martedì 9 luglio 2024

#Cinema&SerieTv: Il migliore dei mondi

Spinta dalla nostalgia per la mia adolescenza, mi sono ritrovata a dire a Gianluca – che quando avevo quattordici anni era intento a iniziare le elementari –: “Sai, penso che la cosa più bella era il Blockbuster”.


Mi ha guardata sconvolto, come solo un baldo giovane può fare di fronte a una vecchia, così mi ha consigliato di vedere “Il migliore dei mondi”, film del 2023 con la regia di Danilo Carlani, Alessio Dogana e Maccio Capatonda.

Tornata a casa ho visto che era disponibile su PrimeVideo, così eccomi qui a parlarvene.

Ennio Storto (Maccio Capatonda) gestisce un negozio di elettronica assieme al fratello Alfredo (Pietro Sermonti). Se il secondo vive alla giornata e ha un pensiero totalmente rivoluzionario, il primo è un classicone, dedito alla tecnologia, con una vita preimpostata nella quale non ha molto spazio per il nuovo.
Pur non essendo un giovane aitante e interessante, Ennio ha numerose avventure perché è in un’app di dating, stalkera le donne con cui esce per risultare ai loro occhi accattivante, pur rimanendo distante dal provare sentimenti.
A una festa fa la conoscenza di Viola Rossi (Martina Gatti) con la quale ha subito un’attrazione, e che rivede il giorno dopo al suo negozio, per una richiesta assurda: deve aggiustare un vecchio modem. Per Ennio non ha senso, ma per Viola è estremamente importante, perché lei ha deciso di vivere in una comunità che non sfrutta al massimo la tecnologia. Arreso alle insistenze di lei, si prende in carica il modem, ma dopo un blackout viene catapultato in un universo parallelo dove la tecnologia è rimasta ferma al 1999 perché quanto ci dissero sul Millennium bug risultò vero.

Vivere all’analogica è estremamente difficile per Ennio che vuole fare di tutto per tornare al suo mondo, ma giorno dopo giorno riscopre i piaceri del contatto umano, anche grazie all’aiuto di Viola e dei suoi amici, che rimangono attratti dallo smartphone che Ennio porta sempre con sé, anche se non può funzionare al cento per cento.
Tutto scorre tranquillo, almeno fino a quando non scopre che possedere un qualsiasi oggetto di progresso tecnologico equivale a essere un terrorista.

Non so perché, ma guardando il film ho avuto la conferma come la cosa che più mi manca del passato è Blockbuster. Il piacere della scelta di un film, che poi erano sempre tre perché nei weekend prendevi tre e pagavi due, i consigli che ti davano gli sconosciuti, quell’odore di plastica mista a polvere che ti faceva dire: “Sto nel posto giusto…
Eppure, guardando il film mi sono ricordata di molte cose che avevo rimosso, come l’aiuto che ci si dava tra sconosciuti, i minuti infiniti per caricare una foto al pc – perché facevo ricerche scolastiche, non per l’uso che ne faceva Ennio – la fiducia che riponevamo nei ristoranti a noi ancora sconosciuti.

Con battute divertenti ma ciniche verso la società di oggi che, per esempio, trova normale condividere foto dei propri genitali a sconosciuti, ci chiediamo, ma la società fino agli anni Novanta era davvero la migliore?

Il migliore dei mondi” va visto sì con uno spirito nostalgico, ma quanto basta, attenzione al rischio di cadere nel si stava meglio quando si stava peggio, perché il migliore dei mondi è sempre quello presente, se lo viviamo con consapevolezza.

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