Nel 1998 Renato Zero rompe il suo silenzio durato tre anni pubblicando l’album “Amore dopo amore”, che diverrà tra i suoi più venduti di sempre.
Tra i brani presenti troviamo quello di cui parleremo oggi: “La pace sia con te”, con testo di Guido Morra e musica di Maurizio Fabrizio.
Questa canzone non è conosciuta da tutti e non ci sorprende, perché non rispetta i canoni di una società superficiale, volta all’apparire che nel 1998 muoveva i suoi primissimi passi verso la brama di fama, seppur per quei quindici minuti di gloria.
Il testo è più chiaro che mai, eppure sentiamo il bisogno di aggiungere qualcosina…
Non riuscire a stare fermi un istante
Saltare da un pensiero all’altro
Da un desiderio all’altro in continuazione
È una maledizione
Cercare un posto lontanissimo
Senza più legami
Con questo caos di eterni pendolari
Di paradisi artificiali, palloni pubblicitari
E dentro il cuore nel silenzio e ovunque altrove
Fra le rovine del Partenone
Non trovare che rumore
E ancora insoddisfazione, insoddisfazione
Fuggire dal mondo e da se stessi
Nella finzione nel sesso disperato
Nei videogames subire il fascino del sacro
Nei reparti di un supermercato
Sentirsi pieni di poetico abbandono
di un senso alto del tragico e del buono
E scoprire che per gli altri sei solo in posa
Per l’avanspettacolo e la cronaca rosa
E nonostante tutto avere dell’amore
Un’idea talmente splendente e sublime
E un bel niente, un bel niente da spartire
Con queste vite mediocri e meschine
La pace sia con te, e con il tuo spirito
La pace sia con te, e con il tuo spirito
Essere come una città sotto vetro
Quasi sempre in stato d’assedio
Circondati da nemici spietati
O peggio ancora dal tedio e dai suoi derivati
Avere voglia di salire sul tetto
E poi di mettersi ad urlare
Che magari arriva un disco volante
E ci viene a salvare
Che se uno deve per forza emigrare
Allora è meglio un altro sistema solare
Siamo noi quei misteriosi via vai dei pinguini
Sulle distese che non hanno comunque confini
La pace sia con te e con il tuo spirito
La pace sia con te e con il tuo spirito
E nonostante tutto avere dell’amore
Un’idea talmente splendente e sublime
E sapere bene di essere in bilico, in bilico
La pace sia con te e con il tuo spirito
La pace sia con te e con il tuo spirito
Più amore, più amore, che dolore
La pace sia con te, con il tuo spirito…
Saltare da un pensiero all’altro
Da un desiderio all’altro in continuazione
È una maledizione
Cercare un posto lontanissimo
Senza più legami
Con questo caos di eterni pendolari
Di paradisi artificiali, palloni pubblicitari
E dentro il cuore nel silenzio e ovunque altrove
Fra le rovine del Partenone
Non trovare che rumore
E ancora insoddisfazione, insoddisfazione
Fuggire dal mondo e da se stessi
Nella finzione nel sesso disperato
Nei videogames subire il fascino del sacro
Nei reparti di un supermercato
Sentirsi pieni di poetico abbandono
di un senso alto del tragico e del buono
E scoprire che per gli altri sei solo in posa
Per l’avanspettacolo e la cronaca rosa
E nonostante tutto avere dell’amore
Un’idea talmente splendente e sublime
E un bel niente, un bel niente da spartire
Con queste vite mediocri e meschine
La pace sia con te, e con il tuo spirito
La pace sia con te, e con il tuo spirito
Essere come una città sotto vetro
Quasi sempre in stato d’assedio
Circondati da nemici spietati
O peggio ancora dal tedio e dai suoi derivati
Avere voglia di salire sul tetto
E poi di mettersi ad urlare
Che magari arriva un disco volante
E ci viene a salvare
Che se uno deve per forza emigrare
Allora è meglio un altro sistema solare
Siamo noi quei misteriosi via vai dei pinguini
Sulle distese che non hanno comunque confini
La pace sia con te e con il tuo spirito
La pace sia con te e con il tuo spirito
E nonostante tutto avere dell’amore
Un’idea talmente splendente e sublime
E sapere bene di essere in bilico, in bilico
La pace sia con te e con il tuo spirito
La pace sia con te e con il tuo spirito
Più amore, più amore, che dolore
La pace sia con te, con il tuo spirito…
Un inno all’amore, la libertà, la voglia di vivere davvero e fuggire dal caos.
Accendiamo la televisione e non vediamo altro che pubblicità, non ne siamo esenti persino in quelle piattaforme di streaming che paghiamo profumatamente. Ma questo come ci fa sentire? Quante volte abbiamo percepito la sensazione di appagamento, e per quanto tempo? Quante sono le persone a noi vicine che vediamo davvero serene? Quand’è che abbiamo creduto alla frottola che la felicità dura un istante, che la pace è una chimera e che la vita per essere vissuta davvero deve sembrare come un viaggio nelle montagne russe?
Niente giudizi, io per prima ho creduto a tutto ciò, per poi fermarmi nel silenzio interiore e comprendere che la vita non è pesantezza, non è una corsa per cercare di ottenere qualcosa prima, più degli altri. La vita è amore, stare qui per lasciare amore a chi arriverà dopo di noi.
Sono caduta anch’io nella trappola dell’ostentazione, del parlare a vanvera per far vedere che va tutto bene, della condivisione senza limiti di feste e gioia, di baci e abbracci, per poi comprendere che quando arriva il sentimento più puro non accetta volgarizzazioni e il tacere rende tutto molto più sublime.
Un momento vissuto e condiviso solo con chi hai a fianco acquisisce un valore immenso, e ci permette di comprendere meglio le realtà esterne alla nostra. Perché nel mondo del superficiale non c’è spazio oltre all’io. Nel mondo del profondo l’identità Io svanisce e diventa Noi.
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