giovedì 2 maggio 2024

#Intervista: Nevia

Il 5 aprile 2024 è uscito su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione nelle radio il nuovo singolo di Nevia: “Odio”.

In questo flusso di coscienza l’artista si denuda, condividendo senza filtri le sue battaglie interne e la sua visione critica sul mondo di oggi.
Nel brano Nevia parla di tutto quello che non tollera nella società attuale, in un viaggio all’interno delle sue insicurezze, le stesse che probabilmente sentono tanti altri ragazzi. Parla di come è difficile relazionarsi con il prossimo, di come le storie d’amore finiscano in malo modo e di come a volte ci si senta persi, cercando di capire chi siamo e cosa vogliamo davvero dalla vita.


Il brano è anche un attacco alla superficialità di certi aspetti della vita moderna, come l’ossessione per le apparenze e il modo in cui i social media possono farci sentire ancora più isolati. Nevia si discosta da chi non ascolta davvero la sua musica ma la sente e basta, chi segue le mode solo perché fa comodo omologarsi e chi non riesce a stare solo con sé stesso perché non ne ha il coraggio.

Verso la fine, la canzone diventa unìespressione del bisogno di Nevia di trovare un senso di appartenenza e di pace interiore, in un mondo che spesso sembra girare troppo veloce per potersi fermare a riflettere. È un desiderio di connessione autentica, di trovare qualcuno o qualcosa con cui sentirsi davvero in sintonia, anche solo per un attimo.


Commenta l’artista a proposito del brano:

“Questo brano è un grido dal cuore, che esprime la frustrazione e la confusione di vivere in un’epoca complicata, ma allo stesso tempo la speranza di trovare un barlume di  verità e di felicità autentica in mezzo al caos. È una canzone che fa pensare, che ci spinge a guardare dentro di noi e a chiederci cosa significa veramente essere connessi in un mondo così frammentato.”


Nicola Lasagna
, meglio conosciuto con il nome d’arte Nevia, è un promettente artista classe 2001 e originario di Cerese, un paesino situato nella provincia di Mantova. Si appassiona al mondo rap durante l’adolescenza, a tal punto da iniziare a scrivere le sue prime rime, e questo interesse, nato come forma di espressione e sfogo personale, matura nel tempo in un impegno deciso verso il sogno di affermarsi professionalmente nel mondo della musica.


Nel corso del 2023, Nevia decide di mettersi alla prova partecipando ai casting del noto programma “Amici”, avendo anche l’opportunità di esibirsi in vari locali ed eventi. Tra i riconoscimenti ottenuti, spicca la vittoria al “Sarnico Factor”, un concorso inserito nell’ambito del festival “Artisti sull’erba” organizzato da h2o eventi. Queste esperienze hanno contribuito a consolidare la sua presenza sulla scena musicale.

Ad oggi, Nevia ha all’attivo diversi singoli che spaziano da sonorità trap a melodie più chill e riflessive. Attraverso i suoi testi, l’artista riesce a trasmettere un insieme di sensazioni di leggerezza, combinate a pensieri profondi e una velata malinconia. Questa sua capacità di fondere contenuti emotivi con un impronta distintiva e riconoscibile segna il suo stile unico e inconfondibile.

Ti sei avvicinato al mondo del rap in adolescenza, cominciando anche a scrivere i primi versi. Pochi anni dopo ti sei messo in gioco sia nei casting di “Amici”, che al festival “Artisti sull’erba”, vincendo il concorso “Sarnico Factor”. Esporsi così non è mai facile, anzi, ci vuole coraggio. Che consiglio ti sentiresti di dare a chi vorrebbe far conoscere la propria arte ma è ancora insicuro di sé?

Ho passato anche io quella fase in cui temevo l’espormi musicalmente, per paura di venire giudicato. Poi, però, mi sono reso conto di quanto mi appagasse scrivere canzoni, e di quanto fosse stimolante ricevere riscontri, che al tempo arrivavano ovviamente dagli amici più stretti a cui giravo i provini, che questi fossero positivi o negativi. Per questo ciò che mi sono detto è stato: “Ma se non mi tuffo ora, quando?”, non mi andava di ritrovarmi da grande con il rimorso di non aver tentato, allora ho preso coraggio e ho cominciato a pubblicare i miei brani. Il consiglio che mi sento di dare è quello di fare sempre ciò che ti piace, ciò che ti fa stare bene, perché sarebbe un peccato privarsene soltanto per la paura del giudizio altrui, con il tempo poi cresce anche la sicurezza, l’autostima e la consapevolezza, e tutti i dubbi saranno solo un lontano ricordo.

