Anche per questo mese torna l’appuntamento con i Beatles, e oggi parliamo dell’album Rubber Soul, che la rivista Rolling Stones ha messo al quinto posto nella lista dei cinquecento migliori album di tutti i tempi. È il primo album a non avere il nome “The Beatles” in copertina, e questo dimostra l’enorme successo che ormai avevano a metà degli anni Sessanta. Visto che siamo ancora sotto eccitazione per Get Back, non perdiamo tempo e cominciamo subito a dirvi le curiosità che forse non sapete…
“Rubber Soul era il mio preferito, anche a quel tempo. Penso sia stato il nostro album migliore; era chiaro che stavamo facendo un buon lavoro. Ma la cosa più importante è stata l’improvvisa comparsa di suoni che prima non riuscivamo a sentire. […] Mi piaceva il fatto che avessimo le facce allungate, sulla copertina. Non avevamo più quell’immagine da bravi ragazzi, e Rubber Soul è stata la prima volta in cui ci siamo mostrati come veri strafatti.”
-George Harrison
Iniziano a lavorare all’album a settembre, per concluderlo l’11 novembre, con una sessione notturna di ben dodici ore. Il 26 ottobre 1965 vengono tutti e quattro invitati a Buckingham Palace per ricevere l’onorificenza di Membri dell’Ordine dell’Impero Britannico. Queste medaglie vengono conferite per aver una certa influenza sul costume del momento in UK e all’estero, e per aver contribuito a risollevare l’economia del paese.
“George Martin è stato molto comprensivo, anche se stavamo cambiando sound a favore di uno stile più psichedelico e surreale. Non ha mai esitato un istante; nemmeno quando facevamo cose molto lontane dai suoi gusti musicali.”
-Paul McCartney
L’album esce il 3 dicembre 1965, raggiungendo la prima posizione nel Regno Unito per nove settimane. Arriva alla prima posizione anche in Australia, Germania e Svezia; la quinta in Francia. Con ben pochi giorni di vacanza, a dicembre partono per un nuovo tour nel Regno Unito, dove eseguono anche le appena uscite: “Nowhere Man” e “If I Needed Someone”. L’immagine della copertina è ancora una volta uno scatto di Robert Freeman. I quattro erano nel giardino di casa Lennon, ma la forma allungata e l’immagine quasi psichedelica, è stata in realtà un errore del fotografo. Quando si dice: “nulla accade per caso”, quella stessa immagine è diventata il simbolo della corrente culturare hippie. Il titolo pare derivi da un termine gioco di Paul McCartney in riferimento ai bianchi che suonavano la musica soul.
“C’è stata molta sperimentazione con Rubber Soul, influenzata, credo, dalle droghe.”
-Ringo Starr
Rubber Soul e i “futuri” Revolver e Sgt. Peppers sono sicuramente tra i nostri tre album preferiti in assoluto del quartetto di Liverpool, e se non siete a conoscenza dei brani racchiuso al suo interno, sappiate che nel lato A compaiono tracce Lennon/McCartney come: “Drive my car”, “Norwegian Wood (This Bird Has Flown)”, “You Won’t See Me”, “Nowhere Man”, “The Word”, “Michelle”; di Harrison abbiamo: “Think For Yourself”. Mentre nel lato B sono presenti: “What Goes On” (Lennon/McCartney/Starkey), “Girl”, “I’m Looking Through You”, “In My Life”, “Wait”, “Run For Your Life” (Lennon/McCartney), “If I Needed Someone” (Harrison).
“Stavamo migliorando tecnicamente e musicalmente e alla fine abbiamo preso in mano le redini dello studio. Credo che questa cosa sia successa proprio con Rubber Soul. Con questo album avevamo già una grande esperienza della registrazione in studio; sapevamo di essere cresciuti anche musicalmente ma avevamo anche più familiarità con quel luogo. Eravamo più precisi nella realizzazione, tutto qui… quindi ci siamo occupati della copertina e di tutto il resto. Rubber Soul è stato l’album della marijuana, Revolver quello dell’acido.”
-John Lennon
Brani certamente molto più maturi rispetto a quelli presenti nei primi album, eppure ancora ai livelli di quelli che arriveranno. Insomma, ormai lo sapete bene, la grandezza dei Beatles sta proprio nel fatto che hanno sempre sorpreso i fan - e non solo - fino alla fine.
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