La mia eterna lotta contro il tempo continua, uno scontro senza esclusione di colpi tra inconscio e volontà.
Dopo essere arrivato in esemplare ritardo, mi accingo finalmente a preparare il mio anticipo, stavolta per davvero.
Un pensiero inconscio mi disturba il sonno, sono le cinque del mattino. Mi sveglio all’improvviso, con la volontà irrefrenabile di tornare a dormire.
Ma non posso ascoltare quest’impulso, non oggi, non stavolta, non in questo periodo della mia vita in cui non ho ancora imparato l’hindi.
E dunque mi alzo, preparo il mio anticipo. Arriverò prima di chiunque altro stavolta, arriverò così in anticipo che non dovrò chiedere indicazioni a uno straniero, perché io avrò il tempo di creare una nuova lingua per comunicare.
Mi preparo per uscire, per poi varcare la soglia che mi farà immergere in anticipo nel mondo esterno.
Ma forse è troppo presto. Qua fuori è tutto bianco… non esistono strade, non esiste il sole e non esiste neanche il cielo. Solo un enorme spazio bianco.
Il vuoto profondo del nulla, l’esistenza prima dell’esistenza.
Sono così in anticipo che ancora niente è stato creato.
Il nulla totale. Nessuna discussione pregressa, il verbo non esiste ancora.
“In principio, una tela di carta:
spazio serafico imperturbato
che dentro l’inesistenza incarta
la luce in assenza del creato.”
(Gianluca Boncaldo, “In principio”)
A quanto pare, non esistendo ancora nulla, ho appena scritto la prima poesia in endecasillabi. Anzi, la prima poesia in assoluto.
Ma ora è il momento di camminare in questa tela bianca, in attesa che qualcos’altro venga creato. Non so dove sto andando perché non ha senso usare il GPS.
Eterno nulla nel vuoto. O meglio, eterno finché non compare qualcosa. E lì, in fondo, un punto. Un punto lontano che voglio raggiungere. Mi avvicino, e il punto che diventa sempre più grande e appare sempre più definito, diventa una figura.
Mi avvicino di più, e capisco che quella figura è Frè seduta su un trono che indossa una corona.
Frè: “Gianluca, sei in ritardo. Di nuovo.”
Io: “Ma che significa, neanche lo hanno ancora inventato il tempo.”
Frè: “Ma in realtà… non è proprio così.”
Io: “Ma se la creazione dell’universo deve ancora avvenire.”
Frè: “Sei così in ritardo che tutto è finito. E ora, tutto deve ricominciare.”
Io: “Ah.”
Frè: “Ma che vuoi che sia, è solo il principio di ogni cosa.”
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