Pubblicato da Mondadori collana Oscar fantastica il 24 novembre 2020, La vita invisibile di Addie LaRue è un altro dei successi che segnano la carriera di autrice di V. E. Schwab, celebre perlopiù negli Stati Uniti, il suo paese natale, per libri young adult da inserirsi nel genere fantasy.
Nonostante buona parte delle pubblicazioni dell’autrice facciano parte di serie – a volte pubblicate anche con il nome Victoria Schwab – questo libro è uno standalone, per la cui lettura e comprensione non è necessario leggere ulteriori volumi. Comincia e finisce così, nelle sue 486 pagine rilegate in una splendida edizione con copertina rigida ed edges dorati (ma disponibile anche nella versione in copertina flessibile e più economica, nonché in formato e-book).
Nell’estate del 1714 Adeline LaRue ha ventitré anni e la vita davanti – non che lei muoia dalla voglia di viverla. È nata e cresciuta a Villon-sur-Sarthe, in Francia, e una delle regole più importanti del paese, in cui tutti i cittadini sono ferventi cattolici, è quella di non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto. Sono solo stupide credenze popolari, vero?
Addie scopre che non è così in una calda sera di luglio, quella in cui dovrebbe essere celebrato il suo matrimonio. Vuole fuggire al futuro marito, alla cerimonia, al villaggio, e soprattutto non vuole appartenere a nessuno, se non a se stessa. Vuole vivere secondo le proprie regole, libera di amare o non farlo; sogna uno sconosciuto con gli occhi verdi che le promette di poter realizzare ogni suo desiderio più recondito.
Quando lo stesso sconosciuto compare al limitare della foresta e garantisce la richiesta di libertà che sgorga delle sue labbra, Adeline ottiene una lunga vita, ma al caro prezzo che scoprirà tornando al villaggio dopo aver suggellato il patto.
Nessuno potrà mai ricordarsi di lei. La sua esistenza è destinata a passare inosservata a chiunque, e ogni persona che la incontrerà si scorderà di lei non appena la perderà di vista. L’immortalità di Addie ha l’amaro sapore della completa solitudine e dell’oggettiva impossibilità della ragazza di creare dei legami affettivi con chicchessia proprio per colpa del desiderio garantitole da Luc, il dio in ascolto quando ha pregato di poter ottenere la libertà tanto agognata.
L’intero libro percorre quindi la storia della vita di Addie LaRue, invisibile a chiunque proprio perché costantemente dimenticata. Nessuno la ricorda, in ogni giornata è una comparsa di cui nessuno fa tesoro. L’unica compagnia del suo solitario viaggio è proprio Luc, la sola persona in grado di ricordarsi di lei… fino all’arrivo di Henry.
La narrazione dell’autrice è fluida e intensa, pur senza abbandonarsi a paroloni per cercare di accattivare il lettore come spesso, purtroppo, accade con tanti autori contemporanei che cercano termini ricercati e altisonanti per fare colpo su chi legge. Lo stile di Schwab è semplice eppure ricco, in grado di insinuarsi sotto la superficie e attecchire in profondità mentre una storia di libertà e solitudine prende vita, pagina dopo pagina.
Purtroppo per me, io ho un grandissimo debole per i cattivi e per me è stato impossibile non innamorarmi di Luc, l’antagonista – ma lo è davvero? – della storia, ma ancora più difficile è stato non empatizzare con Addie, impegnata a vivere una vita eterna eppure perennemente nell’ombra, dimenticata come fosse nessuno.
Intrecciando emozioni e malinconia – quest’ultima in particolare è onnipresente –, Schwab affronta tematiche importanti quali la solitudine, il tempo che scorre, l’amore, la mancanza di una sensazione di appartenenza e, soprattutto, l’importanza di lasciare una traccia di sé nella vita altrui. Ogni persona ha una propria impronta, e nel bene e nel male è giusto che rimanga impressa nelle persone che incrociano il nostro cammino, a testimonianza della vita vissuta. Del resto, cos’è una persona se non l’impronta che lascia dietro di sé?
Personalmente non ho trovato difetti nel romanzo, se non che dura troppo poco. Quando sono arrivata alla fine – dopo averlo quasi letteralmente divorato – avrei voluto immediatamente cancellare la lettura dalla mente per poterla affrontare ancora una volta come la prima. Temo debbano ancora inventare una sostanza in grado di compiere questo miracolo (sono sicura che ne abuserei, se devo essere onesta, perché ci sono troppi libri belli).
La vita invisibile di Addie LaRue è un must nelle riletture, come pochi altri romanzi sono stati in grado di catturarmi.
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