“Everybody Loves Dimonds” è la nuova serie tv Amazon Original che è arrivata lo scorso 13 ottobre all’interno della piattaforma streaming di Prime Video. Una heist series ispirata al “Colpo di Anversa” del 2003, rapina che è stata definita dai media internazionali come “il più grande furto al mondo”. Leonardo Notarbartolo (Kim Rossi Stewart) è la mente che si cela dietro il colpo del secolo e, nel corso delle puntate, seguiamo la messa in atto del piano e le conseguenze che sono ricadute sullo squinternato gruppo di ladri.
Il piano è a dir poco geniale: diventando un insider dell’Antwerp Diamond Centre, Leonardo riesce a comprendere quelli che sono i sistemi di sicurezza dell’azienda così da poter riuscire a rubare pietre preziose per un valore di milioni di dollari. Noi abbiamo avuto modo di vedere in anteprima le prime due puntate e di incontrare i principali interpreti, insieme al regista Gianluca Maria Taverelli. Abbiamo, quindi, scoperto qualche piccola chicca direttamente dal set.
Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, Anversa cade nel caos: l’invalicabile mecca del diamante è stata svaligiata e ciò costituisce un vero e duro corpo per il cuore della Nazione. I vertici del Diamond Center e il capo della Dimond Police devono scendere in questo averno. Tutti i telegiornali, nazionali e internazionali, riportano la notizia in prima pagina. Urge trovare il colpevole così da poter rassicurare i poveri clienti che si chiedono se la loro cassetta di sicurezza sia stata risparmiata da questo atroce atto. Queste sono le premesse con cui la serie si apre e ciò che il suo pubblico vorrà scoprire. Come è stato possibile eseguire un colpo tanto geniale?
La collaborazione tra Amazon e Wildside, dunque, è stata in grado di produrre una serie che susciterà una grande curiosità tra gli spettatori. Le sue otto puntate, come ha consigliato Anna Foglietta, saranno sicuramente da divorare come un cestello di pop corn. Del resto, siamo davanti a un genere che raramente è stato eseguito in Italia e che si apre a diverse commistioni durante la sua narrazione. L’heist, ovvero quello delle rapine, in questo modo riesce in poche e semplici attimi a intersecarsi con i più classici toni della commedia. Gli inseguimenti si alternano alla battuta pronta e alla caratterizzazione dei personaggi riuscendo a creare un interessantissimo arco narrativo di cui si vuol sapere di più.
In fase di scrittura, quando si è lavorato sugli eventi reali per poterli trasporre nella serie, è stato attentamente valutato quello che era l’anno in cui il colpo è avvenuto. Il 2003 sembra un’epoca vicinissima, ma i salti tecnologici che sono stati fatti in vent’anni sono stati adeguatamente tenuti in considerazione. Si è, infatti, modernizzato il tutto tenendo conto di una più recente tecnologia anche in termini di sicurezza. Sono stati, di conseguenza, mantenuti alcuni elementi che si incollano alla realtà dei fatti; mentre in altri contesti si è potuto “volare con la fantasia” riuscendo a rendere il tutto ancor più accattivante. Dopo un attenta consulenza “ladresca”, infatti, sono state cambiate alcune caratteristiche dello stesso Leonardo, così come quelli della banda. Si è lavorato principalmente su due aspetti: la commedia all’italiana, mantenendo un po’ quelle maschere tipiche del genere; spettacolarizzando e internazionalizzando l’azione della rapina con un tono un po’ più americano. Si è costruita una vera e propria sfida verso l’impossibile riuscendo a tracciare una storia in grado di poter parlare di rivalsa e di sogni.
“Il vero Leonardo Notarbartolo ci ha raccontato quel che ci poteva raccontare, non ci ha raccontato quel che non poteva. Abbiamo fatto cene e pranzi insieme e ci ha messo al corrente di tante cose, quindi ciò che abbiamo portato è in un certo senso documentato” è ciò che ha dichiarato il regista durante la conferenza stampa.
