martedì 21 maggio 2024

#Libri: Le ultime confessioni di Sylvia P.

Esce oggi, edito Fazi Editore, “Le ultime confessioni di Sylvia P.”, di Lee Kravetz, un intenso romanzo che mescola finzione e realtà.
Sylvia Plath (27 ottobre 1932 – 11 febbraio 1963) era una poetessa e scrittrice statunitense molto famosa all’epoca, con una penna e uno stile che non avevano eguali e che è passata nella storia della letteratura anche grazie al romanzo autobiografico “La campana di vetro” (1963), scritto sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas.
Un mese dopo la pubblicazione del romanzo, però, la Plath viene trovata senza vita nel suo appartamento di Londra nel quale si era da poco trasferita con il marito e i tre figli.
La poetessa morta suicida scatena un grave lutto nel mondo dei circoli letterali statunitensi, ed è proprio da qui che parte questo romanzo.
 
«Sarebbe facile, forse troppo facile, vedere Le ultime confessioni di Sylvia P. come un seguito spirituale della Campana di vetro di Sylvia Plath, ma il romanzo di Lee Kravetz è un’opera a sé stante, un coraggioso lavoro di immaginazione: i lettori saranno curiosi di saperne di più su Plath e la sua corte letteraria».

Paul Harding

Il romanzo segue tre diversi archi narrativi, diversi nel tempo e nei suoi protagonisti:
nel 2019 Estee è la curatrice di una casa d’aste del Massachusetts, che si ritrova a esaminare tre vecchi quaderni, scoperti essere il manoscritto originale de “La campana di vetro”. Prossima alla pensione, l’esperta curatrice sa esattamente ciò che deve fare per organizzare l’asta del secolo, eppure si trova a tentennare, quasi non volesse sul serio separarsi dai tre quaderni.

A fine anni Cinquanta Boston Rhodes (che altri non è che Anne Sexton, poetessa e scrittrice nota soprattutto per la rivalità con la Plath) fa di tutto per entrare in un circolo di poeti ed essere così finalmente riconosciuta come l’artista che è, e non solo come la madre e moglie che il padre la costringe a essere. Sembra andare tutto bene, finché al circolo si aggiunge Sylvia Plath, poetessa promettente che pende dalle labbra di tutti. La Rhodes la guarda fin da subito con invidia e cattiveria, nonostante la Plath faccia di tutto per diventare sua amica. Nel corso del tempo, però, a ogni tentativo di avvicinamento Boston Rhodes tenta di scatenare eventi che possono mettere in cattiva luce la rivale, minando la sua salute psichica.
Nel 1953 la dottoressa Ruth Barnhouse, tra le prime psichiatre negli Stati Uniti, si ritrova a curare la Plath nell’istituto che la vede ospite a seguito di un suo tentativo di suicidio. Ruth è l’unica che riesce a entrare davvero nell’intimo di Sylvia, e infatti sarà grazie alla dottoressa se quest’ultima riuscirà a tornare alla vita, tra poesia, marito e figli.
Che queste tre donne siano unite sotto il segno di Sylvia Plath è un dato di fatto, ma non è di certo l’unico legame a renderle così vicine, perché se avvertiamo un’affinità stretta senza un reale motivo, c’è sicuramente sotto dell’altro.

Tra realtà e fantasia, “Le ultime confessioni di Sylvia P.” è un grande omaggio alla poetessa scomparsa troppo presto, che ricorda tutta la sua vita: dall’immenso talento nella scrittura, al matrimonio tormentato con Ted Hughes che l’ha rispedita nella depressione, alla rivalità morbosa che la Sexton aveva nei suoi confronti.
È, quindi, un ottimo modo per passare del tempo con la grande poetessa, sia nel caso che conosciate bene le sue opere, sia che vogliate approcciarvi a lei per la prima volta.

Sylvia Plath.
Foto presa da qui
Anche se nulla è scritto dal suo punto di vista, il tutto è narrato da chi l’ha conosciuta meglio, sia come amica/nemica, come confidente e come studiosa. I tre punti di vista riescono a delineare in modo perfetto e armonico la sua anima, la sua storia, e di conseguenza quella che è stata la sua arte.

Un romanzo che ha il tono di un mistery letterario, in quanto non sappiamo fino all’ultimo dove si vuole andare a parare, quali sentimenti provare verso la poetessa Rhodes, la psichiatra Barnhouse o la curatrice Estee: tre donne che dopotutto hanno riconosciuto quanto Sylvia abbia fatto loro del bene.

Questo può farci interrogare sui nostri rapporti personali, su come scadiamo facilmente nella rivalità e nell’invidia, quando dovremmo semplicemente ammirare chi sa fare più di noi. Certo, nel caso reale della Sexton c’è anche da dire che le sue paranoie verso la Plath erano causate dal disturbo bipolare, quindi ci sentiamo di consigliare un esperto in caso non si riesca ad abbandonare il sentimenti di rivalità o rivalsa nei confronti di qualcuno.

Comunque sia: “Le ultime confessioni di Sylvia P.” è disponibile in tutte le librerie a partire da oggi.

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