Ultimamente ne sentiamo di tutti i colori: da chi sminuisce la situazione mondiale, a chi la esalta o la aggrava a chi – i peggiori – fanno finta di niente.
Noi di 4Muses, inutile dirlo, siamo sempre e comunque per la pace e la diplomazia, auspichiamo quindi che i governi trovino la via della comunicazione per risolvere i conflitti, ma allo stesso tempo viviamo nel mondo come tutti e capiamo un Capo di Stato è pur sempre un essere umano, ha i suoi limiti, i suoi difetti e, soprattutto, accecato dal potere quale è preferisce la supremazia bellica alle parole.
Lo biasimiamo? Dipende. Facciamoci un esame di coscienza: quanti di noi riescono a essere diplomatici davanti a un vicino di casa non proprio amichevole? Davanti all’automobilista che non si è fermato allo stop? Davanti a un amico che ci ha detto quella parolina che proprio non riusciamo a tollerare?
“Come nel piccolo, così nel grande” dicono gli orientali e siamo d’accordo, perché la pace passa prima di tutto dal nostro quotidiano.
“La libertà non consiste tanto nel fare la propria volontà quanto nel non essere sottomessi a quella altrui”
- Jean-Jacques Rousseau
"Pensa prima di parlare. Leggi prima di pensare." |
Non serve – speriamo – che vi parliamo a fondo dell’omonimo e celebre romanzo di Victor Hugo, ma per i più giovani che ancora non l’hanno affrontato nel programma scolastico, basta sapere questo: viene pubblicato nel 1862 e affronta il periodo che va dal 1815 al 1832 in Francia durante la sua Restaurazione dopo l’era napoleonica fino alla rivolta antimonarchica del ’32.
Jean Valijean, ex galeotto, è sicuramente il protagonista principale, ma il romanzo – composto da cinque volumi – ha molti altri personaggi, tutti appartenenti alla classe sociale più bassa, definita quella dei “miserabili”, appunto.
Fin dalla Rivoluzione Francese del 1789 tutti loro sono stati illusi che sarebbe arrivato presto un mondo migliore, dove avrebbero potuto essere importanti per la società. Con Napoleone questo barlume di speranza diventa ben presto l’ennesima delusione socio-politica. Si rendono conto che non valgono nulla, che non sono nessuno, che il potere delle altre classi sociali è il vero male e in questo atto di consapevolezza Jean Valjean prende le redini del destino di tutti, divenendo l’eroe del popolo, quello che lo guiderà verso una libertà mai avuta prima.
Nel 1980 Schönberg e Boublil producono il musical “Les Misérables” che diviene in breve tempo uno dei prodotti più popolari e belli sfornati da Broadway. Nel 2012 arriva finalmente il film che ho visto almeno – non esagero – una quindicina di volte.
Nella lotta tra bene e male, quanto sono nette le due fazioni?
Jean Valjean vuole redimere se stesso e la classe cui appartiene, ma si scontra con Javert: poliziotto colmo di rettitudine che non si ferma davanti a niente pur di fare il suo dovere e consegnare il primo alla giustizia.
Ma non è facile per nessuno dei due proseguire per la sua strada: Jean Valjean e Javert conoscono i loro limiti, hanno i loro pro e i loro contro, entrambi hanno ragione nei loro ideali ed entrambi hanno torto nella loro estrema follia.
Non sveliamo il finale, non perché sia spoiler, ma perché chi non l’ha fatto dovrebbe assolutamente recuperare questo capolavoro di Hugo. Basta pensare: esiste un limite alle nostre azioni. E se sì, riusciamo a vederlo?
Do you hear the people sing?
(Senti la gente cantare?)
Singing the song of angry men?
(Stanno cantando la canzone degli uomini arrabbiati)
It is the music of the people
(È la musica di un popolo)
Who will not be slaves again!
(Che non vuole più essere schiavo!)
When the beating of your heart
(Quando il battito del tuo cuore)
Echoes the beating of the drums
(Ricoderà il battuto dei tamburi)
There is a life about to start
(Allora una vita starà per cominciare)
When tomorrow comes!
(Quando il domani arriverà!)
Will you join in our crusade?
(Vorrai unirti alla nostra crociata?)
Who will be strong and stand with me?