Ha poi aggiunto Kim stesso: “Io devo ammettere che sono entrato nella lavorazione abbastanza di corsa e trafelato, perché avevo finito da poco di lavorare a un altro progetto. E le cose si sono un po’ accavallate. Però mi è sembrato che le cose si potessero fare perché ho inquadrato, fin da subito, la serie all’interno della commedia… la cifra era quella. Quella è stata un po’ la chiave fondamentale: abbandonarsi a un dimensione di commedia, a volter un cicinin sopra le righe, un po’ fumettistiche. Quindi in questo contesto, quando ho incontrato Leonardo Notarbartolo, non volevo che diventasse la chiave di questo personaggio. Ciò non toglie che l’incontro con Leonardo è stato fortissimo, emozionante e scatenante di tutta una serie di cose. Però non c’è stato il tempo di fargli il calco… cioè non è avvenuto”.
Abbiamo anche avuto modo di vedere il personaggio di Anna Foglietta, una donna con un arco narrativo molto complesso che avremo modo di vedere nel corso delle diverse puntate, la stessa Foglietta ha voluto precisare: “Le tante Anna qui sono fondamentali, al momento ne posso raccontare soltanto un paio… è stato bello perché è un personaggio molto complesso. È una donna che scopre una verità dolorosissima, perché scoprire che il proprio marito ha una vita così sporca-specie per lei che viene da una famiglia rigorosissima- è stata tremenda. È una gran donna, per questo quando lei viene tradita da questo grande uomo ci resta molto male”.
Leonardo Lidi, alla sua prima esperienza fuori da un palcoscenico, ha parlato positivamente di questa esperienza: “Come hanno parlato loro di equilibrio… a livello professionale, rispetto alla recitazione, credo che un aspetto interessante è stato il cercare questo equilibrio tra la commedia e il macchiettistico. Quindi questo equilibrio andava ricercato ed è stato un bel pensiero. A ciò si aggiunge una bellissima esperienza umana perché, comunque, sono stato… un mesetto (in realtà sono stati molto di più) in un’altra città con persone straordinarie. Il personaggio è molto distante da me se non nel timore… visto che deve affrontare cose spericolate e nella mia vita la cosa più spericolata che ho fatto è stata la cresima. Sono arrivato sul set e mi hanno messo sui palazzi, nei tombini, il secondo giorno Anna e Kim che si facevano sfiorare dalle macchine che correvano a centottanta all’ora… a quel punto mi sono detto che non volevo morire proprio adesso. Quindi è stato emozionante in tutto e la cosa più bella è stata incontrare queste persone”.
Gian Marco Tognazzi, infine, ha aggiunto sul suo personaggio: “Beh… Ghigo è un provinciale con una speranza. Grande amico e componente della banda, anche precedentemente al colpo di Anversa. C’è questa amicizia fraterna ma è uno che possiede questa ditta di allarmi nella provincia. E ha un po’ questo complesso dell’essere provinciale… infatti la sua ambizione la vedete anche nel look. Lui è un mancato tronista di Uomini e Donne Senior. È uno che ama l’universo femminile, infatti ha tre famiglie e cinque figli. Ha un atteggiamento nei confronti della vita già interpretando un personaggio. L’ho sempre immaginato nella mia testa come uno che sogna Milano, che sogna la Lombardia, e quindi ogni tanto cerca di mischiare al piemontese un po’ di lombardo per darsi un tono. È un uomo che vuole darsi un tono, ma è un’allarmista… ma in tutti i sensi. Non solo impianta allarmi, ma è spaventato da tutto quello che deve fare. All’inizio è reticente su ciò che dovranno fare, ma si fida talmente tanto della genialità di Leonardo che è pronto a seguirlo e alla fine vanno avanti. Ha questi aspetti tipici di quei personaggi che hanno le loro debolezze, le loro ansie psicologiche, ma che allo stesso tempo hanno le loro capacità. E quindi manca totalmente di equilibrio, infatti, le cazzate le fa sempre nei momenti più sbagliati”.
Una storia che, dunque, racchiude rivalsa e rivincita, come è stato più volte sottolineato. Noi non vediamo l’ora di continuare con le altre puntate e di aggiornarvi con le nostre impressioni una volta ultimata la visione della serie. E…. chi lo sa se questa storia farà venir un po’ voglia di fare dei colpi e poi sparire!
Nessun commento:
Posta un commento