venerdì 10 maggio 2024

#Personaggi: Eloisa e Abelardo

"Abelardo ed Eloisa",
Edmund Blair Leighton
Lunedì 11 marzo 2024
abbiamo conosciuto la storia di Eloisa e Abelardo guardando il nostro amato e Apollo Joyce Conte dare voce proprio alle lettere del filosofo nel programma di Rai 3Passato e Presente”, disponibile anche su RaiPlay.

Non aggiungeremo nulla a quanto già detto nella trasmissione, né ovviamente potremmo farlo ai libri che sono stati consigliati. Questo articolo nasce perché dal momento in cui abbiamo saputo della storia, ne siamo rimasti ossessionati.

Proprio come si ascolta una canzone quando la si ha in testa per ore per mandarla via, così dobbiamo fare ora perché il tutto sta sfociando nell’ennesimo rewatch di Fleabag.

Pietro Abelardo

Abelardo nasce a Le Pallet nel 1079, un piccolo villaggio in Bretagna. Era figlio di Berengario, Signore del villaggio e di Lucia. Essendo il primogenito, è destinato a grandi cose, iniziando dalla carriera militare ma, essendo interessato più alla filosofia, decide di abbandonare il castello e andare contro il volere del padre per nutrirsi dell’istruzione spirituale che tanto agogna. Ai tempi, infatti, lo studio della filosofia si poteva ottenere solamente intraprendendo la carriera ecclesiastica.

Si trasferisce quindi a Tours, studiando dal filosofo francese e massimo esponente del nominalismo estremo Roscellino.
Successivamente si sposta a Parigi, dove studia dialettica alla scuola di Notre-Dame, con il maestro Guglielmo di Champeaux. È qui che il carattere di Abelardo, lontano dalle sue più umili origini rispetto la cerchia parigina con cui è in contatto, comincia a mostrarsi e a impressionare chi gli sta attorno. Critica in modo aspro il suo maestro fino ad arrivare nel 1101 (circa), quando fonda una sua scuola nelle cittadine di Melun e Corbell, ma la mole di stress diviene presto così alta che decide di tornare al suo paese d’origine per riposarsi. Lì rimarrà due anni.

Una volta tornato a Parigi, ritorna a essere uno studente di Guglielmo di Champeaux, per poi tornare a insegnare alla sua scuola di Melun. Cerca di ottenere una cattedra alla scuola di Notre-Dame, ma senza successo, così decide di aprire una nuova scuola sul colle di Sainte-Geneviève, che tuttora è sede della Sorbona.
Non contento di quanto sta facendo, si reca a Laon per diventare alunno di Anselmo di Laon, anche qui il suo carattere competitivo e caparbio lo costringe a voler superare il maestro, cosa che effettivamente avviene scatenando anche le invidie degli altri studenti che negli anni successivi gli daranno non pochi problemi.

Il 1113 è l’anno in cui finalmente riesce a insegnare retorica e dialettica a Notre-Dame e forse è da qui che comincia a essere riconosciuto con successo, anche a causa della sua mentalità libera. Le sue lezioni vengono seguite da un grandissimo numero di studenti, che accorrono a Parigi da tutta Europa solo per poterlo ascoltare. Si potrebbe definire un vero e proprio influencer della cultura ai tempi, e di questa grandiosa fama ne è pienamente consapevole, tanto da ammettere che vive nella più grande vanità e orgoglio.

Arriva il 1117, ed è qui – sempre circa – che incontra Eloisa.
 

Abelardo ed Eloisa,
miniatura del XIV secolo
Eloisa

La vita di Eloisa è all’insegna dello scandalo fin da subito: nasce (tra il 1090 e il 1100) dall
’unione tra la Signora di Montsoreau Hernint di Champagne con un semplice siniscalco Gilberto di Ghirlanda. Ricordiamo che ai tempi i figli illegittimi erano all’ordine del giorno, e vivevano comunque nei palazzi, seguiti dai più grandi insegnanti.
Anche per Eloisa è così e appena adolescente viene affidata negli studi al fratello della madre, il canonico Fulberto di Notre-Dame che la manda a studiare al convento di Argenteuil. Si dimostra fin da subito molto portata per lo studio, con risultati eccellenti in grammatica, retorica, geometria e astronomia. Ma è sul latino, greco ed ebraico che non ha rivali. Entra così nelle grazie dell’abate di Cluny, Pietro il Venerabile, che ne parla a chiunque come la più grande studentessa che abbia mai conosciuto.
La mente e la cultura di Eloisa sono sulla bocca di tutti, e da tutti è ammirata per queste doti interiori.
Nel 1117 comincia a studiare filosofia e logica proprio con Abelardo, che vive nella dimora di Fulberto.