Nel tuo ultimo singolo, “Odio”, elenchi una serie di situazioni, tipi di persone, cose che odi e il tutto si può racchiudere nella superficialità della vita. Giudicheresti il brano come una sorta di sfogo, o più una critica verso una società che ormai è totalmente superficiale?

“Odio” nasce come uno sfogo personale di insicurezze e pensieri che mi logoravano, ma è sicuramente stato determinato dalla società in cui viviamo, quindi è al contempo una critica. Al giorno d’oggi, in quest’epoca digitale, l’apparenza conta di più dell’essenza, è una gara a chi mostra di più, e si vengono a perdere i valori dell’amicizia, si vengono a perdere le connessioni vere, prive di secondi fini, i legami genuini.

Pur essendo giovanissimo, nel testo di “Odio” dici: “Odio i social quando sono solo/la spensieratezza degli altri la invidio/sembrano tutti star bene nel mondo”. Trovi che la tua generazione idolatri troppo il mondo virtuale? E tu, invece, come affronti i social?

Esattamente, sono nel parere che la maggior parte dei giovani si faccia condizionare esageratamente da ciò che vede sui social, perché viene mostrato sempre e solo il bello della vita di tutti e giorni; perciò, ho scritto che “sembrano” tutti stare bene, sembrano tutti spensierati e questo ha poi un effetto opposto su chi, come me, si ritrova a percepire questa serenità altrui che poi è perlopiù apparente, ma trae comunque in inganno. Io, in primis, sono cascato spesso in questa trappola, ma ora ho imparato a non lasciarmi influenzare da ciò che tutti gli altri postano, i social li utilizzo perché per fortuna hanno anche una serie di aspetti positivi e utili, come banalmente il far conoscere la mia musica a più persone, però ho imparato a usarli con criterio e spirito critico.

A un primo ascolto il brano può sembrare un po’ troppo pesante, insomma, un ripetersi di odio… ma se si approfondisce ogni verso, si apprende il perché di quel sentimento. Credo che capire i propri perché sia il primo passo per migliorarsi, perciò ti chiedo: questa canzone ti ha aiutato in un qualche modo a lasciare andare ciò che odi?

Assolutamente sì, l’ho scritta apposta per liberarmi da quel macigno, e devo dire che ha funzionato, scrivere “Odio” mi ha reso più sereno, perché l’idea di aver lasciato andare tutti quei pensieri fastidiosi e tutte quelle insicurezze, sotto forma di una canzone che chiunque può ascoltare, mi ha fatto sentire decisamente più leggero.

Personalmente ho notato un crescendo: un qualcosa che dall’odio in generale passa alla paura di determinate cose, come – per esempio – quella di essere dimenticato tra due generazioni o di amare. Sempre la paura, poi, è il sentimento a cui penso quando vedo la copertina dell’album. Ti ci ritrovi anche tu in questo dualismo odio/paura o la seconda non era stata mai tua intenzione trasmetterla?


A dire il vero hai colto a pieno il messaggio, è proprio ciò che volevo trasmettere, non a caso nel testo dico anche “Odio l’ignoto, mi mette paura”, il che significa che, se odio qualcosa che mi mette paura, indirettamente odio anche la paura. Infatti, il dualismo c’è, li racconto come due aspetti collegati, perché odio la mia paura di amare, odio la paura di essere dimenticato un giorno, odio dunque tutto ciò che non riesco a controllare, e ciò che non sono in grado di governare, lo temo.

Come pensi si possa esorcizzare quel sentimento che non ti fa sentire parte integrante nel mondo, che poi è tipico degli artisti?

Penso che in primis bisogna prendersi cura di sé stessi, accettarsi per come si è. Poi ritengo sia utile sfruttare la musica, o l’arte in generale, come mezzo per esplorare e anche comprendere i propri sentimenti, guardare il mondo da prospettive diverse, sperimentando cose nuove e cercando di costruire connessioni personali che ti facciano sentire capito e ascoltato, e che sopprattutto ti permettano di rimanere autentico.

Ringrazio tantissimo Nevia per il tempo dedicato e per aver scoperto assieme a lui quanto abbiamo in comune.

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