lunedì 27 maggio 2024

#Eventi: Fortuna Amoris - Prima Parte

Venerdì 17 maggio 2024
alla Cappella Orsini abbiamo assistito a Fortuna Amoris – L’amore ai tempi del Decamerone: una serie di letture tratte dalla raccolta di novelle di Giovanni Boccaccio, con una riflessione sull’amore ai nostri tempi.     
L’ideatore di questo incredibile incontro è Joyce Conte, nostro Apollo e già direttore artistico del Salotto Dantesco, che si tiene ogni ultimo venerdì del mese, sempre alla Cappella Orsini.


Marta Bifano, Daniela Cavallini, Michela Caruso, Joyce Conte e Roberto Lucifero hanno prestato la loro voce a cinque delle novelle, tra le più profonde e divertenti ma tutte con un occhio di riguardo verso la società del Trecento che, inutile dirlo, non è lontana da quella attuale.

Tra una lettura e l’altra una divertente lotteria ha sancito anche dei premi per i più fortunati.
Anche io ne ho ricevuto uno, ma non dirò qui pubblicamente quale, fermandomi solo al fatto che il destino è ironico e ha giocato con me dandomi il mio numero: il 17. 17 è il mio giorno di nascita (come quello di Joyce Conte) sono nata di venerdì, così come quel giorno era venerdì 17, tra l’altro anche il compleanno di una mia cara amica: Diana. Insomma, non potevo non essere tra i vincitori!

Attenzione: spiegheremo le novelle in maniera più sintetica possibile, per questioni di spazio. E sempre per questioni di spazio, questo articolo sarà diviso in due parti. 
 
“Di che Lorenzo accortosi e una volta e altra, similmente, lasciati i suoi altri innamoramenti di fuori, incominciò a porre l’animo a lei; e si andò la bisogna che, piacendo l’uno all’altro igualmente, non passò gran tempo che, assicuratici, fecero di quello che più disiderava ciascuno.”

Con Lisabetta da Messina, letta dalla dolcissima e attenta Marta Bifano, abbiamo osservato la situazione femminile che, in alcuni paesi del sud Italia non è così distante da quella di Lisabetta.
La novella, nel Decamerone, è narrata da Filomena e ci mostra la storia di Lisabetta e Lorenzo: due giovani innamorati divisi dallo stato sociale differente. Lisabetta, sorella di ricchi mercanti, non può amare alla luce del sole Alberto, giovane che lavora per loro. Così i due, fallendo in ogni tentativo di tenerli divisi, uccidono il giovane; questo, apparso in sogno a lei, le confida dove è seppellito. La ragazza, recatasi sul luogo, decide di prendere con sé la testa, nascondendola in un vaso di basilico con il quale parla notte e giorno. I vicini che la vedono raccontano tutto ai fratelli e quando questi scoprono la testa di Lorenzo, decidono di trasferirsi a Napoli, dove Lisabetta, lontana dal suo amato, morirà di dolore.


Ancora oggi vivono amori ostacolati, famiglie che non accettano i legami dei loro figli e fanno di tutto pur di interromperli, anche trasferirsi in altre città.
Il regalo del fortunato vincitore è stata una profumatissima pianta di basilico, se con testa o no, non è dato saperlo.

“Fu adunque, valorose donne, in Imola uno uomo di scelerata vita e di corrotta, il qual fu chiamato Berto della Massa; le cui vituperose opere molto degl’imolesi conosciute a tanto il recarono, che, non che la bugia, ma la verità non era in Imola chi gli credesse: per che, accorgendosi quivi più le sue gherminelle non aver luogo, come disperato, a Vinegia, d’ogni bruttura ricevitrice, si trasmutò e quivi pensò di trovare altra maniera al suo malvagio adoperare che fatto non aveva in altra parte.”

Nel Decamerone Pampinea decide di alleggerire gli animi piangenti dopo la novella di Fiammetta con “Berto della Massa”, letta da Roberto Lucifero.

Berto della Massa è un uomo malvagio, il più peccatore tra i peccatori ma ha il suo momento di conversione quando da Imola, dove la sua perfidia è nota a tutti, si trasferisce a Venezia. Lì diviene frate con il nome di Alberto e attira a sé ogni fedele perché considerato il più santo tra i santi, superando anche la fama di San Francesco d’Assisi. Un giorno viene a confessarsi Lisetta: donna dotata di una bellezza senza pari, ma anche di una scarsa intelligenza. Ella, infatti, è vanitosa quanto scema e frate Alberto se ne innamora, o almeno la desidera ardentemente.
Torna così sui suoi passi e fa credere alla donna che l’Arcangelo Gabriele in persona, ammaliato dalle bellezze di Lisetta, vuole unirsi carnalmente con lei utilizzando il corpo di frate Alberto come tramite. La donna, lusingata che una Creatura Celeste la desideri così tanto… accetta.

Così abbiamo riflettuto: in amore l’inganno è lecito, oppure no? Non è questa la sede della risposta, ma è pur vero che senza vari inganni iniziali (trucco e parrucco, ostentare solo il bello, innamorarsi prima di un ideale) nessuna storia d’amore potrebbe nascere. E in un certo senso è proprio la nostra natura a volere così: infatti nel momento dell’innamoramento il cervello umano è attratto solo dai pregi
Il regalo della lotteria è stato… come scriverlo senza rischiare una scomunica? Forse è il caso di non proseguire.

A domani per la seconda parte di questo incredibile evento.

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