Mettiamo già le mani avanti col titolo di questo articolo: questa non sarà una recensione. Del resto, questo non è un film, come lo stesso regista ha detto, quindi perché impegnarci per trovare un significato in qualcosa che di artistico ha ben poco? Ovvio, ognuno si esprime come vuole e parla di ciò che vuole, ma rispettare dei limiti non sarebbe poi così male. “Aggro Dr1ft” è una delle pellicole, fuori concorso, della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ed è talmente tanto assurda che ci siamo convinti che la sua selezione sia avvenuta proprio perché servisse qualcosa di cui si potesse parlare. Bene o male, non importa, ciò che abbiamo visto ha lasciato per lo più sdegno nel pubblico che ha lasciato la sala applaudendo per la sua fine.
La sua sinossi dipinge la storia di un assassino tormentato dai suoi demoni, ma se David Fincher dipinge il suo Killer (film che potrete vedere su Netflix il prossimo 10 novembre) esponendo la sua psiche, qui abbiamo uno scontro decisamente fin troppo fisico e volgare. Nella Miami attraversata dalla criminalità organizzata, un sicario si lancia alla ricerca ossessiva del suo prossimo obiettivo e nel mentre incontra tutta una serie di paradossali personaggi che si muovono tra misoginia e suscitano misantropia nello spettatore.
“Non volevo fare esattamente un film. Volevo fare ciò che viene dopo un film. Volevo essere dentro il mondo. Un po’ come un videogame. Ma chi è che gioca? GAMECORE. Edglrd. Qualcosa di nuovo all’orizzonte” è quello che ha commentato il regista nell’accompagnare la sua storia. Qualcosa di nuovo che realmente non c’è perché non esiste il film a dover rappresentare questo intento.
Dicono di averlo ripreso con telecamere termiche, ma noi crediamo più plausibile che abbiano applicato una color psichedelica al termine delle riprese, perché le camere termiche non si comportano in quel modo sul calore del corpo umano o quello cittadino. Quando hanno creato i demoni in CGI, si sono accorti della schifezza che avevano partorito e allora hanno deciso di renderla accattivante con questi guizzi di colori. Ma avete presente i video delle pellicole ri-fatte in India o più in generale in oriente? Benissimo, quelli sono capolavori rispetto a questo.
Abbiamo, infatti, definito questa storia come “misogina” e vogliamo maggiormente addentrarci dietro questo concetto. Tenete presente che tutte le donne poste sullo schermo dicono o fanno cose che risiedono nella mente del più infimo degli uomini. Quando, per esempio, ci viene presentata la compagna di questo assassino, lei recita una sorta di assurda preghiera al sesso: parole di supplica affinché venga presa e appagata dal suo uomo. Un desiderio espresso in maniera così mortificante da poter essere davvero stato partorito da un uomo successivamente alla visione di troppi porno tutti insieme. Se poi ci mettiamo demoni a cui spuntano le ali solo grazie al loro sincopato movimento pelvico comprendiamo quanto di sbagliato ci sia dietro l’intento di questo film.
Paradossale, inoltre, come i “fan” abbiano atteso sul carpet il probabile arrivo di uno degli interpreti di questa pellicola: il cantante Travis Scott. Potremmo dibattere a lungo su questa figura e su ciò che è successo prima e durante il concerto da lui tenuto a Roma, ma comprendiamo che la scelta di tale personaggio sia decisamente incline col suo “messaggio”.
“Aggro Dr1ft” rappresenta ciò che si può fare col diritto di parola e di espressione, una tutela che partorisce idee malsane se dato nelle mani di chi non ha molto altro da dire. Ma del resto, come abbiamo detto all’inizio: siamo qui per parlarne, quindi riconosciamo che il suo intento è stato abbastanza riuscito.
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