(Sarai forte e starai accanto a me?)
Beyond the barricade
(Dietro alla barricata)
Is there a world you long to see
(C’è il mondo che desideri vedere)
Then join in the fight
(Allora unisciti alla battaglia)
That will give you the right to be free!
(Che ti darà il diritto alla libertà)
[Rit.]
Will you give all you can give
(Darai tutto quello che puoi dare)
So that our banner may advance?
(Affinché il nostro stendardo potrà avanzare)
Some will fall and some will live
(Alcuni cadranno e alcuni vivranno)
Will you stand up and take your chance?
(Starai accanto a me e prenderai la tua scelta?)
The blood of the martyrs
(Il sangue dei martiri)
Will water the meadows of France!
(Diverrà acqua che innaffierà i prati della Francia!)
[Rit.]
(Senti la gente cantare?)
Singing the song of angry men?
(Stanno cantando la canzone degli uomini arrabbiati)
It is the music of the people
(È la musica di un popolo)
Who will not be slaves again!
(Che non vuole più essere schiavo!)
When the beating of your heart
(Quando il battito del tuo cuore)
Echoes the beating of the drums
(Ricoderà il battuto dei tamburi)
There is a life about to start
(Allora una vita starà per cominciare)
When tomorrow comes!
(Quando il domani arriverà!)
Will you join in our crusade?
(Vorrai unirti alla nostra crociata?)
Who will be strong and stand with me?
(Sarai forte e starai accanto a me?)
Beyond the barricade
(Dietro alla barricata)
Is there a world you long to see
(C’è il mondo che desideri vedere)
Then join in the fight
(Allora unisciti alla battaglia)
That will give you the right to be free!
(Che ti darà il diritto alla libertà)
[Rit.]
Will you give all you can give
(Darai tutto quello che puoi dare)
So that our banner may advance?
(Affinché il nostro stendardo potrà avanzare)
Some will fall and some will live
(Alcuni cadranno e alcuni vivranno)
Will you stand up and take your chance?
(Starai accanto a me e prenderai la tua scelta?)
The blood of the martyrs
(Il sangue dei martiri)
Will water the meadows of France!
(Diverrà acqua che innaffierà i prati della Francia!)
[Rit.]
Pro o contro, quand’è che la nostra libertà viene toccata? Da quando ci sganciano bombe o da molto prima? Pro o contro, quand’è che il momento di liberarci dall’oppressione – come hanno già fatto i nostri nonni – quando un paese straniero ci invade, o molto prima?
Tanto mi ha insegnato Hugo nei suoi Miserabili, ma più di tutto che non fa mai bene prendersela con gli altri, anche se di classi sociali superiori. Quando si parla di dignità e libertà dovremmo essere tutti, sempre, dalla stessa parte.
Se, quindi, è vera la massima di Rousseau citata dopo la nostra introduzione, siamo davvero sicuri di non essere sottomessi alla volontà degli altri? Recentemente (quattro anni fa, per la precisione) ci siamo sottomessi alla volontà di altri di rimanere a casa, di girare con una mascherina, di tornare a casa per le 18:00, di non andare in bar, ristoranti se qualcuno dei nostri amici o famigliari non era vaccinato… e attenzione alle “giustificazioni”, al dirsi: “Ma quello era per un nostro bene”. Davvero? I virus non esistono in casa? I virus alle 18:01 spariscono dalla circolazione? Quanti quella mascherina se la cambiavano ogni quattro ore? Ed è più che scientificamente appurato quanto vaccinati o non siano uguali agli occhi di quello specifico virus (mi sono fatta le mie due dosi, la terza saltata per Covid, quindi tranquilli, niente pensiero da no-vax).
Se è più facile vedere come siamo caduti nella trappola con il senno di poi, dov’è, adesso, che siamo sottomessi alla volontà altrui? Forse vedendo i nostri soldi andare in armi di distruzione? Forse guardando le altre due grandi religioni monoteiste come nostri nemici? Forse obbligandoci a una presa di posizione pro o contro un certo stato?
Togliamoci una volta per tutte le catene di questo “divide et impera” e prendiamoci la libertà, ma la nostra, però.
“Un uomo è libero nel momento in cui decide di esserlo”
- Voltaire
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