giovedì 25 luglio 2024

#Intervista: Delmonte

Delmonte
è stato già nostro ospite ai microfoni di Apollo Station, perciò per tutti noi è stato davvero un onore parlare nuovamente con lui, questa volta sul blog, in occasione dell
’uscita del suo ultimo singolo: Un minuto” (Maionese Project/Matilde dischi), avvenuta il 19 aprile 2024 in radio e su tutte le piattaforme digitali.
 
Il brano è la descrizione di tutte quelle emozioni che si amplificano un attimo prima di andare a dormire, quando si rimane soli e i pensieri si trasformano in qualcosa di concreto. È il racconto di una crisi che poi diventa unopportunità di rinascita e cambiamento. È il punto di svolta, quellistante in cui si è in bilico tra il restare e landare via. È la descrizione di quel “nonluogo” immaginario dove si rimettono insieme le puntate di una storia e si fanno i conti con se stessi.

«Un minuto” nasce da un periodo di crisi, in un momento della mia vita dove mi sentivo perso tra sentimenti contrastanti ho cercato di fare chiarezza dentro e intorno a me, mettendo da parte la rabbia, lasciandomi guidare da un amore profondo che domandava risposte. Non è stato facile ma ne sono uscito più forte. “Un minuto” è tutto questo: un insieme di riflessioni, all'apparenza distanti, scritte nel cuore della notte».

- Delmonte
 
Delmonte, pseudonimo di Gianluca Gabrieli, nasce a Roma con il Sole in Vergine e la Luna in Toro.
Orgogliosamente pop, durante gli ultimi mesi del 2021 inizia a lavorare ai brani che andranno a comporre il suo primo disco solista, canzoni che con il giusto tempo stanno trovando una loro collocazione.
I primi tre singoli “Niente panico” (luglio 2022), “Non è niente” (ottobre 2022) e “Una canzone” (marzo 2023) escono per Luppolo Dischi e vengono distribuiti da ADA Music Italy.
Nel 2024 Delmonte firma con Maionese Project di Matilde Dischi e dal 19 aprile è in radio e sulle piattaforme digitali il singolo “Un minuto”. Delmonte non ha mai avuto fretta. Vive al mare ma non sa pescare.


Bentornato tra le muse, caro Delmonte, anche se questa volta per iscritto sul blog. Aggiornaci un po’ di quanto è accaduto nella tua vita, dal punto di vista musicale, dall’ultima intervista a Radio Sapienza visto che ridendo e scherzando è passato quasi un anno e mezzo.
Parliamo proprio di “Un minuto”, un brano figlio di una crisi. Credo che essere in crisi sia sacrosanto per chi fa dell’arte, ma ciò non significa che sia semplice affrontare questi momenti. Il processo di scrittura è riuscito ad alleggerire ciò che
hai vissuto?

Assolutamente, resto sempre dellidea che la scrittura sia terapeutica. Per me è come svuotare su un tavolo una scatola immaginaria piena di cose. È un modo per ritrovare sensazioni ed emozioni, riordinando tutto ciò che cè allinterno riesco a rendere tutto concreto e credo che questo sia il primo passo per alleggerire qualcosa che si è vissuto.

Ogni volta che ascolto brani così introspettivi e carichi di emozioni mi sorge sempre un dubbio: nasce prima il testo o la musica?

Per me di solito vanno di pari passo, in questo caso però è nato prima il testo.

Quali sono le emozioni che adesso rivivi ascoltando la canzone?

Durante i primi ascolti provavo un pizzico di dolore riascoltando il ritornello. Ora non più. Era un dolore che non era legato alla storia che cè dietro la canzone, era più un piccolo dolore indotto dalle parole e dalla musica. C’è sempre una sorta di nostalgia nelle canzoni, sono una bella macchina del tempo o un teletrasporto, dipende dalle situazioni.

“Un minuto” lo vedo anche come brano sfogo, un prendere coraggio nel momento della vita in cui sai di dover lasciare andare qualcosa o qualcuno ma allo stesso tempo non vuoi. “Io che perdo il controllo se penso al tuo nome anche se è da dimenticare”, per esempio. Quali brani di altri artisti ti danno la stessa sensazione?

Alcuni brani di Fabi, forse lintera discografia di Damien Rice. Sono entrambi artisti enormi che riescono attraverso la loro musica a scaricare il peso della malinconia e del dolore che si incontra inevitabilmente nella vita.

Credo che l’esame di coscienza serale sia tra le attività più difficili da svolgere ma
allo stesso tempo l’unica che deve essere fatta sempre. Come ti approcci al
“momento specchio” della giornata?

Da quando ho iniziato un percorso di psicoterapia molto bene. Prima era piuttosto  difficile, distoglievo lo sguardo da me stesso, mi dicevo spesso: “va be, poi ci penso” e intanto le piccole cose si accumulavano rendendomi tutto più difficile. Credo che il “momento specchio” sia il primo degli esercizi da praticare per stare meglio, per avere consapevolezza di ciò che si vuole. Domandarsi ogni giorno di cosa abbiamo bisogno è fondamentale e bisognerebbe farlo sempre senza nascondersi, soprattutto quando si rimane soli con se stessi.

Ringraziamo ancora Delmonte, sperando di ritrovarlo ancora qui con noi

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