Sarà proprio Abelardo a scrivere a un suo amico:

“Ella, fisicamente tutt’altro che brutta, in quanto a sapienza era eccezionale, ed era divenuta tanto più lodata e famosa in tutto il regno quanto più è rara nelle donne una simile qualità, ossia la cultura letteraria.”

Eloisa e Abelardo, dall’amore…

Abelardo ed Eloisa si innamorano all’istante, entrambi attratti dall’incredibile mentalità dell’altro. Abelardo, poi, la descrive come sensibile, intelligente, bella, elegante… insomma – dalle sue parole – “Aveva tutto ciò che più seduce gli amanti”.
E questa attrazione non rimane di certo latente, nonostante i vent’anni di differenza (lui circa quaranta, lei sedici) e il ruolo clericale di lui.
Se questa relazione è nata da caratteristiche di carattere interiore, di certo non ha evitato il contatto fisico, come sottolinea – di nuovo – lo stesso Abelardo:

“Col pretesto dello studio ci abbandonammo perdutamente all’amore, e proprio lo studio offriva quegli angoli segreti che la passione predilige. Aperti i libri, le parole si affannavano di più intorno ad argomenti d’amore che di studio, erano più numerosi i baci che le frasi, la mano correva più spesso al seno che ai libri. E ciò che si rifletteva nei nostri occhi era molto più spesso l’amore che non la pagina scritta oggetto della lezione. Per non suscitare sospetti la percuotevo spinto però dall’amore, non dal furore, dall’affetto non dall’ira, e queste percosse erano più soavi di qualsiasi balsamo. Il nostro desiderio non trascurò nessun aspetto dell’amore, ogni volta che la nostra passione poté inventare qualcosa di insolito, subito lo provammo, e quanto più eravamo inesperti in questi piaceri tanto più ardentemente ci dedicavamo ad essi e non ci stancavamo mai. Quanto più eravamo inesperti di quei giochi d’amore, tanto più insistevamo nel procurarci il piacere e non arrivavamo mai a stancarcene.”

Ovviamente più sono gli incontri d’amore, più c’è il rischio che qualcosa sfugga di mano. In questo caso è una gravidanza.
 

… alla tragedia

Eloisa rimane incinta e Abelardo la porta in segreto dai suoi parenti, per farla partorire. Inutile dire che Fulberto è furioso, l’unico modo che ha per placarsi è un matrimonio tra i due. Abelardo accetta, pur significando questo la fine della sua carriera ecclesiastica. È Eloisa che, amandolo con tutta se stessa, rifiuta la proposta.
Intanto nasce Astrolabio e alla fine Eloisa si decide a sposare Abelardo, purché in gran segreto. Così in gran segreto che Fulberto, accecato dalla vendetta, ordina ai suoi scagnozzi di tendere un agguato ad Abelardo ed evirarlo.

Con questo atto si mette del tutto fine alla storia tra i due. Eloisa si chiude nel monastero di Argenteuil, mentre Abelardo abbandona la sua carriera da insegnante ecclesiastico e si ritira nell’Abbazia di Saint-Denis, diventando monaco benedettino.

Il ritorno

Il carattere di Abelardo si scontra con la sua voglia di rimanere nell’ombra dopo quanto accaduto. Incapace di tenersi buono, litiga con chiunque al monastero, così torna a insegnare.
Nel frattempo Eloisa e le sue consorelle vengono espulse dal convento Argentuil proprio dall’abate di Saint-Denis. Abelardo, venutolo a sapere, le manda all’oratorio del Paracleto nella regione della Champagne, da lui stesso fondato. Eloisa ne diventa la badessa e i due riprendono la relazione, seppur tramite lettere cariche di passaggi d’amore, mantenendosi sullo spirituale.

Tomba di Eloisa e Abelardo,
Cimitero di Père-Lachaise, Parigi
Finché morti non vi riunisca

Abelardo muore a Chalon-sur-Saŏne nel 1142 e viene sepolto al Paracleto. Eloisa muore ventidue anni dopo, nel 1164, e viene sepolta accanto al suo amato.

Nel 1817, dopo alcuni lavori nel convento, vengono riesumati i resti di entrambi, così vengono trasferiti in una cappella nel Cimitero di Père-Lachaise a Parigi, dove ancora riposano.

Nessun commento:

Posta un commento