliere di diventare eroi, è il fato a prendere la decisione.
L’avventore è molto scosso, da una parte è davvero impaurito, dall’altra si sente già come se fosse già riuscito nell’impresa affidatagli dal Santo, come se il destino avesse già decretato la sua vittoria. E la consapevolezza di avere già vinto, permette di scacciare via la paura.
Avventore: Cosa devo fare?
San Tiberio: Dovete scacciare il male pagano che si annida sotto questa chiesa. Io proteggo questo luogo cercando di fare in modo che la corruzione non si sparga oltre queste terre. Ma il culto diventa negli anni sempre più potente, e la mia intercessione potrebbe essere vana a breve. Ma ho avuto fede, e così siete arrivato voi.
Avventore: Esiste ancora un culto? Non se ne hanno più tracce…
San Tiberio: Menzogne! Il culto non è mai morto e pratica in segreto rituali blasfemi che offendono la vita. L’animo debole dei pagani è stato corrotto da quella perfida bevanda. Offrendovi il vino, volevano proprio farvi diventare uno di loro. Ma voi avete resistito. Per fortuna quasi nessuno di questo paese va in quella locanda da quando il nonno dell’oste si è inimicato l’intero villaggio. È una pratica riservata ai forestieri. Vi avrebbero prima iniziato alle loro usanze deviate, e poi vi avrebbero sacrificato. Questa setta versa il sangue delle loro povere vittime per dissetare forze oscure provenienti dal sottosuolo. Gli orrori emergono sempre più attraverso i sacrifici. Attualmente emanano solo una parte della loro influenza, ma quando arriveranno in superficie corromperanno definitivamente la morale degli uomini. Voi, sconfiggendo i pagani, bloccherete per sempre la loro influenza e il loro avanzamento.
Avventore: Come può un semplice uomo come me affrontare un culto così pericoloso?
San Tiberio: Sarete il vessillo della fede, lo strumento del creatore che scaccerà le tenebre.
Il santo impone le mani come in una sorta di benedizione, nuovi filamenti di luce sfavillano dai suoi palmi, intrecciandosi tra loro per generare una nuova forma acuminata.
San Tiberio: Spada di cristallo risplendi nella vile tenebra, possa tu contenere la forza dell’intera mia legione e portare la tua sacra luce oltre i limiti degli uomini. Che il confine dei mondi venga abbattuto, che i limiti umani divengano leggiadri dinanzi alla fede. Ardi trionfante le tenebre e restaura la morale perduta.
Una spada di cristallo si è manifestata a mezz’aria di fronte all’avventore, è come se essa attendesse di essere afferrata.
San Tiberio: Possa questa reliquia essere la vostra valorosa arma. Prendetela, illuminerà il vostro cammino e vi permetterà di accedere al tempio maledetto. In fondo alla sacrestia troverete delle scale che procedono verso il basso che si interrompono davanti a una parete. Colpite la parete con questa spada e accederete dall’altra parte. Potreste avere paura, ma non vacillerete davanti ai vostri nemici, avete tutto ciò che vi serve per abbatterli.
L’avventore, ammutolito, osserva San Tiberio dissiparsi. I due si salutano con un cenno, e l’avventore segue meticolosamente le istruzioni del Santo, arrivando alla parete in fondo alle scale per poi colpirla. Un portale tra mondi risucchia l’avventore, egli ora si trova davanti a un piccolo corridoio che termina in una rampa di scale apparentemente uguale alla precedente ma molto più sinistra.
Sembra una discesa verso l’inferno, verso anfratti non di certo costruiti per gli umani.
Il fondo delle scale procede verso un corridoio sempre più stretto, da divenire quasi claustrofobico.
D’un tratto un passaggio si schiude verso un immenso scenario costruito nel sottosuolo, un’immensa luce tetra e violacea illumina il soffitto della caverna, lasciando intravedere una piazza scolpita nella pietra.
Oltre la piazza, delle ampie scale conducono all’ingresso del tempio ancestrale, una struttura imponente di marmo nero che suscita timore alla sola veduta. Mani non umane hanno eretto questa dimora del male.
L’avventore si fa coraggio ricordando le parole di San Tiberio, stringendo con presa ferma la spada diamante.
Con passo impaziente l’avventore attraversa la piazza, ma una volta giunto ai piedi delle scale del tempio, due figure umanoidi fuoriescono dalla macabra struttura.
... continua ...
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