“L’amore è un fiume”, di Carla Madeira ed edito in Italia Fazi Editore, è uscito in tutte le librerie il 25 giugno 2024 e fin dalle sue prime righe mi è entrato completamente nel cuore.
Però, lo devo ammettere, non è semplice scrivere la sua recensione, così come non è stato sempre semplice proseguire nella sua lettura.
L’amore è un fiume, sono d’accordissimo, e proprio come un fiume ha i suoi momenti tranquilli e i suoi ingrossamenti. Il fiume può nutrire come può distruggere, per poi ricostruire ancora più forte di prima.
Ma nell’eterno mischiarsi tra Venere e Marte, da cui nasce proprio Amore, la violenza dove si trova?
“L’amore, quando nasce forte, ha fretta di diventare eterno. Non considera di essere fatto di carne madida. Quei due presero a vivere il loro desiderio impreparati a qualunque limite, badavano sempre meno alle regole, agli altri, all’obbligo della compunzione. Gli interessava solo la vertigine. E si sa, ignorare il resto del mondo dà noia al mondo, così incapace di sopportare una dose troppo abbondante di felicità.”
Venâncio e Dalva sono due giovani che si conoscono da sempre eppure si innamorano improvvisamente. Il tempo dei giochi e dell’amicizia lascia spazio a quello della passione che li fa vibrare in un vortice dove esistono solo loro due, a discapito del resto del mondo.
Dalva non vede i difetti di Venâncio, neanche quelli più crudeli; lui non vede l’umanità di lei e sebbene dall’esterno sembrino la coppia perfetta, coloro che sono proprio fatti l’una per l’altro, l’interno è sconvolto dalla più macabra delle tragedie.
Quando l’amore comincia a creparsi, entra un altro tipo di luce che da piccolo spiraglio innocuo si tramuta velocemente in un’enorme ferita.
Dalva non parla più a Venâncio, che stanco delle suppliche e del perdono, va a consolarsi al bordello vicino casa, dove si accontenta della prima prostituta che trova.
Entrambi continuano a non curarsi del mondo esterno, questa volta nel più negativo dei modi e l’indifferenza di Venâncio verso Lucy, la prostituta più ambita da tutti, fa perdere le staffe verso quest’ultima che giura a se stessa di entrare nelle grazie dell’uomo.
Ci riesce nel più strano dei modi e, di nuovo, la vita dei tre viene messa a soqquadro dal fiume che, dopo la distruzione, è pronto a portare via i detriti che ha lasciato lungo il suo corso per ritirarsi placido e mostrare al mondo nuovi campi fertili.
Come accennato nell’introduzione, non è sempre stato facile continuare con la lettura, perché ho trovato davvero difficile andare a cercare quell’amore nelle scene di violenza gratuita, e difatti, leggendole anche più volte, ho notato quanto non ci fosse.
L’amore presuppone comprensione e perdono, prima di tutto verso e per noi stessi. Non possiamo pretendere che gli altri ci diano redenzione, neanche Dio stesso può farlo se noi per primi non siamo capaci di darla al nostro passato, ai nostri gesti impulsivi e ai nostri pensieri più macabri.
Il pentimento, per quanto possa essere non moralmente accettato da tutti, non è degli uomini ma del divino ed è a portate di chiunque, anche del più terribile dei tiranni, se solo lo volesse.
È con questa crudeltà tipica della Verità che Madeira ci ricorda quanto essere giudici degli altri porti solo alla cecità delle nostre azioni e non mi ha stupita l’avver appreso che “L’amore è un fiume” sia divenuto un vero e proprio best seller in Brasile, consacrando la sua autrice come nuovo fenomeno della letteratura brasiliana.
I tre protagonisti sono magistralmente descritti nella loro psiche anche grazie alle famiglie, ai genitori. La loro provenienza genealogica, le loro radici, il loro passato è fondamentale per capire il perché di certe situazioni e il fatto che il libro conti appena – almeno nella sua versione Kindle – centoventisei pagine conferma la straordinarietà dell’opera e della mente della Madeira che è riuscita in così poco spazio a rendere tangibili i personaggi e reali le loro storie, senza scadere nel ripetersi o nei buchi di trama.
Che tutto ciò, poi, arrivi a un romanzo d’esordio testimonia che Carla Madeira è destinata a comparire tra i più grandi autori della nostra epoca.
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